Scheda:
Titolo: Il Prigioniero della Torre
Autore: Nerdheim
Genere: fantasy
Data di pubblicazione: 2013
Prezzo: € 18,71
Disponibile in eBook a € 2,99
Trama: In un tempo non ancora lontano, un manipolo di Eroi Epici salvò il mondo dal Signore Oscuro e dalle armate delle tenebre. Oggi il mondo li ha dimenticati. Con le chiome non più folte che incanutiscono e le ossa che cominciano a scricchiolare, i vecchi Eroi si arrabattano per sbarcare il lunario, scroccando impunemente l’ospitalità dei vecchi amici e tentando di sfuggire alle orde fameliche dei creditori. Tuttavia, quando una nuova minaccia calerà sulla terra di Agaland, saranno Loro i soli a levarsi per proteggerla. Mentre un’insolita pioggia di stelle reca il presagio di eventi straordinari, gli Eroi in pensione tentano di scoprire il filo che lega la sparizione di greggi, carovane e intere città all’arresto di un enigmatico straniero, custode di indicibili segreti. Ma per riuscire nell’impresa dovranno di nuovo confrontarsi con il loro più acerrimo nemico: il redivivo Signore Oscuro in persona – a sua volta invecchiato, un poco imbolsito e soprattutto molto, molto arrabbiato. Il Prigioniero della Torre è il primo episodio della muscolosissima, baffutissima, villosissima saga ‘La Leggenda Leggendaria degli Eroi Epici’, opera di esordio dell’ipertricotico collettivo Nerdheim.
Commento:
Alcuni scrittori in erba utilizzano la parodia per giustificare la propria incapacità di scrivere romanzi fantasy di buona fattura. Chi legge e soprattutto recensisce fantasy sa bene che non sono pochi quelli convinti che per lanciarsi basta possedere il cofanetto Blu Ray di Peter Jackson o aver visto l’intera serie serie del Trono di spade.
Fortunatamente i ragazzi di Nerdheim non rientrano nella cerchia di questi scrittori da quattro soldi e si presentano con un romanzo che possiede uno stile classico nella prima parte capace di destare l’interesse dei lettori classici dei più bei romanzi epic e sword and sorcery. Fin dall’inizio si ha l’impressione di leggere un’avventura di Dragonlance con combattimenti di cui sarebbe fiero lo stesso Howard, il tutto interrotto da uno “sfoglia sfoglia” che solo più tardi farà capire il vero tono del romanzo.
Il capitolo dopo ci si ritrova con gli stessi eroi alle prese con un avventura fuori dagli schemi. Eroi imparagonabili a quelli descritti precedentemente che, pur essendo le stesse persone (meglio dire esseri), con il passare degli anni hanno messo su qualche chilo, vizio e ruga di troppo. E lo stesso dicasi per il “cattivo” (le virgolette sono d’obbligo) che utilizza i classici cliché fantasy per creare situazioni curiose e mai banali.
Una piccola sinossi della trama può far comprendere a chi legge questa recensione ciò che voglio far intendere.
La storia vede due gruppi di avventurieri: un gruppo di eroi che tempo prima aveva sconfitto un malvagio signore oscuro, intenti a trovare la causa di strani attacchi ultraterreni nel mondo di Agaland; una sorta di mezzorco che, grazie all’aiuto di un’apprendista maga e uno stalliere, cercherà di ritrovare un artefatto arcano sottrattogli alla sua cattura.
Ho omesso un particolare importante per non spoilerare la storia, visto che io stesso ho letto il libro senza guardare la sinossi ufficiale. E vi consiglio caldamente di fare altrettanto, qualora questa recensione vi convinca a leggere l’opera. Diciamo che leggere il Prigioniero della Torre senza guardare la sinossi equivale a vedere Terminator 2 senza sapere che c’è un Terminator buono.
A proposito dei personaggi, sono tutti ben caratterizzati. Ognuno di essi richiama i classici stereotipi dello sword and sorcery ma, come già accennato, con qualche difetto in più: si va dal barbaro con la panza fino al mago anziano che si addormenta di continuo, passando per il cavaliere bistrattato e il ladro opportunista. Persino alcune parti sembrano fare l’occhiolino alle classiche storie fantasy, come quella dove il maestro allena i suoi allievi o la descrizione dell’Ordine delle Spade dove un cavaliere più basso e meno importante ricopre appunto il ruolo di “mezza spada”. A essere sincero ci sono alcune parti che avrei preferito evitare, come quella dove il ladro riesce a far invaghire di sé chi li tiene prigionieri, ma si tratta di poche pagine di tanto in tanto.
Lo stile di scrittura è ottimo, la narrazione riporta gli eventi e i dialoghi con interessanti commenti in stile simil-tolkeniano. In questo modo si creano situazioni dove paragrafi a prima vista insensati vengono spiegati successivamente evitando descrizioni durante la lettura che spezzerebbero le scene d’azione.
Piccola nota negativa per le citazioni. Molte fanno il verso a film o videogiochi, avrei preferito più richiami a opere letterarie
Una cosa invece che mi ha profondamente deluso è il finale. Niente di osceno, ma ho trovato la soluzione finale poco consona per un fantasy e addirittura un po’ sciocca. Sono certo comunque di ricredermi leggendo il seguito
Il prigioniero della torre va premiato. I ragazzi di Nerdheim hanno la mia stima per esser riusciti a creare un romanzo ironico senza comicità da gabinetto e scrivendo il tutto con stile. Se volete leggere un romanzo un po’ fuori dagli schemi o desiderate far appassionare qualcuno di fantasy, il prigioniero della torre è ciò che fa per voi. Per quanto riguarda il finale si tratta di un mio parere che non ha inficiato più di tanto nel voto. Consiglio inoltre al team di scrivere anche qualcosa di più serioso: hanno le risorse e le capacità per farlo.
Antonio Spettro Amodeo