Contrabbandieri di Fantasy

Di seguito un articolo di Davide Mana, apparso su Strategie Evolutive quattro anni or sono, che sentiamo di condividere con voi.


I cinesi ammonivano…

attenti a ciò che desiderate8
i vostri desideri si potrebbero avverare

Io da ragazzo desideravo due cose.

  1. Più romanzi fantasy sugli scaffali
  2. Più spazio per gli autori italiani

Che idiota.
Perché naturalmente, i cinesi avevano ragione.
Gli scaffali sono ingombri di ciarpame, spesso prodotto a cottimo da autori nazionali molto poco dotati – succede – e spacciato a un pubblico sempre più ignorante e desensibilizzato. E poi, certo, storie di zombie scritte da zombie per un pubblico di zombie*.
Si arriva ad avere lettori fermamente convinti che il fantasy sia un genere rigido, dalle opzioni limitate, con strutture estremamente codificate.
Insomma, una gran barba.
Ma non è affatto vero.

La rigidità, casomai, è editoriale – l’editore che ha fatto un colpaccio con un certo romanzo (un certo mix di trama, personaggi, situazioni) decide di riproporre una minima variazione sul tema, per sfruttare lo stesso mercato.
O magari è per inseguire la concorrenza: Del Rey stampa Shannara perché Ballantine & Ace hanno sfondato con Tolkien.
La pigrizia innata del lettore di genere – che cerca more of the same – incontra perfettamente questa politica editoriale, ed il risultato è la codifica del genere in un range molto stretto.
Negli ultimi anni, questa codifica…
No, un attimo.
Il fantasy derivativo è sempre esistito.
Gli scaffali degli anni ’80 straripavano di planetary romance, cloni di Conan e fantasy pseudoceltico.
E come ho già detto in passato, ci sono letture estremamente divertenti che sono anche estremamente derivative.
L’impressione è che negli ultimi tempi, tuttavia, la codifica sia diventata l’unico parametro, l’unica chiave.

Esiste soltanto più il fantasy dinastico pseudo-alto, con elfi o metaumani equipollenti, guerre a grande scala, eroine indomite e adolescenti, draghi, non meno di sei volumi da 600 pagine.

Ma anche questo non è vero.
Esiste un sacco di fantasy che è originale, divertente, ben scritta e assolutamente non canonica.
Il problema è scovarla.
Tanto per parlare di cose che da noi non si vedono, al momento si pubblica della solida sword & sorcery (specie racconti), si pubblica del fantasy di ambientazione esotica (basato su mitologie e folklori non eurocentrici), del buon fantasy rinascimentale o comunque non-medievale. C’è molto fantastico puro (ho sui miei radar un romanzo che ha per protagonista un ornitorinco), ci sono un sacco di cose divertenti.
Il problema è procurarsele.

Ecco quindi alcuni consigli per diventare contrabbandieri del fantasy.

Primo – leggete in inglese.
Lo so, non è facile, ci vuole impegno, bla bla bla.
Nessuno vi obbliga.

Secondo – tenetevi aggiornati attraverso canali validi.
Io, è noto, giuro e spergiuro su Black Gate – vi basta seguirne il blog, non è strettamente indispensabile abbonarsi alla rivista.
Un altro posto da tenere d’occhio è lo SF Site, che recensisce un sacco di materiale interessante.
Trovare un recensore di cui ci fidiamo è un passo importante.

Terzo – se vi piace un autore, seguitelo.
È probabile che abbia un blog o un account twitter.
A parte tenervi informati sulle sue attività, è molto probabile che vi segnali libri di autori che potrebbero piacervi.

Quarto – correte dei rischi.
fatevi un giro su Amazon.co.uk e comperatevi un orrido paperback usato a 1 centesimo di un titolo di cui avete letto bene ma sul quale non vorreste rischiare.
Se si rivelerà una ciofeca, potrete usarlo per accendere la stufa, o regalarlo a un vostro nemico – se si rivelerà un capolavoro inarrivabile, potrete sempre comprarne una edizione deluxe e costruirgli un altarino sul vostro scaffale.
Tenete gli occhi aperti per le offerte di ebook gratis o superscontati.
Battete le bancarelle per vecchi titoli stampati in Italia in tempi più civili.

Il che ci porta al quarto bis – spulciate il vecchio catalogo.
Il passato ha un suo peso.

Quinto – abbassate la cresta.
Secondo Marlene Dietrich “non serve un dottorato in psicologia per capire che uno spettatore qualunque al quale venga chiesto di diventare un critico, si sforzerà di segnalare errori, difetti e inconsistenze.”
Siate compassionevoli con ciò che leggete.
Tenete presente che molti presunti esperti si sentono in dovere di segnalare sempre e comunque una quantità di difetti, e di assumere un atteggiamento blasé, per autenticare la propria autorevolezza: si arriva al punto che si sentono in dovere di parlar male persino di ciò che gli piace – se gli piacesse e basta, sarebbero lettori qualsiasi.
Non cascate nella stessa trappola – costruitevi un gusto, non una serie di tabù.

Ricordatevi

i miei gusti sono semplici, desidero solo il meglio

è stato usato come slogan per una linea di cibo per gatti.

Sesto – spargete la voce.
In fondo, l’idea è di contrabbandare ciò che c’è in giro di buono e di originale, no?

Servirà a qualcosa?
Beh, tutto serve a qualcosa.
———————————————–
* Chissà se così mi sono fatto abastanza nemici?

Davide Mana

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