Giochi da Tavolo: Treasure Hunters

confezioneOgni appassionato di giochi da tavolo che si rispetti conosce sicuramente Richard Garfield: stiamo infatti parlando di uno dei game designer più prolifici e famosi game designer nella storia dei giochi da tavolo nonché papà di Magic The Gathering.

Mi ritrovo quindi a recensire un titolo fantasy che, pur non avendo nulla ha a che fare con quello del famoso gioco di carte collezionabili e pur essendo una sorta di filler (riempitivo per chi non è avezzo di termini tecnici), offre un’immedesimazione interessante.

Già sistemando il tavolo di gioco si nota la grafica piacevole: tre zone rappresentanti una montagna innevata, un bosco, uno scenario vulcanico e, in una sezione a parte, un dungeon pieno di goblin. Nei primi tre scenari verranno inseriti due artefatti per ognuno e  i giocatori dovranno cercare di ottenerli tramite le proprie carte, nove in tutto, da “draftare” all’inizio. In sostanza i giocatori compongono la propria mano scegliendo una carta a turno. Le carte principali saranno quelle riguardanti gli eroi: ogni personaggio avrà infatti un valore da sommare con tutti quelli dello stesso colore che verranno giocati durante il round.

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Quattro pezzi di plancia, sei artefatti, tre goblin e si comincia!

La cosa curiosa è che alle carte riguardanti gli eroi, vi saranno quelle che modificano/eliminano il valore di un personaggio, cani utili a non perdere i propri tesori una volta attraversato il dungeon dei goblin e carte che danno subito delle monete. Ci si ritrova di conseguenza a pensare a robe come “meglio avere tanti eroi verdi per conquistare l’artefatto del bosco  (se guardate l’immagine l’artefatto in questione vale 19 punti mentre quello del giocatore che gioca il valore minore ne conquisterà uno da sei) o modificatori per quelli che ho già in mano?” oppure “meglio i cani che evitano di farmi perdere monete o riempirmi fin da subito di un consistente tesoro?” e vi assicuro che spesso si prende la decisione sbagliata!

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Ezio Auditore? Seriamente?

Insomma, Treasure Hunter è parecchio fortunoso ma anche tanto riflessivo. Vi ricordo in ogni caso che lo scopo delle mie recensioni non è certo quello di trovare giudicare un titolo in base alla sua qualità di gioco bensì per come viene vissuta l’atmosfera fantasy  verso il giocatore. E, per dirla tutta, con Treasure Hunter sono riuscito nel mio intento. Al contrario di altri titoli (vedi Lords of Waterdeep) la grafica delle carte richiama molto il suo valore: l’esile assassina, utile per avere l’artefatto dal valore basso, ben si differenzia dal bestione da dodici punti e già dopo il primo turno si comincia a fare riferimento alle art delle carte piuttosto che ai simboli. Certo, alcune citazioni non sono così azzeccate, ma torno a sottolineare che i disegni, oltre all’aspetto piacevole, fanno ricordare bene la carta.

Difetti? Non tanti, ho fatto una partita in quattro e se proprio devo essere pignolo potrei criticarlo per il fatto che in due persone possa perdere molto. I momenti più divertenti si sono presentati quando uno dei giocatori, per un motivo o per l’altro, è rimasto a bocca asciutta. In due ci si dovrà accaparrare semplicemente la ricompensa più grande ottenendo l’altra come premio di consolazione (tranne nel caso una delle carte non sia un malus).

Il prezzo di quarantacinque euro sarebbe un po’ esagerato nonostante la qualità dei componenti, se non fosse che si trova in giro a una ventina di euro…

Se compro un gioco dopo averci fatto solo una partita significa che l’ho adorato. E dovreste adorarlo anche voi: Treasure Hunter è veloce, semplice e divertente. Un gioco che vi mette in testa il senno di poi persino durante la partita facendovi cambiare strategia e gameplay già dal primo round. State lontano da questo titolo se siete tipi da rivincita, Treasure Hunter potrebbe monopolizzare la vostra serata.

Voto: 7,5

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