Recensione: “I figli del Tritone” (The Merman’s Children, 1979) di Poul Anderson

19878Scheda:

Titolo: I figli del Tritone

Titolo originale: The Merman’s Children

Autore: Poul Anderson

Copertina: Don Maitz

Traduttore: Annarita Guarnieri

Editore: Editrice Nord

Collana: Fantacollana 47

Genere: sword and sorcery

Pagine: 316

Data di pubblicazione: 1979

Data di ultima pubblicazione italiana: 1983

Non disponibile

Trama: Negli ultimi anni del tardo Medioevo, prima che il Cristianesimo e la civiltà esorcizzassero la realtà della magia, sia il mondo fatato di Faerie che quello dell’Uomo convivevano sulle spiagge dell’Europa. Questa è la storia di quegli ultimi giorni e dei figli immortali del Re Liri, che appartenevano a entrambi i regni e scelsero il regno della magia. E la storia della loro lotta per la sopravvivenza, di come vennero scacciati dal Mar Baltico e inseguiti fino ai ghiacci della Groenlandia e alle coste dalmate del Mediterraneo; è la storia delle loro peripezie tra mostri di mare, pirati e barbari umani; è la storia dei loro amori e delle loro drammatiche morti. È il capolavoro epico, al contempo erotico, violento e magnificamente tragico, che Poul Anderson ha sempre sognato di scrivere: una saga fantastica ispirata a una splendida e toccante ballata medievale danese, tra le più belle mai composte nel genere della moderna fantasy”.

Commento:

989174I figli del Tritone è un romanzo fantasy autoconclusivo di Poul Anderson, pubblicato negli U.S.A. dalla Berkley/Putnam nel 1977, mentre in Italia è giunto nel 1983, edito dalla Nord. Invero alcune parti di esso avevano già fatto la loro comparsa nel formato del racconto e del romanzo breve sulle antologie Flashing Swords! #1 (1973) e Flashing Swords! #4: Barbarians and Black Magicians (1977).

Mi preme evidenziare che questo libro ha ricevuto la nomination per il Premio Locus nel 1980.

Poul Anderson effettua una trasposizione di una ballata medievale danese in un romanzo sword and sorcery, ambientando la vicenda tra il XIII e il XIV secolo in Europa e nel Polo Nord. La scelta di adottare il setting storico risulta precisa ed efficacie, atteso che viene realizzata una meticolosa opera di ricerca storica, folcloristica, antropologica e geografica.

Attingendo a piene mani dai miti norreni e slavi, l’Autore mette in scena una perfetta tragedia che si fonde perfettamente con i temi della fantasia eroica, senza risultare per nulla banale. La trama infatti non è per nulla scontata e procede con continui ribaltamenti di fronte che pongono non poche questioni morali, sociologiche e religiose.

La storia ha ad oggetto l’esodo del popolo del mare dalla Danimarca, guidato da Vanimen, re di Liri, a causa di un esorcismo posto in essere da un sacerdote cristiano, poiché il clero cattolico mal tollera la presenza dei tritoni sulla costa. Inoltre gli uomini considerano oltraggioso il fatto che questi esseri rifiutino di convertirsi al cristianesimo e considerano immorale la loro condotta sessuale.

Peraltro in passato lo stesso Vanimen ha avuto una relazione con una donna umana, Agnete, che gli ha dato anche dei figli (Tauno, Eysan e Yria). Tuttavia Agnete, dopo aver vissuto per un lungo periodo nelle profondità marine, ha deciso di tornare tra i membri della sua razza ed abbandonare la sua famiglia.

A ogni modo, dopo l’anatema lanciatogli dal chierico, re Vanimen è costretto a fuggire e a cercare un rifugio sicuro per il suo popolo. Tale missione diventa disperata poiché ormai le razze del mondo intermedio di Faerie stanno pian piano scomparendo dalla faccia della Terra, a causa dell’avanzata del cristianesimo e quelle poche comunità ancora in vita non possono ospitare altri individui, pena l’estinzione. Pertanto il nostro, insieme al suo popolo, continua il suo lungo viaggio sino a quando giunge sulle coste della Dalmazia. Qui viene accolto da padre Tomislav e dallo zhupan locale che però premono per ottenere la conversione del suo popolo al cristianesimo.

Quest’ultima circostanza costituisce il leitmotiv del romanzo.

The_Merman's_ChildrenSecondo i cristiani il fatto di non abbracciare la religione cattolica da parte delle creature del mare rappresenta un’offesa inaudita a Dio, negando loro il privilegio di accedere al Paradiso. Diversamente i tritoni (per loro natura immortali ma non invulnerabili) non accettano di mettere da parte il loro credo per aderire ad un culto che impone una rigorosa disciplina e una vita piena di privazioni spirituali e corporali.

Gli uomini inoltre non tollerano di buon grado che un cristiano abbia rapporti incestuosi, ovvero che abbia rapporti sessuali con molteplici partner e che lo palesi senza alcun timore pubblicamente; mentre invece per un tritone tutto ciò è normale. Come se non bastasse, gli uomini del mare destano ulteriormente scandalo nella popolazione poiché, a causa della propria natura in parte marina, evitano di indossare abiti e circolano nudi dinanzi ad altri individui.

E’ evidente che in tali circostanze l’Autore vuole porre l’accento sul tema della fede nella vita dopo la morte promessa dal Dio cristiano, realizzando un estremo conflitto tra l’esistenza condotta dagli uomini pregna di afflizioni e sofferenze al fine di ottenere il massimo premio dopo la propria dipartita e quella più libertina dei tritoni. Ed è altrettanto evidente che la rivoluzione sessuale degli anni settanta abbia giocato una parte rilevante nell’economia della vicenda.

Detto ciò, non bisogna dimenticare che il romanzo è uno sword and sorcery. Abbiamo azione, avventura e combattimenti all’arma bianca dove Vanimen e suo figlio Tauno si trovano a combattere contro uomini ma anche contro esseri ributtanti, fuoriusciti dalle profondità dell’Inferno come il temuto kraken, la vilja e il vodyanoi.

Pare strano che I figli del Tritone sia un romanzo dimenticato, dato che per temi, contenuti e qualità della prosa risulta assai superiore alla gran parte dei libri in commercio oggi.

Poul Anderson è un grande maestro della narrativa del fantastico, poiché ancora una volta dimostra come sia possibile scrivere un libro originale, mettendo in scena una tragedia moderna in chiave sword and sorcery, in cui vengono fusi mitologia slava e norrena, azione, avventura e orrore soprannaturale.

Poulanderson-353x360Autore: Poul William Anderson (Bristol, 25 novembre 1926 – Orinda, 31 luglio 2001) è stato uno scrittore statunitense, autore di romanzi di fantascienza.

Ha pubblicato alcuni dei suoi primi racconti con gli pseudonimi di A. A. Craig, Michael Karageorge e Winston P. Sanders. Anderson è stato inoltre autore di libri fantasy, come ad esempio la serie King of Ys.

Di origini scandinave, nacque in Pennsylvania nel 1926. Conseguì una laurea in fisica all’università del Minnesota nel 1948. Sposò Karen Kruse nel 1953. Assieme a lei, oltre che da solo, compose versi.

La sua prima pubblicazione di fantascienza è del 1947, sulla rivista Astounding. Pubblicò il suo primo romanzo nel 1952: in seguito pubblicò soprattutto opere fantasy. Anderson privilegiò sempre l’avventura, con tratti anche ironici, creando opere molto interessanti e suggestive, pure con una spiccata inclinazione poetica.

È stato il sesto presidente dell’associazione degli scrittori statunitensi di fantasy e fantascienza a partire dal 1972. (Tratto da Wikipedia)

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