
Ma cosa si intende per negromanzia (o necromanzia)?
L’Enciclopedia Treccani la definisce come “evocazione dei defunti a scopo divinatorio. Era praticata da Babilonesi, Greci (mediante la nèkyia), Romani e anche dagli Ebrei, pur essendo estranea ai principi sanciti nella Bibbia, che la condanna a varie riprese. La Bibbia stessa, d’altra parte, cita l’episodio dell’evocazione dell’ombra di Samuele effettuata dalla pitonessa di Endor su invito del re Saul (I Re 28). Condannata dal cristianesimo, la n. sopravvisse alla caduta dell’Impero romano e se ne trovano tracce (in dipendenza da testi astrologici e magici prevalentemente arabi) nel tardo Medioevo e nel Rinascimento.
Esiste tuttora, sebbene sporadicamente e più o meno clandestinamente, nell’Africa equatoriale, nelle Antille, nel Tibet e anche presso sette occultistiche europee e americane. Caratteristiche negromantiche hanno alcuni aspetti dello spiritismo.“(1)
Gli antichi greci credevano che, dopo la morte, l’anima degli uomini si staccasse dal corpo per discendere negli Inferi. A quell’epoca si riteneva che i defunti avessero la peculiare abilità di predire il futuro. Ne conseguiva che i templi venivano costruiti proprio in corrispondenza di quelli che erano considerati gli ingressi al mondo sotterraneo, allo scopo di ottenere delle profezie…
Nonostante il fatto che in altri templi sia stata praticata la negromanzia (come quelli di
Poseidone, Cuma ed Eraclea), il più famoso di tutti è stato il Necromanteion in Epiro, collocato in quello che era considerato il punto di incontro di tre dei cinque fiumi nel regno di Ade: Acheron, Piriflegetonte e Cocito.

Diversi autori antichi si sono occupati di negromanzia e del Necromanteion.
Anzitutto Omero, nell’Odissea, narra di Ulisse che si reca negli Inferi, proprio attraversando il Necromanteion in cerca di Tiresia, un veggente cieco, al fine di trovare la strada per Itaca. Ma anche Erodoto riferisce che Periandro, tiranno di Corinto, voleva comunicare con lo spirito della moglie Melissa, da poco deceduta, per apprendere il luogo in cui questa aveva nascosto un’ingente quantità di denaro.
Non si deve, però, pensare che la negromanzia era appannaggio solo dei grandi eroi della mitologia. Al contrario era usuale per gli antichi Greci recarsi presso il Necromanteion, per ottenere la possibilità di comunicare con i morti.
Il procedimento attraverso il quale veniva praticata la negromanzia era particolare e coloro che volevano avvalersi di tale divinazione dovevano osservare tutti i dettagli previsti dal rito.
In primo luogo a queste persone era prescritto di entrare in una stanza buia in cui si sarebbero realizzati dei rituali tesi ad ottenere la protezione per la propria incolumità e ad acquisire la capacità di comunicare con i defunti. Poi il sacerdote li avrebbe condotti in una camera più profonda, dove si sarebbe sacrificato un animale, prima di attraversare le tre porte che rappresentavano l’ingresso negli Inferi. Solo a questo punto i celebranti potevano mettersi in contatto con i morti.
Taluni documenti storici parlano della possibilità per costoro di potere vedere dei fantasmi durante i rituali negromantici. Gli scettici sostengono che tale circostanza era da attribuirsi ad allucinazioni, derivanti dall’assunzione di bevande con proprietà psicotrope. Al riguardo gli archeologi hanno rinvenuto alcuni macchinari siti nelle stanze sotterranee mediante i quali venivano proiettate delle luci, che agli astanti potevano sembrare fantasmi.
Nel 167 d.C. il Necromanteion è stato saccheggiato e danneggiato dai Romani.
Solo nel 18° secolo il sito è stato riutilizzato, poiché è stato costruito un monastero dedicato a San Giovanni Battista.
Gli archeologi, nel 1960, a seguito di una spedizione, hanno ritenuto che questo potesse essere il luogo in cui sorgeva il Necromanteion. Ma taluni hanno rigettato questa tesi, affermando che le rovine site in quella zona riguardavano la base di una torre agricola e le camere sotterranee erano aree di deposito per il grano o l’acqua.
Note:
1) Enciclopedia Treccani, voce negromanzia, http://www.treccani.it/enciclopedia/negromanzia/