Volevo dedicare alcune righe ad uno scrittore che così bene ha saputo dare corpo alla nostra immaginazione. Penso che il nome “Tarzan” sia ben conosciuto anche dalle (un tantino ignoranti letterariamente e storicamente…) generazioni più recenti. Come alcuni personaggi di film e fumetti è entrato tanto profondamente nell’immaginario globale che credo siano ben pochi quelli che non hanno idea di chi sia. Ma Burroughs oltre alla saga di Tarzan (almeno 23 libri e molti con elementi decisamente fantastici) scrisse molte altre cose.
Il ciclo di Barsoom che iniziò nel 1912 con “Under the Moon of Mars” poi ripubblicato come “A Princess of Mars” nel 1917, romanzo che darà molti decenni dopo vita al film di cui parlerò tra poco, Pellucidar, la serie di Carson di Venere, la Terra dimenticata dal Tempo e tanti altri meno conosciuti.
Romanzi vecchi di un secolo che sanno ancora adesso affascinare i lettori, anche quelli molto smaliziati e abituati alla prosa e alle trame di gente come Miéville, Simmons o Gaiman. Certo, sono vecchi, ingenui, possono a volte far sorridere, ma se uno cerca di perdersi in avventure senza confine, di trovare il vero sense of wonder, con ERB è servito. Restando nel campo letterario più vicino alla SF (ma gli elementi fantastici abbondano in tutta la sua narrativa) dobbiamo essere grati alla Editrice Nord che, negli anni, in Cosmo Oro pubblicò il ciclo di John Carter e quello di Carson Napier. Piccola curiosità, John Carter di Marte fu il mio primo Cosmo Oro, una ragione di più per ricordare con simpatia e nostalgia questo scrittore.
Uno scrittore con una produzione così sterminata non poteva non incontrare l’interesse del mondo del cinema. Evitiamo di ricordare le versioni di Tarzan, l’ultima che ho visto è una graziosa versione d’animazione, rivisitata in chiave moderna, del 2014. Ma anche altri romanzi di altri cicli sono passati sul grande schermo, film non molto memorabili, ormai decisamente surclassati anche nell’aspetto visivo.
E arriviamo al 2012 quando esce appunto “John Carter”. Non riporto la miriade di informazioni che potete trovare in rete, solo qualcosina prima di passare alle mie impressioni.
Dopo varie traversie la Disney affida al regista Andrew Stanton, quello di “Alla Ricerca di Nemo” e “Wall-E”, qui al suo primo film non di animazione, l’opera. Nasce una megaproduzione costosissima. Il film, che nella sceneggiatura si avvale anche di Michael Chabon, sfrutta alla grande i più recenti effetti speciali. Ma ai botteghini si rivelerà uno dei più grandi flop nella storia del cinema. Gli incassi, a fronte delle grosse spese, saranno piuttosto scarsi e metteranno la probabile parola fine all’idea di proseguire con altri romanzi del ciclo barsoomiano.
Ma era così brutto? Da vecchio lettore dei romanzi di ERB a me non è affatto dispiaciuto. Certo è ingenuo pure il film, ma non l’ho visto cercando tracce di 2001 o di Solaris, sapevo cosa mi potevo aspettare e quello il film me lo ha dato. Un buon cast di attori, anche se alcuni dissimulati sotto gli effetti speciali (guardatevi Willem Dafoe nei contenuti del blu-ray, col palo in testa prima di “diventare” al computer un alto Thark…), panorami mozzafiato dello Utah trasformati nelle aride distese rosse di Marte-Barsoom. Popolazioni aliene, mostri, navi volanti, battaglie, il simpaticissimo woola. Certo Dejah Thoris rispetto ai romanzi è troppo vestita, ma la Disney su questo difficilmente avrebbe chiuso un occhio…
Due ore di pura avventura, senza troppi pensieri. Non era quello che ci potevamo e dovevamo aspettare da un film tratto dal romanzo di Burroughs? Secondo me sì, in fin dei conti molti recenti film dedicati ai supereroi della Marvel non è che abbiano contenuti molto più profondi. Ma al pubblico mondiale è piaciuto poco, anche se in rete sono forse più i pareri favorevoli quelli che ho trovato rispetto a quelli molto negativi. Ma si sa, i lettori del ciclo, come il sottoscritto, sono forse più portati a vedere il film in una chiave migliore, anche solo per la nostalgia delle antiche letture ed in ogni caso lo hanno apprezzato.
Rimane solo il rammarico di sapere che difficilmente torneremo su Barsoom molto presto. Ma, per chi non li avesse ancora letti o volesse rileggerli, fortunatamente abbiamo sempre i libri di John Carter. La nostra immaginazione ha ancora gli effetti speciali migliori e possiamo sfogarla quando e come vogliamo. Grazie appunto a scrittori come Edgar Rice Burroughs, le cui parole dopo 103 anni sono ancora ben vive e potenti tra noi.
Claudio Battaglini