Recensione: “L’artiglio” (2010) di Donato Altomare

edv_-_l_artiglio-1-320x448“Tanto oro quanto vale il dio Hunn, e l’anima di mille schiave. Io voglio”. E l’Artiglio, suo malgrado, dovrà fare di tutto per procurare al terribile Mago quanto desidera. Perché questi ha rapito lo spirito della sua amata, costringendola a danzare tra le nubi finché i suoi piedi sanguinano, imporporando il cielo. Per avere la possibilità di pagare il riscatto all’Artiglio è stato concesso di non invecchiare mai, e gli sono state donate la forza e l’agilità di una tigre. Ne avrà certo bisogno: nel suo eterno vagare cercherà cento avventure, affronterà cento combattimenti contro uomini e mostri innominabili, sbucati dalle profondità del mare o annidati in antri bui e oscure foreste. E in battaglia anche l’Artiglio può morire. L’oro sarà la sua ricompensa… l’oro, e le schiave. Nessuno potrà strappargli l’uno o le altre. Perché lui è l’Artiglio, e chi osa sfidarlo decreta il proprio destino.

Titolo: L’Artiglio | Serie: Saga dell’Artiglio | Autore: Donato Altomare | Copertina: Valentina Gelain | Editore: Edizioni Della Vigna | Collana: Cocktail n. 5 | Genere: sword and sorcery | Pagine: 332 | Data di pubblicazione: 2010 | Prezzo: € 15,50

L’Artiglio è un’antologia di racconti sword and sorcery di Donato Altomare, pubblicata da Edizioni della Vigna nel 2010.

A tutta prima occorre evidenziare che l’Autore si discosta dalla generalità dei suoi colleghi, poiché non scrive il classico romanzo pleonastico, ma sceglie di utilizzare il formato del racconto, legando le sue storie l’una all’altra in cui il comune denominatore è l’Artiglio, il protagonista. In tal modo segue fedelmente il percorso degli antesignani del genere e fa spallucce alle mode del mercato.

In secondo luogo, Donato Altomare ha un’incredibile capacità mitopoietica. Leggendo le sue storie si evince una notevole conoscenza della mitologia norrena e greca, e del folklore italiano. Viceversa, pare che oggi nessuno abbia più la capacità di realizzare quel “sense of wonder” fondamentale nella narrativa dell’immaginario. Sempre più spesso infatti nel fantasy per adulti si persegue il realismo e si disprezza l’elemento magico, in ossequio alla tanto osannata saga de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin e a quella de La Prima Legge di Joe Abercrombie.

Per quanto concerne il world building, abbiamo la possibilità di essere catapultati in un mondo immaginario simile al Mediterraneo nel periodo storico antico/medievale, che ci viene descritto con dovizia di particolari. Anche la lettura di un singolo racconto ci fa arguire che dietro a questo libro c’è una poderosa opera di documentazione.

Non a caso, l’originalità è tributaria dello studio e della ricerca, anche nella narrativa del fantastico!

Dimenticatevi pertanto elfi, gnomi, fate e orchi. Nello scritto in parola, molteplici creature prendono parte alla vicenda tra cui meritano di essere menzionati gli uomini-bestia, gli uomini-pesci, i vermi giganti, le piovre degli abissi, le murene antropomorfe, Art-by-Sanjuliangli scheletri animati e i mutaforma.

E’ indubbio che il formato del racconto garantisce il massimo della rapidità e della vivacità alla storie.

La trama non è per nulla lineare e vi sono svariati ribaltamenti di fronte che non permettono al lettore di annoiarsi; così come i numerosi combattimenti che saranno sicuramente apprezzati dagli amanti del genere.

Un tema che spesso viene utilizzato è quello della ricerca in cui giocano un ruolo essenziale alcuni oggetti magici di grande potere.

La prosa è aulica e denota un’ampia cultura umanistica dell’Autore.

Occupandoci dei personaggi, notiamo che L’Artiglio è l’unico che presenta un profilo psicologico sviluppato. Ma è normale dato che si tratta di una serie di racconti autoconclusivi.

Il nostro è costretto a combattere per secoli, al fine di liberare la sua amata, imprigionata dal perfido Mago del Dio Hunn. Il Dio dell’Amore, ascoltando le sue suppliche, gli ha permesso di acquisire l’immortalità (ma non l’invulnerabilità) e una forza disumana per realizzare l’oscena richiesta del Mago. Suo malgrado, l’eroe dai lunghi capelli neri e dagli occhi di ghiaccio, abbigliato con una pelle d’orso, con una zampa di tigre in luogo del braccio sinistro, si trova ad affrontare le missioni più perigliose e le creature più terrificanti, senza mostrare alcuna paura. Per realizzare il suo obiettivo non esita a dimostrarsi cinico e sprezzante delle richieste altrui, anche se, invero, agisce sempre secondo un suo codice morale. La prigionia della sua amata è motivo di angoscia e dolore e tale condizione mentale lo affligge in ogni avventura.

Concludo dicendovi che L’Artiglio di Donato Altomare è una delle pochissime opere in cui si fondono in una perfetta amalgama la tradizione delle fiabe dei Fratelli Grimm e l’avventura tipica dello sword and sorcery di Robert E. Howard.

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donato-altomareL’AUTORE: Donato Altomare nasce a Molfetta nel 1951 e vi risiede. E’ laureato in Ingegneria Civile presso l’Università di Bari ed esercita la libera professione. Ha pubblicato con vari editori: Perseo Libri, Bologna – Solfanelli, Chieti – Fanucci, Roma – La Vallisa, Bari – Pulp, Torino – Ucronia, Milano – Ambra, Vercelli – Comic Art, Milano – Milella, Bari – Tabula Fati, Chieti, – Mondadori , Milano – Delos Books, Milano, Vallecchi, Firenze e altri. E’ tradotto nella Rep. Ceka, Rep. Slovacca, Serbia, Montenegro, Albania, Ungheria, Finlandia e Slovenia. Ha vinto molti primi premi in concorsi di narrativa (tra cui due Premi Italia a San Marino e Courmayeur). Ha vinto anche il primo premio in un concorso per video (con una originale idea sul Castel del Monte presso Andria). Il suo migliore risultato è stato il Premio Urania, col romanzo Mater Maxima, quale migliore romanzo inedito di autore italiano del 2000, pubblicato della Mondadori nel novembre 2001 nella collana Urania. Nel 2005 ha vinto il premio Le Ali della Fantasia, Ortona, per l’inedito. Ha collaborato con emittenti televisive (Telemare, Telesveva, ecc.) e radiofoniche (radio Galassia di Molfetta e radio Stereo di Firenze). Ha scritto testi teatrali. E’ stata invitato a rappresentare l’Italia in convegni internazionali nella ex Cecoslovacchia, Serbia e Montenegro. Ha tenuto conferenze e interventi sulla fantascienza in tutt’Italia. Suoi racconti sono stati pubblicati su quotidiani (La Gazzetta del Mezzogiorno, il Corriere del Giorno di Taranto, ecc.) e periodici (L’Eternauta, Microcomputer, PCWorld, ecc.). Ha scritto saggi pubblicati su mensili (Cronache Italiane, Rotary, Mystero, ecc.) e riviste di letteratura (La Vallisa, altre straniere). Tra le varie pubblicazioni da ricordare in Italia i volumi Cuore di ghiaccio, La Vallisa, Bari 1989, La risata di Dio, Solfanelli, Chieti 1993, L’albero delle conchiglie, Milella, Bari 1994 e Prodigia, Tabula Fati, Chieti 2001, Mater Maxima, Mondadori, Milano, 2001, Uno spettro, probabilmente, Mondo Ignoto, Roma, 2004. E la padella disse…, Delos Books, Milano, 2004, Il fuoco e il silenzio, Perseo Libri, Bologna, 2005. All’estero: Cas je spiràla, (tit. orig. Dolcissima Roberta), romanzo breve, Svet Fantastiky n°1, 1990, Praga, Cecoslovacchia, Il popolo del cielo (testo in cirillico), Biblioteca Talisman, 1993, ed Gradina, Belgrado, La casa degli scheletri (testo in cirillico), Biblioteca Talisman 1996 ed Gradina, Belgrado. Sono in corso di stampa una antologia di racconti presso l’editrice BESA di Lecce (Il tesoro della Grancia) e un romanzo presso l’editrice Tabula Fati, di Chieti (Surgeforas). Il romanzo Mater Maxima è in corso di traduzione a Belgrado. Ha pubblicato poesie in antologie personali e collettive. Fa parte dei poeti LA VALLISA ed è componente della redazione dell’omonima rivista di letteratura, la più longeva in Italia essendo pubblicata da ventiquattro anni.

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