Scheda:
Titolo del racconto: La Chiave delle Furie
Titolo del libro: Il libro dei gatti immaginari
Autore del racconto: Dalmazio Frau
Curatore: Gianfranco de Turris
Illustratore: Dalmazio Frau
Editore: Jouvence
Collana: Finzioni
Genere: sword and sorcery/fantasy storico
Pagine: 390
Data di pubblicazione: 2016
Prezzo: 20,40
Trama: Questo omaggio ai felini ci viene da ben 25 autori italiani diversi, con storie espressamente richieste e scritte appositamente per l’iniziativa, e tutti, ovviamente, gattofili. Narrazioni, le loro, in cui il gatto è il reale protagonista, palese o segreto, non solo, ma anche efficace e positivo, indipendentemente dalla sua sorte personale. Insomma, in queste storie – che spaziano dal realista al fantastico, dallo storico all’orrorifico, dal poliziesco al fantascientifico – il gatto si presenta come protagonista diretto o indiretto, comunque come il vero “eroe positivo” della trama. Demiurgo e Vendicatore, Protettore e Risolutore, Pronubo e Difensore, Osservatore e Testimone, Samaritano e Nemesi, Guardiano, Psicopompo e Revenant, abitatore di Due Realtà che combaciano e che soltanto lui ha la capacità e il privilegio di poter conoscere passando da una all’altra a nostra insaputa, poveri ottusi. Come tale quindi il gatto di questi racconti ha anche la possibilità d’insolite frequentazioni e non solo con personaggi della storia, ma anche di miti e leggende e addirittura con esseri immaginari protagonisti di film e romanzi famosi, a dimostrazione di come possa vivere certamente le sue famose sette vite, ma addirittura sette realtà diverse! Nume tutelare dell’impresa è H.P. Lovecraft, gattofilo se mai ce ne fu uno, di cui si pubblica in appendice il saggio-conferenza Gatti e cani del 1926, un vero e proprio manifesto della felinità.
“Il cane dà, il gatto è.”
H. P. Lovecraft
Commento:
Sono felice di presentarvi L’angolo della short story, una nuova rubrica di Hyperborea interamente dedicata ai racconti brevi, che hanno poco spazio nel mercato editoriale odierno. Eppure questo formato narrativo era molto apprezzato negli anni ‘30 del secolo scorso grazie alle riviste pulp come Weird Tales che hanno dato grande propulsione a tutta la narrativa dell’immaginario (fantasy, fantascienza, horror, weird).
Ma veniamo a noi.
Oggi ho il piacere di parlarvi de La Chiave delle Furie, una storia scritta da Dalmazio Frau, facente parte de Il libro dei gatti immaginari, antologia di racconti curata da Gianfranco de Turris e pubblicata nel 2016 dalla Jouvence, in cui è presente anche Gatti e Cani di H.P. Lovecraft, ottimo saggio del solitario di Providence relativo ai nostri amici felini.
L’Autore ci narra una vicenda ambientata nella Roma del XVI secolo che ha come protagonista il giovane Benvenuto Cellini. L’orafo si trova suo malgrado costretto da Betsabea degli Amadigi a recuperare la Chiave delle Furie, custodita nei sotterranei della chiesa di San Giorgio al Velabro. Tale missione non sarà per nulla agevole, atteso che la preziosa reliquia è protetta da creature mostruose come il basilisco dallo sguardo impietrente.
Anzitutto è bene evidenziare che in questo racconto sono rilevabili gli stilemi fondanti del genere di spada e stregoneria. Abbiamo infatti un antieroe che non esita a commettere atti illeciti per soddisfare le sue esigenze economiche e sessuali, ma che al contempo è dotato di coraggio e di un preciso codice morale (Benvenuto Cellini), sono presenti mostri come basilischi e altre creature terrificanti, la stregoneria si palesa in maniera palese ed infine vi è una donna flessuosa e prorompente che induce in tentazione il nostro argentiere (Betsabea degli Amadigi).
Tali brevi considerazioni potrebbero far pensare che si tratti di una short story puerile e banale, atteso che questo modello narrativo si ripete ormai da quasi un secolo nei racconti di fantasia eroica.
Ma è proprio qui che occorre soffermarsi poiché l’Autore, ben conscio tutto ciò, segue il filone fondamentale del genere riuscendo comunque ad innovarlo con maestria.
In primo luogo, per quanto attiene al setting, a dispetto della stragrande maggioranza degli scrittori di fantasy che utilizzano un’ambientazione celtica o pseudoceltica, la vicenda si sviluppa in Italia nel cinquecento, periodo storico frizzante che non risulta adottato da altri scrittori di fantasia eroica. Peraltro il protagonista è Benvenuto Cellini, collerico e abile orafo la cui vita di eccessi offre notevoli spunti narrativi (1).
In secondo luogo si fruisce del folclore italiano e della mitologia greca, mentre normalmente sono i miti norreni a farla da padrone. Di grande pregio è l’inserimento della leggenda delle Furie, generate dalla Madre Terra mediante il sangue di Urano, evirato da Crono (2).
In terzo luogo il racconto è pregno di elementi simbolici che in questa sede non è possibile analizzare. Su tutti, si pensi ad esempio al gatto, animale che rappresenta il legame tra l’uomo e tutto ciò che attiene al mondo spirituale, soprannaturale e magico.
In quarto luogo la storia è ben scritta e si sviluppa in maniera rapida senza inutili orpelli, conducendoci ad un finale inatteso che lascia aperte molteplici interpretazioni al lettore.
Per questi motivi ritengo che La Chiave delle Furie di Dalmazio Frau sia un racconto originale e divertente che poco ha da invidiare a molti dei suoi colleghi più illustri. Mi sento di consigliarlo a tutti gli amanti del fantasy e anche a coloro che amano il weird.
Note:
- BENVENUTO CELLINI, Vita, BUR, Rizzoli, Milano, 1985.
- ROBERT GRAVES, I Miti Greci, Longanesi, Milano, 2012, p. 30.
Autore: Dalmazio Frau (Sassari, 1963), pittore, illustratore, studioso dell’arte del Medioevo e del Rinascimento, di miti, simboli ed ermetismo; scrive d’arte su “Il Giornale OFF”, “Totalità”, “La Confederazione Italiana”; cura la rivista sulle arti “Diònysos” (Tabula Fati) e ha scritto: Senza arte né parte (2013), L’Arte Ermetica. Bosch, Brueghel, Dürer, Van Eyck (2015), L’Arte spiegata a mia cugina (2016). Vive a Roma con sua moglie archeologa e un gatto certosino di nome Conner.