Conan il Pirata

Articolo di Davide Mana, tratto da Strategie Evolutive.


29ghkl3Il volume 26 della Fantacollana è Conan il Pirata, ovvero Conan the Freebooter, collezione di cinque racconti originariamente uscita nel 1968.
La copertina è di Frank Frazetta, ma non ha granché a che vedere coi contenuti del volume.

La filastrocca è ormai nota – Conan vende, e la Fantacollana, che ne ha acquisito l’intero catalogo agli albori della propria esistenza, ne mette sul mercato volentieri una nuova collezione pochi mesi dopo la precedente.

Conan the Freebooter include tre racconti di Howard e due “collaborazioni postume” con Lyon Sprague de Camp.
La prima di queste, che apre il volume, è in effetti una riscrittura di una storia di Howard che con Conan non c’entra affatto – Falchi su Shem nasce infatti come Hawks over Egypt.
Stesso destino per La Strada delle Aquile (sì, i rapaci vanno forte, in questo libro), che nasce come The Way of the Sword – racconto ambientato nell’Impero Ottomano scritto da Howard, probabilmente, per Oriental Stories.
Entrambe le storie hanno un forte debito con l’opera di Harold Lamb.
E si lasciano leggere, ma non sono esattamente il massimo (gli originali, senza innesti hyboriani, sono meglio).

Diverso il discorso per le tre restanti storie – Black Colossus, (Iron) Shadows in the Moonlight e A Witch Shall Be Born.
Si tratta di tre solidi lavori howardiani.
Black Colossus riutilizza l’espediente – frequente nel canone di Howard – dello stregone resuscitato con piani di dominazione mondiale.
In questo caso, si tratta del sinistrissimo Natokk.
Shadows in the Moonlight (il titolo originale includeva un “Iron” che – è opinione universale – dava un sapore ben diverso all’intera faccenda, ma che De Camp decise di eliminare perché le ombre non possono essere fatte di ferro) è un bel baraccone con fanciulla in pericolo, malvagio opportunamente sadico, pirati, antiche maledizioni e bestie selvagge (in questo caso, dei gorilla).
conan_D01_002Nascerà una Strega è infine una delle migliori prove tecniche di Howard, storia concisa e feroce, con elementi scollacciati per il piacere del pubblico di Weird Tales (complice la copertina di Margaret Brundage) e con la singola scena più epica dell’intera carriera del cimmero – quella crocifissione che è a tal punto sopra le righe ediconica, che oltre ad entrare nel film di John Milius, è stata inflitta “per simpatia” anche al povero Solomon Kane nel film omonimo.

Nel complesso, quindi, una buona raccolta, ancora una volta.
I lettori affezionati della Fantacollana, d’altra parte, potrebbero cominciare a questo punto a lamentare una certa monotonia.

Sciocco dettaglio personale – non ce l’ho.
Sì, conoscete la storia, prestato e mai restituito.
D’altra parte le tre storie di Howard le avevo già lette, all’epoca, nei volumi Berkeley curati da Wagner.
Un grave buco nella mia collezione, ma ahimé non l’unico.

Davide Mana

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