Il primo capitolo del ciclo “La Terra morente” è ambientato in un futuro remoto in cui il crepuscolo della Terra ormai giunta alla sua fine pervade ogni cosa, anche la mente degli uomini, condizionandone emozioni e sentimenti. In una realtà cupa e corrosa dal tempo, la popolazione umana si riduce ogni giorno sempre di più, sopravvivendo in strutture un tempo lussuose e ora decadenti. Strane figure ormai indistinguibili si muovono come zombie: avventurieri e stregoni, esseri umani e non umani, mostri grotteschi terreni e soprannaturali. La scienza è stata sostituita da un miscuglio di magia e tecnologia, con regole, formule e leggi tutte nuove. Il passato è un ricordo tenebroso che pochi cercano di riscoprire, occupati a vivere un tempo che scorre lento ma inesorabile.
Titolo: La Terra Morente (Tradotto anche col titolo “Il Crepuscolo della Terra”) | Titolo Originale: The Dying Earth | Ciclo della Terra Morente (Dying Earth series) Volume 1 | Autore: Jack Vance | Anno: 1950 | Editore: Fanucci Editore | Collana: TIF Extra | Pagine: 176 | Traduzione: Maria Teresa Aquilano e Roberta Rambelli | Prezzo: 9,90€
Il romanzo “La Terra morente”, conosciuto anche come “Crepuscolo della Terra” (“The Dying Earth”, conosciuto anche come “Mazirian the Magician”) di Jack Vance è stato pubblicato per la prima volta come libro nel 1950 dopo che i racconti che lo compongono erano stati in precedenza pubblicati su rivista. È il primo romanzo del ciclo della Terra morente. Nel 2001 è stato finalista al Premio Retro Hugo, la versione retroattiva di 50 anni del Premio Hugo, come miglior romanzo dell’anno. In Italia è stato pubblicato con il titolo “Crepuscolo della Terra” da Ponzoni Editore nel n. 127 della collana “Cosmo” e nel n. 63 della collana “Cosmo. I Capolavori della fantascienza”; con il titolo “La Terra morente” è stato pubblicato da Fanucci Editore all’interno n. IV della collana “Orizzonti. Capolavori di Fantasia e Fantascienza” e nella collana “TIF Extra” e dall’Editrice Nord all’interno del n. 138 della collana “Cosmo Oro”. Singole storie che fanno parte di questo romanzo sono state pubblicate in altri libri.
Nel lontanissimo futuro il Sole è ormai vicino alla fine della sua vita ma sulla Terra vivono ancora esseri umani assieme ad altre specie oggi sconosciute. Molte civiltà sono nate e cadute e le ormai decadenti scienze e tecnologie sono diventate indistinguibili dalla magia.
Sulla Terra ma anche su Embelyon, un luogo da essa separato, vari personaggi cercano avventure oppure conoscenza tra pericoli nuovi e antichissimi affrontando maghi e strane creature.
Pur essendo stato pubblicato come romanzo, “La Terra morente” è chiaramente una raccolta di racconti. Alcuni personaggi appaiono in più di una storia ma un paio di esse sono totalmente scollegate dalle altre. In comune c’è l’ambientazione in un futuro così lontano che ormai il Sole sta per morire. In sostanza, più che un romanzo va considerato un’antologia nella quale qualche personaggio appare in più di un racconto.
Ci sono ancora esseri umani sulla Terra di quel futuro i quali vivono in mezzo a rovine di civiltà a volte antichissime. La decadenza riguarda anche la conoscenza: uno dei modi per acquisire potere è la capacità di usare la magia ma ci sono accenni al fatto che gli incantesimi sono stati creati usando antiche conoscenze come la matematica. Occasionalmente appaiono nelle varie storie anche antichissime macchine ma nessuno conosce i loro principi di funzionamento e tutti danno per scontato che si tratti di incantesimi andati perduti.
In questa Terra in molte zone ormai fredda e desolata vivono varie specie mostruose, forse evolutesi spontaneamente o forse create tramite ingegneria genetica, una delle forme di magia conosciute nel lontano futuro.
Queste caratteristiche fanno sì che queste storie abbiano un sapore assolutamente fantasy pur avendo una base fantascientifica. Jack Vance non è stato il primo a descrivere un possibile futuro in cui tecnologie avanzate vengono scambiate per magia ma in “La Terra morente” questo concetto viene portato all’estremo.
I racconti che formano “La Terra morente” vennero scritti durante i primi della carriera di Jack Vance come scrittore ma contengono già i suoi elementi tipici, in particolare la sua capacià di descrivere terre e genti lontane, in questo caso nel tempo.
All’epoca Jack Vance doveva limitare la lunghezza dei suoi racconti a causa delle esigenze editoriali, eppure riusciva comunque a descrivere con ricchezza quella Terra morente. Vance ci fa provare malinconia nell’esplorare quel mondo così decadente con i suoi antichi edifici spesso in rovina, le strane creature che ci vivono e i vari popoli che ancora la abitano con i loro variegati usi e costumi.
Oggi le trame dei racconti che compongono “La Terra morente” possono sembrarci scontate e anche la sua ambientazione tutt’altro che originale. Questo succede anche perché negli anni successivi Jack Vance scrisse altre storie ambientate in quello stesso lontanissimo futuro e il ciclo che ne risultò divenne un tale classico da ispirare altri scrittori.
Oggi esiste un intero sottogenere della fantascienza e del fantasy dedicato a storie ambientate su una Terra morente. Certo, storie del genere esistevano anche prima che Jack Vance cominciasse a scrivere i suoi racconti ma la sua influenza è stata notevole sugli autori successivi.
L’influenza di Jack Vance va oltre la letteratura. Infatti, i creatori originale del gioco di ruolo “Dungeons & Dragons” incorporarono vari aspetti del ciclo della Terra morente nel gioco. Altri giochi di ruolo hanno incluso elementi presi dal ciclo della Terra Morente e ad un certo punto ne è stato creato uno ufficialmente ambientato in quell’universo narrativo.
Oggi “La Terra morente” è probabilmente più adatto ai gusti dei lettori di fantasy ma un’opera di Jack Vance merita sempre di essere letta, in particolare un classico come questo.
Massimo Luciani
Il Ciclo della Terra Morente
- Il crepuscolo della Terra (The Dying Earth, 1950, collezione di racconti brevi)
- Le avventure di Cugel l’Astuto (The Eyes of the Overworld, 1966)
- La saga di Cugel (Cugel’s Saga, 1983)
- Rhialto il meraviglioso (Rhialto the Marvellous, 1984)
Jack Vance, vero nome John Holbrook Vance (San Francisco, 28 agosto 1916 – Oakland, 26 maggio 2013), è stato uno scrittore statunitense, autore di romanzi fantasy e di fantascienza, benché Vance stesso abbia obiettato a questa definizione. Ha firmato gran parte delle sue opere con il suo nome informale Jack Vance, ma ha anche usato il suo nome completo, così come gli pseudonimiEllery Queen (dal famoso scrittore di gialli), Alan Wade, Peter Held e John van See. Gode di una buona considerazione da parte di critici e colleghi, alcuni dei quali hanno suggerito che la sua opera trascende i limiti del genere e che dovrebbe essere considerato un importante scrittore secondo gli standard della letteratura mainstream. Ad esempio Poul Anderson l’ha definito in un’occasione il più grande scrittore statunitense “in” fantascienza (piuttosto che “di” fantascienza). (Fonte Wikipedia)