Articolo di Davide Mana, tratto dal suo blog Strategie Evolutive.
Il volume numero 20 della Fantacollana è Il Mondo di Nehwon, di Fritz Leiber, ha una copertina di Karel Thole ed è gigantesco.
Questo perché, con una decisione che non mi sono mai spiegato, i curatori decidono di pubblicare in ununico volume le quattro raccolte di racconti di Fafhrd e del Gray Mouser che costituiscono il prequel del già pubblicato Le Spade di Lankhmar.
Il volume Nord include perciò
Swords and Deviltry (1970)
Swords against Death (1970)
Swords against Wizardry (1968)
Swords in the Mist (1968)
I racconti di Fafhrd e del Mouser riuniti in questi quattro volumi (e nel colosso della Nord) erano variamente usciti su differenti riviste e antologie fra gli anni ’40 e gli anni ’70, e coprono quindi un ampio periodo della produzione e dell’evoluzione di Fritz Leiber, autore del quale non si potrà mai dire altro che bene.
Fantasy-fantasy, quindi – sword & sorcery ma lontana dal modello di Howard.
Leiber privilegia l’intelligenza, il dialogo, il machiavello.
La violenza è breve e tutt’altro che idealizzata.
Anche i piani migliori vanno a gambe all’aria.
Strana decisione, dicevo, quella del volume unico.
Se la scelta di pubblicare l’unico romanzo della serie per primo è comprensibile – il pubblico preferisce i romanzi, ci dicono gli editori – quella di fare un solo volume-monstre di tutte le storie di Lankhmar rimane, a mio parere, curiosa.
Perché non fare come con le raccolte di Conan?
O perché non fare due volumi?
Forse il pubblico non aveva colto la qualità dell’opera di Leiber, e si cercava di impressionarlo con la quantità?
Non lo sapremo mai.
Resta il fatto che Il Mondo di Nehwon è colossale per molti altri motivi.
Le storiedi Fafhrd e del Grey Mouser sono uno dei capisaldi della letteratura fantasy e della sword & sorcery.
Non si tratta solo di capacità inventiva – il mondo di Nehwon, del quale Lankhmar, la Città dalla Toga Nera, è l’ideale capitale (im)morale, esiste sulla superficie interna di una bolla d’aria in perenne ascesa verso l’ignoto, in un universo che è un oceano, e nel quale ogni bolla è un mondo*.
Non si tratta neanche della palese dimostrazione della flessibilità del genere – che usando la stessa coppia di protagonisti e lo stesso universo, ci offre dall’avventura classica al noir, al weird, all’avventura marinaresca.
Ciò che rimane inarrivabile è la facilità con la quale Leiber riesce a nobilitare anche una storiella costruita sul nulla con un linguaggio che è assolutamente perfetto.
Avere a disposizione la prosa di Leiber in una traduzione di qualità – come nel caso di questo volume – è una autentica meraviglia.
E poi, naturalmente, noi italiani, l’omnbus leiberiano – che oggi pare essere lo standard nel mondo anglosassone – ce l’avevamo trent’anni prima.
Inutile parlare di trame – ogni racconto è un gioiello.
Di azione ed avventura (I gioielli nella foresta)
Di surrealismo (Il Bazaar del Bizzarro)
Di satira (Tempi magri a Lankhmar)
Di crudeltà (Triste incontro a Lankhmar)
Di ribalderia (Quando il re del mare è assente)
Colossale.
Fafhrd e il Mouser sarebbero tornati in Spade fra i Ghiacci (che usciva negli USA proprio mentre da noi usciva questo volume) e nel volume finale, Il Cavaliere e il Fante di Spade (che brucia malamente il titolo originale, The Knight and Knave of Swords).
Ma tutto questo è di là da venire.
Per ora, abbiamo questo volume che pare un dizionario, è che è letteralmente zeppo di meraviglie.
Sciocco dettaglio personale – so di compiere un atto sacrilego, ma ho sempre trovato la copertina di Karel Thole particolarmente… no, non brutta (Thole non ha mai fatto una copertina brutta) ma poco convincente – il Mouser in particolare pare uno stregone incartapecorito e artritico.
E non sono solo ragionamenti da fanboy – quella copertina e il prezzo non proprio amichevole del volume mi spinsero ad acquistarlo e leggerlo relativamente tardi.
Ma naturalmente, non è mai troppo tardi per amare Leiber.
E per rivalutare la copertina di Thole
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* Dove sono i vostri boschi degli elfi, adesso?
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