Ma veniamo al mito irlandese. La prima e assoluta protagonista è Ériu, l’Isola di Smeraldo, con le sue pianure e i suoi laghi, le sue colline e i suoi fiumi. La storia dell’Irlanda, con le cinque province e il suo popolo fiero, i suoi eroi furibondi e i suoi poeti malinconici, è scandita dalle invasioni dei popoli che nel tempo occuparono, popolarono e si disputarono l’isola, definendo le basi della società. Da una linea dei Clanna Nemid, per esempio, sorgono le Túatha Dé Danann, un popolo di esseri semidivini votati alla guerra e alle arti druidiche. Guidate dal dio Lugh in persona nella grande battaglia di Magh Tuiredh, cacceranno per sempre la razza dei crudeli Fomori dall’isola.
La tradizione attribuisce alle Túatha Dé Danann quattro meravigliosi tesori, portati in Irlanda da quattro grandi città i cui soli nomi evocano un mondo fatato e fantastico: da Finias proviene la spada di Nuada, che rende invincibile chiunque la impugni; di Gorias è la lancia consegnata a Lugh dal Lungo Braccio che non fallisce mai il bersaglio; dalla città di Murias viene portato il Calderone di Dagda, capace di sfamare un esercito senza svuotarsi mai, e da Fálias giunge Lía Fáil, la Pietra del Destino, che grida di gioia solo se calpestata da un legittimo Alto Re d’Irlanda, lo ringiovanisce e gli garantisce un lungo governo.
Di grande fascino è anche Morrigan, regina suprema delle Túatha Dé Danann che soprintende al benessere e ai conflitti del popolo fatato contro i Firbolg per il possesso della terra d’Irlanda. I bardi e gli arpisti l’hanno concepita non tanto come dea, bensì come una trinità. Un singolo spirito di grande ferocia, in possesso di almeno tre nomi diversi e di tre divinità separate: quando compie misteriose magie con il sangue versato in battaglia è soprannominata Macha; il nome Badb le viene attribuito quando si trasforma in un essere gigantesco e predice ai soldati il futuro che li attende in battaglia; Neman, infine, rappresenta l’essere che muta forma. Tutte e tre scivolano nel corpo di cornacchie nere per sorvolare i campi di battaglia in attesa di nutrirsi delle vittime.
Tra gli eroi leggendari non si può dimenticare nemmenoFionn Mac Cumhaill, capo dei Fianna: una confraternita di soldati di ventura e banditi. Le sue gesta sono narrate nel Ciclo feniano e forse fanno riferimento a un capo mercenario vissuto realmente in Irlanda nel terzo secolo dopo Cristo. Orfano di padre, Fionn possiede poteri magici che utilizza per eliminare le forze sovrannaturali che minacciano il suo paese. Come l’Artù letterario, che molto deve a questa figura, il capo dei Fianna viene tradito dalla sua sposa, fuggita con il campione Diarmuid. Sempre come il re di Camelot, anche Fionn trova la morte in battaglia contro forze soverchianti: gli stranieri di Lochlann (appellativo con cui i Gaelici indicavano i vichinghi) e Fer-Li, nipote dell’uomo ucciso nel corso della sua infanzia per vendicare il padre. Allo stesso modo, così come Artù attende ad Avalon il giorno in cui si sveglierà per salvare la Britannia, allo stesso modo Fionn riposa sotto le colline fatate, nell’attesa di sollevare l’Irlanda dall’oppressione straniera.
In quanto alle contaminazioni, non possiamo fare a meno di citare ancora una volta Robert Ervin Howard, baluardo del fantasy epico, che tra gli sterminati racconti include anche quelli sul re dei Pitti Bran Mak Morn – pronto ad accettare la sfida dell’acciaio all’incombere della minaccia dei celti e al sorgere della potenza del nuovo impero romano – e sul guerriero danese Turlogh O’Brien.
Sempre nel fantasy assume grande importanza la figura del druido, nella realtà depositario della cultura del popolo celtico che seppe mantenere il proprio ruolo per secoli nonostante la rivalità con l’impero romano. Il più famoso in campo fantastico è sicuramente Allanon, mentore della famiglia Ohmsford nella prima trilogia di Shannara scritta da Terry Brooks.
Non è da meno la figura della Morrigan: da semplice nome di un personaggio nel videogioco Dragon Age – Origins ad antagonista nella saga I segreti di Nicholas Flamel, l’immortale di Michael Scott.
Nella musica metal, invece, è il Kalevala a ripercuotersi nei titoli e nei testi, a partire dal gruppo finlandese folk/viking Ensiferum, in quello death/progressive Amorphis e in quello folk italiano degli omonimi Kalevala.
Sul versante cinematografico sono da menzionare quantomeno Braveheart – Cuore impavido, doveMel Gibson interpreta il condottiero scozzese William Wallace nella rivolta contro il re d’Inghilterra Edoardo I, e il più recente Ribelle – The Brave, mentre dal 2012 si vocifera di un probabile adattamento con Michael Fassbender per Cuchulainn.
In Hellboy: The golden army il principe degli elfi prende in prestito dalla mitologia irlandese il nome Nuada, primo sovrano dei Túatha Dé Danann noto con l’epiteto di Airgetlám “mano d’argento” (e Airgetlám, a sua volta, ricorderà ai lettori di fantasy il soprannome di Eragon nel Ciclo dell’eredità di C. Paolini).
Alfonso Zarbo
Le edizioni più recenti
Isabella Abbiati e Grazia Soldati (a cura di), I Mabinogion, Venexia, 2011.
Elias Lönnrot, Marcello Ganassini (a cura di), Kalevala. Il grande poema epico finlandese, Edizioni Mediterranee, 2008.
Fonti
La Morrigan: regina spettrale della guerra, Divinità, collana Miti e Leggende, Hobby & Work, 1998.
Fionn Mac Cumhaill e il Ciclo dei Fianna, CelticWord, www.celticworld.it
I nomi di Ériu, Bifröst. Il ponte arcobaleno, www.bifrost.it
Le Túatha Dé Danann, Bifröst. Il ponte arcobaleno, www.bifrost.it
Imprese epiche, collana Miti e Leggende, Hobby & Work, 1998.
Gesta eroiche, collana Miti e Leggende, Hobby & Work, 1998.