Quanto già scritto per le civiltà Incaiche può valere anche per le civiltà Maya ed Azteche: la conoscenza di queste civiltà è da considerarsi molto moderna e non ha connessioni con quella mitologia continentale euro-asiatica che caratterizza il Fantasy. Solo in tempi recenti, da quando esiste una documentazione degli studi sulle citate civiltà, tutte di pubblico dominio, alcuni autori possono avere colto ispirazioni.
Questo non mi esime dal narrarvi di loro!
La civiltà Azteca non è propriamente tale: la denominazione che il popolo usava per distinguersi era Mexìca, da cui il nome Messico.
Antecedenti a questa civiltà sono stati individuati vari popoli, tra i quali i più noti sono gli Olmechi (primo millennio A.C.) e i Toltechi (dal X al XI secolo D.C.) che adoravano come principale divinità il mitico Quetzalcoatl, quindi i Tepanchi e gli Acolhua. Per quanto riguarda questi popoli le nostre conoscenze si limitano al periodo della loro decadenza e fine.
Una storia vera e propria, come il termine pretende, può essere scritta solamente a proposito degli Aztechi.
Come per il popolo Inca, le fonti sono prevalentemente iconografiche e quanto riportato dai conquistadores.
Il popolo dei Mexica, ma da ora in poi continuerò chiamandoli Aztechi, come popolarmente noti, era un popolo dalle caratteristiche nomadi e la loro mitologia ha certamente pertinenza a questa loro caratteristica.
L’origine mitologica del popolo Azteco viene fatta risalire alla mitica Aztlan, un’isola che alcune correnti ritengono collocata nei pressi della California.
Il loro errare li portò ad attraversare Chicomoztoc (Sette Caverne) e Culhuacan (Montagne Contorte)
Molto importante specificare che nei tempi antichi il “dove” mitologico era strettamente legato a luoghi realmente esistenti (con eccezione dell’Oltretomba) il che giustifica la frenesia archeologica di dovere risalire ad una collocazione geografica di questa Aztlàn, e degli altri luoghi attraversati.
Pertanto la mitologia Azteca è caratterizzata da racconti di viaggi e le divinità guidano il popolo nelle sue peregrinazioni migratorie e nelle guerre che si trovano ad affrontare.
Come per molte religioni, anche per gli Aztechi esisteva un dualismo divino, una coppia di divinità della creazione, note come il Signore e la Signora della Dualità, rispettivamente Ometecuhtli e Omecihuate che avevano una collocazione cosmologica nel Luogo della Dualità (Omeyocan)
Questo spiega la passione per il popolo Azteco per la dualità ed in tal senso si caratterizzavano due sacerdoti principali, due capi dei mercanti e in molte città stato (questa era la loro caratteristica geopolitica, molto simile a quella greca) due sovrani.
L’Epica più nota ed interessante viene fatta risalire ad un periodo estremamente prossimo alla loro decadenza.
E’ il 1450 (ovviamente circa) quando il sovrano Moctezuma I pensò di riallacciare i contatti con quanti dei Mexìca rimasti su Aztlan.
Radunò quasi sessanta maghi, con il compito di raggiungere il luogo di origine del loro dio Huitzilopochtli (loro divinità principale) perché li aiutasse a raggiungere Aztlan. Ma anziché il Dio, trovarono un Demone che trasformò tutti in uccelli e animali mostruosi. Così trasformati volarono via fino a giungere in un luogo dove ripresero la loro forma umana. Qua vennero raggiunti da uomini su canoe che parlavano la loro lingua.
Costoro li condussero al cospetto di un uomo anziano, parente del loro Dio. Questi li rimproverò severamente per le abitudini licenziose e per i costumi lussuriosi ai quali si erano abbandonati, rinunciando alla vita “spartana” dei loro avi di Aztlan, ma promise di condurli fino alla madre del loro Dio, il che avvenne dopo varie avventure.
La madre del Dio era una spaventosa strega e a lei narrarono di quanto fosse diventata grande e potente la loro città, ai cui comandi obbedivano anche le altre città e le consegnarono magnifici doni.
Ma costei si dimostrò indifferente all’esteriorità degli oboli, dichiarandosi lei stessa povera.
Non si impressionò delle loro imprese, tantomeno dell’opulenza che vantavano e profetizzò loro solo sciagure: I Mexìca avrebbero subito la stessa sorte che loro avevano riservato ad altri, rivelando che presto la loro potenza sarebbe stata travolta e questo messaggio riferirono al loro ritorno a Moctezuma.
Mai profezia si rivelò più reale e nefasta.
Interessante l’immagine che è stata tramandata di Huitzilopochtli, nato già con scudo e corazza ed armato di Xiuhcoatl, il serpente di fuoco, che divenne una reliquia sacra.
Quando la capitale Azteca si trovò in condizioni disperate, come ultima risorsa venne mandato contro gli spagnoli un solo guerriero con l’arma sacra in mano … se non fosse per il tragico epilogo storicamente noto, ci sarebbe da ridere ad immaginarsi la scena!
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