Alla locanda di Mastro Angelo: Intervista a Livio Gambarini

Mi aspettavo di passare alcuni giorni a sistemare tavoli e bancone, invece trovo tutto pulito e in ordine, come se non avessi mai lasciato la Locanda. In effetti non sono mai andato veramente via, ma capita che i servizi di un oste possano essere richiesti anche altrove e allora qualcosa bisogna trascurare. Cosa che non ha fatto l’amico Alessandro Iascy che si è preoccupato di conservare la Locanda per la riapertura in grande stile.

Non c’è affollamento. A dire il vero la Locanda è ancora chiusa. Solo perché come per tutte le cose piacevoli, voglio assaporare da solo il gusto di tornare in un luogo che amo tantissimo.

Non proprio da solo.

Per la riapertura ho un ospite per me speciale.

Abbiamo in comune varie cose, tra le quali la passione dello scrivere. Soprattutto la passione per la storia.

Ancora non lo sa, ma ci sarà un dazio da pagare e visto che manco da molto tempo la birra che lo aspetta è un boccale da Oktoberfest!

Ho appena finito di spillare che la porta si apre. Un vento caldo mi avvolge. Il vento della storia.

Lo saluto con un cenno della testa e gli mostro il boccale.

«Solo per cominciare».

Livio-Gambarini-autoreLIVIO GAMBARINI «Desolato, non posso bere birra! In un certo senso è colpa della mia tendenza all’immedesimazione… stavo facendo ricerche sulla figura storica di Azzone Visconti, che da buon Signore medievale soffriva di gotta e calcoli renali, quando mi è capitato un dolorosissimo episodio di gonfiore e infiammazione al gomito sinistro, che ci ha messo tre settimane a svanire. Gotta, in una non comune manifestazione giovanile. Proprio come il mio protagonista! Pare che la birra sia una delle cause scatenanti di questi attacchi, perciò niente birra per me. Se permetti, ti farò compagnia con un buon sidro: ne vado ghiotto e vedo che dietro il bancone ne hai un discreto assortimento! Spilla, spilla!»

Non appena ci sediamo, affondo la barba nella birra e svuoto un quarto del boccale. L’aria mi torna subito su e accolgo l’ospite con una sonorità da bassa bettola.

Ma non mi sembra turbato dalla cosa.

MASTRO ANGELO «Hai portato le mutande di ghisa?».

LIVIO GAMBARINI «Oh, anche tu sei un illuminato! Non augurerei mai di crepare a un animale meraviglioso come il lupo, perciò non esco mai di casa senza le mie mutande in ghisa Mondial Casa garantite a vita: soltanto il cielo sa quanti ricci toccherà cavalcare prima che cali il tramonto.»

Da buon bergamasco capisce al volo e se ce n’era bisogno, possiamo dire che il ghiaccio è rotto.

MASTRO ANGELO «Buongiorno Livio Gambarini. Su quella sedia si sono seduti i nomi più importanti del Fantastico. Ti senti a disagio?».

LIVIO GAMBARINI «Al contrario, mi sento gasato! Per me è un vero onore: se ancora non mi merito tale privilegio, questo mi sprona a meritarmelo il prima possibile!»

Abbiamo tante cose di cui parlare, ma prima di cominciare a fare sul serio appoggio sul tavolo un libro.

I Segreti delle Madri.

MASTRO ANGELO «La tua ultima fatica, iniziata con racconti e culminata nei romanzi. Prendo spunto proprio dal titolo di uno dei tuoi lavori. Di chi è la colpa?».

LIVIO GAMBARINI «Di tante persone… È colpa di Tina Ferrari, la prof. del liceo che ci obbligò a leggere i Pilastri della Terra con verifica finale, mostrandomi che si poteva imparare la Storia in un modo diverso. Dello Skannatoio del forum della Tela Nera, dove vide la luce il mio primo racconto storico Chi è senza peccato. Dei miei genitori, che mi hanno fatto riflettere a lungo sul concetto di famiglia quand’ero piccolo. Ma, soprattutto (e senza dubbio è la componente maggiore), è colpa mia.»

MASTRO ANGELO «Ti ho descritto come un appassionato di storia, la tua bibliografia è illuminante al proposito, ma siamo su Italian Sword&Sorcery e TrueFantasy, dicci perché sei qua».

LIVIO GAMBARINI «Prima di tutto c’è la mia adesione al movimento di Italian Swordeternal-war-ita and Sorcery promosso da Francesco La Manno e Alessandro Iascy, di cui presto si vedrà il primo frutto nell’irriverente racconto Floxar il Garbato. Poi c’è la mia collaborazione con l’ambiziosa Potato Killer Studios, novella software house tutta italiana che sta sviluppando due videogiochi fantasy: il progetto pioniere, Fangold, è a buon punto: lo presenteremo nei prossimi mesi (personalmente non vedo l’ora). Ma immagino che il motivo principale dell’invito sia Eternal War: un progetto fuori di testa avviato insieme alla meritoria Acheron Books: una trilogia di brevi romanzi historic fantasy ambientati nella Firenze della Divina Commedia. Il primo volume, Gli Eserciti dei Santi, ha avuto un’accoglienza che ha superato di molto le mie aspettative ed è arrivato in finale al Premio Italia come miglior romanzo fantasy del 2015. Prima che tu me lo chieda: sì, i lavori del secondo volume sono cominciati! Più che sui Cavalcanti, questa volta mi concentrerò su Dante, che tanti lettori hanno apprezzato.»

MASTRO ANGELO  «Sei bergamasco, i tuoi romanzi si muovono dalla Lombardia alla Toscana, al tempo stesso ho letto dei tuoi racconti in cui dimostri una affezione particolare per la Sicilia. È una mia sensazione?».

LIVIO GAMBARINI «In realtà non ci sono mai stato e non ho alcun legame personale con la Sicilia, anche se penso che abbia un grande fascino. Tolta la Lombardia, la regione che ho maggiormente nel cuore è la Toscana; di recente si sono aggiunte il Veneto, la Liguria e il Piemonte.»

Il mio boccale è vuoto. Ma il mio ospite si fa decisamente onore. Bene. Vada per il secondo giro. Ci raccoglieranno da terra quando verranno a fare le pulizie.

MASTRO ANGELO «Ho anche notato che caratterizzi con cura le figure femminili. Posso assicurarti che è insolito per un autore. Soprattutto che ci riesca con effetto».

LIVIO GAMBARINI «Ti ringrazio! Fino al periodo universitario le donne erano un mistero imperscrutabile, per me: le guardavo con un misto di desiderio, timore e senso di inadeguatezza. Poi ho vissuto un’esperienza che mi ha scosso nel profondo, che mi ha causato una specie di trauma emotivo. Tra le cose che ho perso c’è la capacità di depositare memorie a lungo termine: ho la memoria di una persona di oltre settant’anni. Ma ci ho anche guadagnato; ad esempio, la mia percezione delle persone è cambiata. Ho iniziato a riconoscere singole “parti di me” in tutte le persone che mi circondavano, in diverse concentrazioni a seconda di genere, età, contesto ecc. Appena ho recepito questa identità psicologica fondamentale, per me è diventato molto più facile immedesimarmi in chi è diverso da me, prime fra tutti le donne. Credo anche di avere un’idea piuttosto precisa della donna che sarei, se fossi nato femmina.»

MASTRO ANGELO «Dopo un poco di tempo che uno scrive, capita di voltarsi per vedere cosa si è fatto, per migliorarsi, per crescere. Anche solo per continuare. Sei ancora molto giovane, ma guardandoti indietro, cosa vedi?».

LIVIO GAMBARINI «Una serie di tappe segnate da impegno e autodisciplina, l’inizio di un percorso di cui vado fiero e che mi sta ripagando con molte soddisfazioni. Ma non sarei nemmeno partito se non avessi avuto chi credeva in me, persone che mi sono vicine nel mio sogno e che mi sostengono tutt’ora: i miei genitori, i miei beta e gamma reader, la mia ragazza che ha ormai un ruolo fondamentale nei miei processi creativi.»

ANGELO BERTI «Hai un curriculum di tutto rispetto. Hai fatto dello scrivere la tua professione. Ma Livio cosa vuole fare da grande?».

LIVIO GAMBARINI «Nell’ordine: mantenermi con le mie storie, che siano romanzi, sceneggiature o quant’altro. Metter su famiglia, nonostante i tempi che corrono e gli ostacoli del caso. Infine, realizzare un paio di progetti davvero folli di cui è assolutamente prematuro parlare.»

MASTRO ANGELO «Se dovessero scegliere un tuo romanzo da lasciare ai posteri, quale sarebbe? Sempre che pensi di averlo già scritto».

LIVIO GAMBARINI «Penso di conoscere già i tre “concept” che daranno vita ai miei lavori più importanti – per quanto non sappia ancora che forma assumeranno, né che genere di impatto avranno. Per due di essi non ho alcuna fretta: devo diventare molto più bravo e maturo prima tentare di scriverli. Il terzo è uno dei quattro romanzi che ho attualmente in coda… ma non dirò quale!»

Appoggio il secondo boccale sul tavolo. Gli sguardi non hanno più la lucidità di quando abbiamo iniziato e devo cercare di concludere prima che succeda il peggio.

ANGELO BERTI «Grazie Livio, spero che ti sia piaciuta, fin quando siamo stati sobri, la tua visita a TF. Puoi salutare i nostri e i tuoi lettori. Hai una frase memorabile?».

LIVIO «Ce l’ho una frase memorabile. Eccome se ce l’ho… ma non dev’essere granché, perché non me la ricordo. Perciò grazie di avermi invitato e ospitato alla Locanda, e sotto con l’ultimo sorso! Chi batte per ultimo il vuoto sul tavolo è un Estinto!»

Angelo Berti

L’AUTORE

Classe 1986, Livio Gambarini è un filologo, editor freelance e insegnante di narrativa che ha intrapreso la difficile strada della scrittura professionale. Tutor e docente del corso di Alta Formazione “Il piacere della scrittura” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e moderatore del forum per scrittori del portale LaTelaNera.it, dal 2011 a oggi è stato menzionato e premiato in numerosi concorsi letterari per racconti come Chrysalide (Mondadori), Parole di Vapore (Liberodiscrivere) e Scrittori in Carrozza (Ponte alle Grazie). Nel 2014 il suo romanzo d’esordio Le colpe dei padri, ambientato nella Lombardia del 1300, è il best seller della casa editrice Silele Edizioni. Nel 2015 per Acheron Books scrive il romanzo Eternal War: Gli Eserciti dei Santi, che viene tradotto in inglese e riscuote molti apprezzamenti per la rivisitazione della Firenze di Guido Cavalcanti e Dante Alighieri, in cui i fatti reali della storia si inseriscono in un contesto di magia, folklore e avventura che contiene tutti gli incubi e le meraviglie dell’immaginazione medievale. Livio Gambarini si prefigge di raggiungere un linguaggio che concili la solidità di un retroterra culturale tradizionale con l’energia e l’immediatezza delle correnti narrative anglo-americane, più abituate di quelle italiane a convivere con TV, videogiochi e cinema.

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