Revival sword and sorcery: “Elak di Atlantide” di Henry Kuttner

Scheda

image_bookTitolo: Elak di Atlantide

Autore: Henry Kuttner

Traduttore: Roberta Rambelli

Editore: Fanucci

Collana: I Libri di Fantasy. Il Fantastico nella Fantascienza 32

Genere: sword and sorcery

Pagine: 196

Data di ultima pubblicazione italiana: 1989

Non disponibile


Sinossi

ELAK DI ATLANTIDE è senza alcun dubbio un classico nel vasto programma della narrativa di Heroic Fantasy. A parte questo assunto, va poi rimarcato il fatto che questo Ciclo è frutto della vena inventiva di Henry Kuttner, un autore che tutti gli appassionati di fantascienza, non solo ben conoscono, ma anche stimano molto.

Coevo di Conan di Howard, Elak si distacca comunque dall’eroe howardiano per tutta una serie di caratteristiche, non ultima quella delle valenze orrorifiche – alla Lovecraft tanto per intenderci – che permeano gli scritti di Kuttner che hanno come protagonista Elak appunto.

In questo volume viene presentato il Ciclo completo di Elak, ossia le quattro storie che apparvero in origine su Weird Tales e che tanto successo decretarono all’epoca a colui che le aveva scritte: un successo comunque che non mancherà certo di ripetersi anche oggi, dato che gli scritti di Heroic Fantasy presentano la caratteristica di essere “senza tempo”, ovverosia di non risentire in alcun modo degli anni trascorsi dalla loro prima stesura.


Commento

PZO8005_500Elak di Atlantide è un’antologia sword and sorcery composta da quattro racconti autoconclusivi (Tuono all’alba, La stirpe di Dagon, Al di là della Fenice,  La luna del drago) di Henry Kuttner, pubblicati originariamente su Weird Tales tra gli anni ’30 e ’40 del secolo scorso e giunti in Italia solo nel 1989, grazie alla Fanucci.

L’opera in argomento merita particolare attenzione in quanto Henry Kuttner è coevo di Robert E. Howard, membro del Lovecraft Circle e marito (e collaboratore) di C. L. Moore. Inoltre non dimentichiamo che i suoi libri hanno ispirato autori del calibro di Roger Zelazny e di Marion Zimmer Bradley e che peraltro è un esponente dell’Età d’oro della fantascienza.

Direi che il piatto è ricco, quindi possiamo dedicarci ad analizzare il libro.

La saga è ambientata su Atlantide ed ha ad oggetto le vicende di Elak, principe di Cyrena (il regno più settentrionale del Continente Perduto), fuggito poiché ha ucciso re Norian, suo patrigno. Il nostro, nonostante abbia sconfitto il sovrano in un regolare duello, perde la possibilità di ascendere al trono e decide di condurre una vita da avventuriero, aiutato da Lycon, un goliardico beone e dal druido Dalan.

A differenza di Conan e Kull, Elak non è un barbaro, non è dotato di possanza fisica e non prova alcuna insofferenza nei confronti delle popolazioni civili. Inoltre, qui, le storie tendono in maniera più rilevante all’orrore cosmico, posto vi sono numerose mostri terrificanti che prendono parte alla vicende e si riscontrano svariate citazioni che richiamano palesemente i Miti di Cthulhu, di H.P. Lovecraft. Paradigmatica, al185px-Weird_Tales_July_1938 riguardo, è la progenie di Dagon.

Un altro elemento distintivo rispetto alle opere tradizionali di spada e stregoneria attiene al fatto che nelle storie di Elak vi è una maggiore presenza della magia. Non di rado infatti il protagonista viene salvato dai poderosi incantesimi di Dalan e da alcuni artefatti che ottiene da creature non umane, a seguito di una ricerca. A dispetto di ciò, vi sono anche talune tecnologie retrofuturistiche in cui il confine tra soprannaturale e fantascienza diventa assai labile.

Non manca nemmeno l’azione garantita da parecchi combattimenti all’arma bianca e da battaglie cruente.

Pertanto ritengo che Elak di Atlantide di Henry Kuttner sia un opera fondamentale e stupenda di sword and sorcery che tutti gli amanti del genere dovrebbero leggere. Inoltre il fatto che vi sia una maggiore valenza di orrore lovecraftiano assegna a questa antologia una marcia in più rispetto alle altre.


Autore

200x240xkuttner_n_moore.jpg.pagespeed.ic.57LZk4lTiZHenry Kuttner nacque a Los Angeles, in California nel 1915. Suo padre era Henry Kuttner (1863–1920), i cui genitori Naphtaly Kuttner (1829–1904) e Amelia Bush erano immigrati dalla Prussia e vissero a San Francisco fin dal 1859; i genitori della madre, Annie Lewis (1879–1954), provenivano dalla Gran Bretagna. Kuttner crebbe tra ristrettezze a seguito della morte del padre. Da giovane lavorò per l’agenzia letteraria di suo zio, Laurence D’Orsay, a Los Angeles prima di vendere il suo primo racconto, “I ratti del cimitero”, a Weird Tales all’inizio del 1936.

Questo racconto, spesso ripubblicato in antologie, è apparso recentemente nella racconta The Gruesome Book (1983, Piccolo/Pan Books) a cura di Ramsey Campbell, e Weird Tales – Seven Decades of Terror (1997, Barnes and Noble Books).

Anche altri racconti di Kuttner hanno tinte derivanti dagli orrori pagani di H. P. Lovecraft. “I ratti del cimitero” è stato anche adattato come parte di un film televisivo a episodi, Trilogy of Terror II. L’idea centrale del racconto di ratti mostruosamente grandi è stata usata anni più tardi in diversi romanzi e film, tra i quali i ratti acromegalici nella versione cinematografica del racconto di H. G. Wells Il cibo degli dei, e in Secondo turno di notte (1970) di Stephen King, che tratta di una colonia di ratti mutati sotto una fabbrica tessile.

Henry Kuttner s’impegnò alla metà degli anni cinquanta nel conseguimento di un master universitario, prima di morire di infarto a Los Angeles nel 1958. (Tratto da Wikipedia)

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