Il primo pomeriggio si era appena rannuvolato e finalmente lo sparuto gruppo di pellegrini giunse al villaggio di Torre Cupa. La meta agognata dove si sussurrava fosse apparso Macon in persona.
Sermon di Klein guidava la comitiva di una decina di viandanti, il suo confratello Antoni rimaneva al fondo della fila.
Il maturo inquisitore si posiziono al centro esatto della piazza e tuonò “Figli di Macon, dopo due giorni di viaggio a piedi siamo finalmente a Torre Cupa. Fatevi un giro per le botteghe e ci troviamo qua nel tardo pomeriggio per poi cenare alla Locanda di Rebecca la Becca.”
Antoni si avvicinò all’amico “Sermon, perché un nome così… particolare?”
L’altro rispose imbarazzato “Dicono che il marito di Rebecca, la vecchia proprietaria fosse così… sessualmente esuberante…”
Il più giovane dei due inquisitori ridacchiò di gusto.
Sermon entrò nel piccolo santuario, un’antica chiesa cristiana divenuta un tempio del severo dio Macon. Si inginocchiò davanti ad una raffigurazione lignea della divinità della legge. Cominciò a pregare in silenzio.
Ad un tratto il sacerdote guerriero fu interrotto da una voce femminile che timidamente domandò “Tu sei Sermon?”
L’inquisitore voltò il capo e vide al suo fianco una biondina sui diciotto anni, annuì con la testa.
La ragazza quasi scoppiò a piangere “Hanno rapito mia sorella… Lei prima di essere catturata mi ha detto di cercarti…”
Sermon stupito iniziò ad interrogare la giovane “Chi è tua sorella?”
“Io sono Laureh, sorella di Klassh!”
L’inquisitore rimase a bocca spalancata.
Verso le sei del tardo pomeriggio Antoni entrò nella locanda, si sarebbe fermato volentieri a cenare con i pellegrini stanchi. Sermon andò incontro all’amico che incuriosito chiese “Cos’è questa storia del rapimento di Klassh e di sua sorella?”
Laureh vicina al maturo guerriero parlò “Un anno fa, la carrozza che portava me ed i miei veri genitori fu attaccata da dei predoni. Fui data per morta e raccolta dai troll. Fui adottata dal capotribù e sono divenuta così la sorella di Klassh.”
Antoni guardò il collega sbigottito.
Sermon di Klein ammise “Ho eseguito la fusione mentale con lei. È tutto vero! Klassh ci stava seguendo per vedermi. Laureh e sua sorella si sono trovate in un bosco a fianco del villaggio, cinque uomini sono saltati giù da un albero e l’hanno afferrata…” La sua voce si incrinò.
Antoni pensò: il socio sembra preoccupato.
Il giovane inquisitore poi si concentrò sulla situazione e controbattè “Perché rapire Klassh e lasciare libera la sorella?”
Laureh abbassando gli occhi disse “Non saprei…”
Sermon cercando di recuperare un pò della sua marzialità “Probabile che volessero farmi sapere del sequestro…”
Antoni sbottò “Certo! Una trappola!”
L’inquisitore più anziano affermò con decisione “Lo penso pure io. L’unica cosa è andare subito nel bosco.”
Laureh aggiunse “Vengo pure io!”
I due guerrieri in coro “No, tu no.”
Il crepuscolo cominciava a lambire appena appena gli alberi radi del bosco. Approfittando dell’ultima luce i due inquisitori avanzavano con le spade in pugno.
Trascorsero parecchi minuti a vagare, cercando qualche indizio finché in lontananza avvistarono una figura canina che camminava a due zampe. Quando Sermon ed Antoni distarono pochi metri videro che si trattava di un uomo in costume.
“Buonasera, cari nemici inquisitori!” Urlò il bizzarro tipo.
Le spade dei servi di Macon puntarono il nemico.
“Sono Plutos, del culto di Santa Claus. Vi abbiamo attirato in questa trappola allo scopo di vendicarci! ”
Dalla boscaglia emersero quattro uomini con elmi dalle orecchie tonde.
“Topi, attaccate!”
Sermon afferrò la pistola a tamburo che teneva appesa alla cintura e fulminò i sicari di Santa Claus.
Antoni urlò”Dov’è Klassh? Parla o lui spara ancora!”
“Non ve lo dico manco morto!”
Sermon di Klein preso dalla rabbia premette il grilletto due volte, scaricando l’arma.
Plutos cadde a terra per poi rialzarsi. I due inquisitori si guardarono l’un l’altro stupiti.
L’adepto di Santa Claus ghignò e li prese in giro “Non sono un semplice sgherro ma un appredista mago io!”
Al sacerdote guerriero più giovane sfuggì un imprecazione “Santo Macon Ballerino!”
Sermon partì alla carica ma braccia vegetali lo bloccarono.
Antoni cercò di liberare l’amico ma un’onda di energia lo investì. Fu afferrato da rami e foglie per poi venire sbattuto al suolo.
Plutos vedendo i nemici vinti rise, raccolse la spada di Antoni, si avvicinò a Sermon di Klein e canticchiò “Hai ucciso il mio maestro in passato ed ora ti farò vivere decapitato, ti piacerà vedrai!”
“Vuoi che confessi i segreti del Tempio, vero?”
“Voglio che tu muoia, Sermon!”
Plutos sogghignò, alzò la lama per colpire l’inquisitore. Di seguito un sibilo ruppe il silenzio.
L’accolito di Santa Claus mollò l’elsa della spada, aveva un coltello conficcato nella clavicola. Il mago in preda al dolore agitava la testa, le orecchie canine del cappuccio donavano alla scena un sapore grottesco.
Una seconda lama volante sibilò ancora ma fu abbattuta da un colpo energetico.
Plutos ruggì “Mi hai colto di sorpresa, fatti vedere!”
Dalla boscaglia emerse una figura minuta con i capelli annodati ad un osso.
Antoni e Sermon in coro dissero “Klassh?”
La ragazza sorrise ed aggiunse “Mago dei miei stivali, credevi davvero che sarei rimasta legata ad un albero?”
“Maledetta prostituta di Belial!”
Klassh ribadì “Credevi anche che avrei lasciato che tu attentassi al mio adorato Sermon!”
Plutos senza fiatare lanciò un altra palla d’energia ma la ragazza si scansò e corse contro il mago.
“Mazin go!” Una tonante formula magica ricoprì il corpo dell’incantatore di una specie di armatura dorata.
Klash ormai ad un metro appoggiò la sinistra sulla spalla del mago e gli tirò un destro al muso. La mano della ragazza batté contro una corazza, il dolore la investì, un manrovescio poi la cacciò indietro.
L’adepto di Santa Claus avanzò per colpire ancora quando un qualcosa di pesante gli si abbatte sul capo. Plutos svenne e cadde a faccia in giù.
Klash confusa vide sbucare davanti a lei Laureh, si voltò a guardare Sermon ed Antoni.
La bionda sorridendo e brandendo una padella aggiuse “Io sarei la cavalleria! Questo mariuolo avrà anche attivato un incantesimo protettivo ma una botta in testa funziona sempre!”
Le sorelle e gli inquisitori scoppiarono in una fragorosa risata.
Antoni fu slegato da Laureh che spiegò alla sorella “I nostri inquisitori avevano capito che i simpaticoni gli stavano tendendo un imboscata ed hanno lasciato me come riserva! Ho faticato non poco a convincerli…”
Sermon aggiunse “Ed armata di una bella padella.”
I quattro risero ancora.
Klassh legò Plutos come un salame, il manigoldo rimaneva stordito. La ragazza disse con voce divertita “Sorellina, dopo che mi hanno presa mi hanno lasciato avviluppata ad un albero. Solo che non potevo lasciarli fare! Così ho lottato vario tempo con le funi e mi sono liberata.”
Laureh esclamò “Grande!”
Klassh sorrise e continuò a raccontare “Mentre stavo per fuggire è sopraggiunto uno sgherro di Santa Claus, ubriaco perso di uno strano vino marrone. Aveva le visioni, parlava di un certo topo mistico!”
La ragazza ridacchiò un attimo e poi ricominciò a narrare “L’ho steso e gli ho fregato i coltelli da lancio. Il resto lo avete visto con i vostri occhi.”
Ormai libero, Antoni si caricò Plutos in spalla ed aggiunse “Porto questo bellimbusto al Tempio! Laureh mi accompagni?”
La biondina scoccò un’occhiata maliziosa ai suoi tre compagni di avventura e prese l’inquisitore dai lunghi capelli castani per la vita. I due si allontanarono con il prigioniero.
Sermon si divincolò intimando a Klassh “Taglia questi rami!”
“Fossi matta! Tu sei qui davanti a me…Indifeso…”
Il maturo guerriero ebbe un fremito d’ansia “Sentì devo scortare i pellegrini…”
Klassh si avvicinò alla preda e disse “Ci penserà Antoni! Dici sempre che Antoni è il tuo migliore amico!”
Sermon cercò di darsi un tono “Ammetto che sei bellissima però io ho fatto un voto di castità…”
“Ricordo bene che ti ho adoperato da svenuto!” Mentre la ragazza pronunciava la frase si trovava ormai di fronte al sacerdote guerriero.
Sermon perdendo l’autocontrollo urlò “No!”
Klassh baciò l’inquisitore.
“No!” Mormorò il servo di Macon mentre gli venivano abbassati pantaloni e biancheria.
“Vedo che il tuo ordigno è già su di giri!”
Sermon piagnucolò “Ti prego…No…”
La ragazza replicò “Cosa c’è di male? E poi la tua testa dice no ma il tuo corpo sì!”
L’inquisitore si arrese, domandò perdono al suo dio e si gustò una bella serata di sesso.