Tom lo Striato vive in pace con la famiglia nella tenuta che ha avuto in dono dalla Corona per gli anni di leale servizio. Ma dietro quella facciata di tranquillo e rispettabile signore di campagna si nasconde un passato turbolento. Perché Tom non è altri che FitzChevalier: discendente bastardo della dinastia dei Lungavista ed ex assassino di corte, che tutti credono morto e sepolto. Per il re si è sporcato le mani di sangue e ha perso ciò che aveva di più caro. Nelle sue stanze conserva ancora una pietra scolpita che ritrae un uomo, un lupo e un giullare. Un tempo, i tre erano amici inseparabili: Fitz, Occhi-di-notte e il Matto. Ma il secondo è morto da un pezzo e il terzo ha fatto perdere le sue tracce. Fino alla notte in cui una messaggera dalle dita bianche come il ghiaccio bussa alla porta del maniero, per poi sparire nel nulla senza lasciare alcun messaggio – solo una costellazione di stelle di sangue sul pavimento. Chi l’ha mandata, e che ne è stato di lei? È una notte strana, fatta di oscuri presagi e volti sconosciuti che arrivano a turbare una festa d’inverno. È il passato violento che fa irruzione all’improvviso nella pace del presente. E, da allora, niente sarà più come prima. Perché Fitz, per proteggere il suo nuovo mondo e le persone che ama, dovrà decidere se tornare a vestire ancora una volta i vecchi panni dell’assassino.
Titolo originale: Fool’s Assassin | Edizione originale: 2014 | Edizione Italiana: 2015, Sperling & Kupfer | Collana: Pandora | Pagine: 595 | Rilegato con sovraccoperta | Prezzo di copertina: 19,90€ | Ebook disponibile al prezzo di 9,99€ | ISBN: 978-8820059361
Robin Hobb, pseudonimo di Margaret Astrid Lindholm Ogden (5 marzo 1952, California), è prolifica scrittrice statunitense, famosa a livello internazionale soprattutto per i suoi romanzi fantasy. Dal 1983 al 1992 ha pubblicato anche numerose storie di fantascienza con il nome di Megan Lindholm.
Con L’assassino. Il ritorno (Fool’s assassin, 2014) Robin Hobb inaugura la nuova serie Fitz and the Fool Trilogy,dedicata al personaggio che l’ha resa famosa a livello mondiale, FitzChevalier Lungavista, bastardo reale addestrato dal Re come Assassino di corte.
Le due trilogie che precedono questa nuova serie, tutte pubblicate da Fanucci editore, sono Trilogia dei Lungavista (L’apprendista assassino; L’assassino di corte e Il viaggio dell’assassino); Trilogia dell’Uomo Ambrato (Il risveglio dell’assassino, La furia dell’assassino e Il destino dell’assassino).
FitzChevalier, conosciuto da anni come Tom lo Striato, vive con la moglie Molly nella casa padronale di Castelcervo, donatagli in passato dal Re per i suoi preziosi servigi alla corona. In ricordo dell’amicizia che lo legava al fedele lupo ormai scomparso Occhi-di-notte e il Matto, dileguatosi da tempo, egli conserva su una mensola un trittico scolpito nella pietra che li ritrae insieme. Il suo passato violento riaffiora inaspettatamente una sera, scatenato da un evento oscuro, che lo sottrarrà alla vita pacifica di Castelcervo: un messaggero ignoto giunge in paese alla ricerca dell’ex assassino; senza riuscire a trovarlo, lo sconosciuto scompare misteriosamente, lasciando di sé solo una scia di sangue. Sarà per proteggere le persone che ama che Fitz si vedrà costretto a rivestire i panni dell’abile assassino che fu un tempo.
Robin Hobb narra di misteri, avventure, eroi, intrighi e poteri straordinari, come quello dell’Arte, il potere di modificare la percezione e controllare gli altri mentalmente, e lo fa con uno stile piacevole ma incisivo, solido, che radica il lettore alla storia, senza promuovere significativi voli di fantasia, eppure trascinandolo con prepotenza nel suo mondo e investendolo delle emozioni proprie dei personaggi. Quello dell’autrice è un vero e proprio gioco empatico tra la parola scritta e la parola letta, un divertimento che scaturisce dall’uso sapiente ed altalenante di temi come l’iniquità, la vendetta, la giustizia, vissute in modo intimo, che culminano in azioni ricche di forza, coraggio, o avventate, perché gravate da un vissuto interiore spesso trattenuto e travolgente.
I suoi personaggi non sono paladini classici, fulgidi e impeccabili, ma eroi imperfetti, e proprio per questo più vicini al vissuto di chi legge; ognuno di essi è eroe della sua storia, porta con sé un vissuto travagliato, un’inquietudine irrisolta dovuta ad ostacoli spesso insormontabili, ma anche una notevole capacità di risolvere i problemi, grandi speranze e profondi desideri. Sono personaggi complessi, ricchi di sfumature, ben costruiti.
Ad ogni singola personalità viene concesso il tempo necessario per renderla vera, riconoscibile, pienamente identificabile, ed è proprio per questa caratterizzazione massiccia che spesso il ritmo appare un po’ lento, ma è assolutamente intenzionale ai fini della narrazione, perché è lo stretto legame che da tutto ciò è creato che rende la lettura seguente più rapida, coinvolgente, reale. È così che le azioni compiute dai personaggi vengono assorbite e condivise, grazie un crescente sentimento di compassione, inteso nel senso più letterale del termine.
La maestria con cui è gestita l’intera struttura narrativa supplisce alla scarsa presenza di azione, che non rappresenta tuttavia un punto debole del romanzo. Il linguaggio è usato con grande consapevolezza dei termini più diretti e coinvolgenti e l’impatto nella lettura è forte, aiutato dall’approfondimento di temi importanti come il sentimento paterno che Fitz sviluppa nel tempo nei confronti della piccola Bee, o la stessa volontà di protezione nei confronti del proprio mondo affettivo che lo spingerà a fare la scelta più difficile, abbandonare la vita placida di Castelcervo e tornare ad essere un assassino. Ed è ricorrente nei romanzi di Robin Hobb il tema della scelta: essa è il punto nodale da cui la storia del singolo prende forma, influenzando inevitabilmente il vissuto di chi è chiamato a condividere una parte, grande o piccola, della vita dell’eroe così come della persona normale. La scelta è libertà che crea il destino dell’uomo e conduce a situazioni ed incontri dalla portata misteriosa e imprevedibile: “Ci sono momenti che cambiano il corso della vita, e spesso non ci rendiamo conto di quanto siano importanti certi incontri se non dopo molti anni”.
Un romanzo che nonostante la mole resta fino all’ultima pagina estremamente trascinante, interessante senza mai stancare. Una vera perla preziosa del fantasy contemporaneo, da leggere e da gustare, appassionatamente.
Artemisia Birch
Robin Hobb (pseudonimo di Margaret Astrid Lindholm Ogden) è nata in California nel 1952 ma è cresciuta in Alaska, dove ha imparato ad allevare un cucciolo di lupo, scuoiare un alce e sopravvivere nelle terre estreme: abilità che le sono tornate molto utili quando ha sposato un uomo che dedicava metà dell’anno alla pesca al salmone. Mentre cresceva quattro figli, mandava avanti una piccola fattoria e distribuiva la posta nella sua remota comunità, Hobb ha iniziato a scrivere racconti e romanzi che hanno fatto di lei un’autrice tradotta in tutto il mondo. Ora vive a Tacoma, nello Stato di Washington. Insieme a George R.R. Martin, è una delle firme più amate del fantasy contemporaneo e ha vinto i premi più importanti riservati a questo genere: l’Hugo Award, il Locus Award, il Nebula Award, il British Fantasy Society Best Novel Award e il Dutch Elf Fantasy Award. I suoi romanzi, bestseller da milioni di copie, compaiono regolarmente nelle classifiche dei libri più venduti negli USA, in Gran Bretagna, Francia e Germania.
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