

Le figure che caratterizzano e animano queste meravigliose opere si animano di un’aurea di sacralità propria degli eroi appartenenti ai grandi cicli del Fantasy. Per loro la vita è degna di essere vissuta solo in quanto si arricchisce di imprese eroiche memorabili e rischiose, in difesa dei propri congiunti e della patria. La morte in battaglia è il degno coronamento di un’esistenza spesa alla ricerca della gloria e rappresenta la morte migliore per qualunque uomo, da preferirsi a una misera vecchiaia.
Naturalmente, con l’evoluzione del gusto e con la crescita delle opere letterarie, l’eroe si arricchirà di nuovi aspetti e sfumature psicologiche, come la ricerca della conoscenza e l’esplorazione di Paesi lontani di Odisseo e la malinconica accettazione del proprio destino, di fondatore di una stirpe gloriosa, in Enea. È proprio ildestino quello che entra in gioco più spesso, nei poemi greci tanto quanto nel Fantasy, come la causa scatenante dalla quale trae sempre origine un’avventura.
Con la riscoperta dell’antichità classica nel Rinascimento, le poesie di Ovidio diventano una grande fonte di ispirazione per poeti, drammaturghi, musicisti e artisti. Dai primi anni dell’epoca rinascimentale, artisti come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello ritraggono scene pagane tratte dalla mitologia greca insieme a più convenzionali temi cristiani. Attraverso le traduzioni e le opere in latino, i miti greci influenzano in Italia poeti come Petrarca, Dante e Boccaccio.
Nel Nord Europa la mitologia greca non ha avuto la stessa influenza nelle arti figurative, ma i suoi effetti sono piuttosto evidenti in ambito letterario. L’immaginario inglese ne viene permeato grazie aGeoffrey Chaucer e John Milton, con il poema epico Paradiso Perduto, per continuare con William Shakespeare. In Francia e Germania Jean Racine e Johann Wolfgang von Goethe riportano in auge il dramma greco. Nonostante con l’Illuminismo vi sia una reazione di rigetto nei confronti dei miti greci, questi rappresentano una fonte preziosissima per i drammaturghi, specie per le opere di Händel eMozart. Alla fine del secolo, il Romanticismo celebra con entusiasmo tutto ciò che è greco, mentre in epoche più recenti i temi classici sono stati reinterpretati sia dai drammaturghi europei che da romanzieri come James Joyce, di cui è famosissimo l’Ulisse, e André Gide, premio Nobel per la letteratura nel 1947.
È inevitabile che l’epica greca abbia influito sul Fantasy. Lavinia Scolari, in una tesi di laurea su John R.R. Tolkien, scrive: “Senza dubbio l’opera di Tolkien è profondamente debitrice alle saghe nordiche, nonché alla religione cristiana […]. Ma non esiste forse un altro patrimonio mitico e culturale di grande fascino e potenza evocativa rappresentato dalla mitologia classica? E Tolkien, forgiato dalla letteratura latina e greca come una buona spada dal fuoco, non mostra forse, tra le pieghe dei suoi racconti, di avere ereditato e assorbito i nodi tematici più frequenti del mito classico?”.
Nodi tematici a parte, come dimenticare la moltitudine di creature mitologiche che ha influito sull’immaginario fantastico? Arpie, centauri, chimere, fauni, giganti, Gorgoni, sirene e molte altre ancora, che assieme agli esseri e ai mostri delle saghe nordiche sono stati riveduti e trasformati nel corso dei secoli fino a comporre un bestiario illimitato. Basti pensare alla saga fantasy e ai videogiochi aventi per protagonista lo strigo Geralt di Rivia, a opera dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski.
Celebre la figura di Cerbero, il cane a tre teste a guardia dell’Ade, così come le tre Moire (Parche nella mitologia romana, Norne in quella nordica). Rappresentano la personificazione del destino ineluttabile. Il loro compito è tessere il filo del fato di ogni uomo, svolgerlo e infine reciderlo, segnandone la morte.
Un paragrafo a parte va dedicato ai libri per ragazzi di Percy Jackson e gli dèi dell’Olimpo (Rick Riordan, Mondadori), dove il giovane protagonista scopre di essere il figlio di Poseidone, e allo scrittore italiano Valerio Massimo Manfredi, che con i romanzi ambientati nell’antichità Alexandros,Lo scudo di Talos, L’ultima legione, L’oracolo, Palladion, Le paludi di Hesperia e, di recente, Il mio nome è nessuno (Mondadori, 2012) affronta alcuni dei più famosi miti ellenici in chiave storico-avventurosa.

Oltre a Troy, l’esempio più riuscito è forse quello di 300, l’adattamento cinematografico diretto da Zack Snydersulla base della graphic novel di Frank Miller (pochi sanno, però, che il fumetto è ispirato a sua volta a un altro film, L’eroe di Sparta, 1962).
Non solo: chi è nato tra gli anni ’80 e ’90 ricorderà senz’altro leserie televisive Hercules, con Kevin Sorbo, e Xena, la principessa guerriera in viaggio per redimere i suoi peccati.
In tema di videogiochi, infine, spicca tra tutti God of War, incentrato sulle avventure sul Fantasma di Sparta, Kratos, un guerriero senza onore assetato di vendetta nei confronti di Ares. Le mele d’oro del giardino delle Esperidi che Eracle ha il compito di recuperare nelle sue famose dodici fatiche sembrano fornire invece l’ispirazione ideale per Assassin’s Creed, dove l’assassino Altaïr si impossessa del Frutto dell’Eden, un manufatto in grado di controllare i cuori e le menti di chi lo contempla.
Alfonso Zarbo
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