Recensioni: “L’occhio di Krishna” di Max Gobbo

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Scheda

Titolo: L’occhio di Krishna

Autore: Max Gobbo

Editore: Bietti

Collana: Biblioteca Bietti n. 48

Genere: avventura/retrofuturismo

Pagine: 217

Data di pubblicazione: 2017

Prezzo: € 14,00


Sinossi

E se Emilio Salgari avesse vissuto in prima persona le avventure di cui fu narratore? Nella gaudente Italia di inizio Novecento, tra il sorgere dei movimenti nazionalisti e le prime rivendicazioni delle suffragette, il romanziere riceve una richiesta di aiuto da parte di Sandokan. Il pirata è caduto vittima di un tranello del malvagio Lord Brooke, suo acerrimo nemico. Salgari raccoglierà attorno a sé un manipolo di eroi: il poeta-guerriero D’Annunzio, il capitano Francesco Viganò, autore di fantasmagorici racconti sottomarini, e l’ardimentosa giornalista Vera Marlin, simbolo del più audace femminismo. Il bizzarro gruppo di avventurieri partirà alla volta dell’India per misurarsi con un nemico misterioso e letale, dando vita a un’avvincente narrazione nel solco della migliore tradizione europea dell’avventura esotica e fantascientifica.


Commento

Negli ultimi anni pare che lo steampunk[1] non sia solo molto apprezzato dai lettori[2]e7e2e64689e6d10e243eebf7f9daf8cb--steampunk-assassin-steampunk-mask ma sia diventato anche una subcultura, tanto che ormai non è difficile trovare alle fiere persone che ostentano con orgoglio occhialoni, braccia meccaniche e ogni sorta di oggetto anacronistico che possa ricondurre alla mente quel genere letterario.

Per la gran parte gli autori odierni seguono il filone di matrice anglosassone pedissequamente senza apportare alcun elemento di originalità e riprendendone tutti i cliché tipici. Dal canto suo invece Max Gobbo, da sempre scrittore indefesso ed eclettico, pur cimentandosi nella redazione di un romanzo di avventura con contaminazioni retrofuturistiche, fa una scelta diversa in quanto ambienta la sua storia non nell’Inghilterra dell’epoca vittoriana, ma tra l’Italia, l’Egitto e il sud-est asiatico alla fine del XIX secolo.

È interessante osservare che l’Autore inserisce con disinvoltura personaggi storici realmente esistiti come Gabriele D’Annunzio ed Emilio Salgari, affiancandoli ad altri che appartengono alla mera fiction come Sandokan, Yanez de Gomera e Tremal-Naik; senza che la storia perda la patente di verosimiglianza. Vi è inoltre una scienza retrofuturistica sandokan-4incredibile ed accattivante. Abbiamo infatti sommergibili, automi meccanici simili a titani, aeronavi, palloni aerostatici, automobili e fucili elettrici. Nonostante queste tecnologie non siano mai state realizzate a quell’epoca, avrebbero potuto esserlo, posto che furono studiate e ipotizzate da alcuni scienziati come Carlo Matteucci. Inoltre, Max Gobbo inventa di sana pianta il “Fantavapore”, un ipotetico movimento letterario a cui, secondo la sua fervida immaginazione, avrebbero aderito i grandi scrittori dell’Italia umbertina.

Ora, occupiamoci della vicenda. Il primo ministro Sampur, mediante l’aiuto dei thug (assassini devoti alla dea Kali), ha sottratto al rajah Pactandali l’Occhio di Krishna, un diamante dal valore economico e spirituale inestimabile, facendo apparire come colpevole Yanez de Gomera, il quale viene incarcerato ingiustamente. Di conseguenza Emilio Salgari contatta Vera Merlin, giornalista del Secolo XIX, Gabriele D’Annunzio ed altri temerari al fine di liberare l’amico. I nostri si troveranno catapultati in una serie di avventure rocambolesche tra il Mediterraneo, il Mar Rosso e l’Oceano Indiano dove affronteranno ogni sorta di ribaldi in alcuni scontri epici.

Per quanto concerne i personaggi, Vera Merlin è il più interessante di questo romanzo. La giornalista è per natura anticonformista. Infatti è una motociclista dotata di unasteampunk_girl_with_cigarett_by_luria_xxii-d6yybjj bellezza abbacinante e di abilità non convenzionali nella boxe, che lotta per i diritti sociali delle donne e si cimenta in perigliosi duelli all’arma bianca (anche a cagione del fatto di essere allieva di Italo Santelli, prima lama d’Italia). Per l’amore non vi è spazio, dato che il lavoro, la battaglia per i diritti civili e l’avventura assorbono completamente il suo tempo. Tuttavia in talune circostanze la tentazione di seguire una vita ordinaria sarà forte.

La prosa utilizzata è raffinata e ricercata, tipica del periodo storico in cui si svolge la storia, mentre le descrizioni meticolose ci permettono di visualizzare plasticamente i meravigliosi paesaggi del Mar Rosso e dell’Oceano Atlantico, e di subire il terrore provocato dagli animali selvatici che gremiscono questi luoghi esotici. Il senso del meraviglioso pertanto avvincerà il lettore dalla prima all’ultima pagina in un crescendo di emozioni.

Max Gobbo, con L’occhio di Krishna, dimostra ancora una volta di essere uno scrittore originale, sagace e dotato di una sana autoironia, per nulla intimorito del fatto di dover reggere il duro confronto con Jules Verne ed Emilio Salgari, e in grado di cimentarsi perfettamente in ogni genere di speculative fiction.

 

NOTE:

[1] Per una esaustiva definizione di steampunk si veda: CARRARA M., Introduzione allo Steampunk, prima parte, in Vaporteppa, http://www.vaporteppa.it/approfondimenti/introduzione-allo-steampunk-prima-parte/

[2] BORGIA P.F., Torna di moda lo steampunk, quando la fantascienza è «vittoriana», in Il Giornale.it, http://www.ilgiornale.it/news/cultura/torna-moda-steampunk-quando-fantascienza-vittoriana-865339.html


Autore 

maxresdefaultMax Gobbo alias Massimiliano Gobbo (1967), insegnante, nel tempo libero si dedica alla scrittura. Tra i suoi interessi principali figurano la narrativa dell’immaginario, la letteratura e il cinema. È autore di diversi romanzi e di racconti fantastici come Garibaldi e i mostri meccanici e la Maschera nera, che rileggono in chiave “retrofuturista” la storia d’Italia. Nel 2010 esordisce con Protocollo Genesi edito da Aracne editrice presentato al XXIII Salone internazionale del libro di Torino.

Nel 2012 è finalista a Giallolatino col suo racconto La palude dei caimani.

Nel 2013 ha presentato al festival internazionale di fantascienza, Sticcon di Bellaria il suo Capitan Acciaio supereroe d’Italia edito da Psiche e Aurora editore, con prefazione di Gianfranco de Turris.

Maggio 2014, sulla prestigiosa rivista “Robot” (Delos Books) appare il suo racconto a tema steampunk, L’incontro di Teano.

Luglio 2014, sulle pagine di “IF – Insolito e Fantastico” rivista edita da Solfanelli compare il suo Aeronavi Italiche.

Ottobre 2016, ne Gli Universi di Ailus. Heroic Fantasy Vol. 1, antologia di fantasia eroica a cura di Francesco La Manno e Alessandro Iascy, appare il suo racconto sword and sorcery, Il Marchese Decollato.

Gennaio 2017, su Eroica, antologia di sword and sorcery edita da Watson Edizioni, a cura di Francesco La Manno e Alessandro Iascy, appare il suo racconto Il Libro.

Attualmente collabora con diverse riviste: “Skan Amazing Magazine”, “Politicamente.net”, “Letteratura Horror”, e col quotidiano on line “Barbadillo”. È curatore della sezione narrativa per la rivista “Antarès”.

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