IL RITORNO DI CONAN D’AUSONIA

Conan è un gigante. Lo è nell’accezione più semplicistica del termine, guardando alla corporatura di cui Howard lo ha dotato, ma anche in senso più lato, osservando l’immensità degli universi che lo compongono e lo definiscono: è un personaggio della narrativa, dei fumetti, del cinema e di molto altro ancora. Quest’aura da titano lo rende agli occhi di molti lontano, inavvicinabile, eppure essa deriva proprio dal lavoro di quanti a lui si sono accostati, prendendolo per mano e conducendolo di volta in volta in una nuova era, a lidi cui non sperava di approdare.

L’America è sicuramente la patria del cimmero, ma chi pensa che il nostro paese sia rimasto a guardare, mentre sceneggiatori, scrittori e artisti di vario genere facevano Conan grande, si sbaglia. Il bel paese è stato fondamentale per la riuscita di tantissimi progetti a lui dedicati: la produzione dei film Conan il barbaro, Conan il distruttore e Yado ad opera di Raffaella e Dino De Laurentiis; la colonna sonora di Yado, affidata a Ennio Morricone; la considerevole produzione fumettistica italiana che ha avuto il via negli anni ’90 per la Marvel comics; i primi videogiochi dedicati al cimmero, o il recente gioco da tavola L’era di Conan della Ares Games.

Ma Conan ha avuto il piacere di essere protagonista anche di racconti scritti da penne italianissime, raccolti e pubblicati dalla Yorick Fantasy Magazine in due volumi, Nel nome di Conan e Il ritorno di Conan d’Ausonia. Non si tratta di fan fiction, ma di materiale ufficiale edito con il benestare della Conan properties, quindi parte integrante dell’universo narrativo del barbaro. Anche se la cosa potrebbe dare adito a scetticismi sulla qualità delle storie, è bene chiarire che ogni autore che ha partecipato ai suddetti lavori, lo ha fatto con profondo rispetto per la mitologia del personaggio e con estrema attenzione alla continuità delineata nei cicli cimmeri, dando vita a novelle di spessore, di cui Howard stesso sarebbe fiero.

Non parlerò di Nel nome di Conan, datato 1994 e ormai esauritissimo, bensì de Il ritorno di Conan d’Ausonia, la raccolta più recente e ancora disponibile, seppur in pochissime copie, sul mercato. Il titolo parla da sé, evocando, per l’appunto, il ritorno del Conan made in Italy. L’edizione si caratterizza per una stampa tipografica in tiratura limitata e numerata che in copertina sfoggia un’illustrazione di Luca Michelucci. Tutto il volume è, però, corredato di disegni, opere d’illustratori più, o meno noti, come Giuseppe Camuncoli, Stefano Fantelli, lo stesso Michelucci e altri ancora che fanno del volume, un pezzo di rara attrattiva.

Gianfranco de Turris introduce l’antologia, spiegando l’importanza del fantasy e di Conan, mentre Glenn Lord la chiude, segnalando in appendice i vari continuatori del lavoro di Robert E. Howard. I racconti sono undici, alcuni dei quali davvero validi. Senza nulla togliere agli altri, citerò quelli che a mio parere rendono meglio, ciascuno nella propria diversità, le caratteristiche della raccolta.

In Spade nella notte Marco Moglia immagina l’assedio di Venarium e l’inizio del lungo vagabondare di Conan, facendo riassaporare atmosfere vissute in diversi albi a fumetti e precorrendo la storia narrata nel 2008 da Kurt Busiek nel suo Nato sul campo di battaglia. Dunque un racconto ispirato che s’inserisce perfettamente nella lunga epopea del barbaro.

Ne Il leone e la tigre Michele Tetro mette insieme attraverso un riuscitissimo espediente il cimmero e la creatura di Emilio Salgari, Sandokan, facendo vivere loro una grande avventura che sottolinea la vicinanza dei due personaggi e dei loro autori. Un crossover narrativo che riesce ancora una volta, grazie all’ottima trovata di Tetro, ad avvincere il lettore per il tramite di due personaggi classici, mai visti insieme.

Spesso i racconti si aprono con una breve prefazione, o si chiudono con una postfazione che spiega la collocazione della storia all’interno della cronologia di Conan, come avviene nel racconto di Alvaro Pallucca Ai confini di Mu, ambientato dopo La torre dell’elefante.

In ogni storia è possibile percepire una grande passione e conoscenza del personaggio che insieme alla padronanza del linguaggio, degno di Howard, alla provenienza di ciascun autore, il nostro amato stivale italico, rendono inevitabile consigliarvi l’acquisto di Il ritorno di Conan d’Ausonia.

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