Dopo il lancio su Amazon, arriva in libreria “Parole Rubate”, la graphic novel firmata Cuore Noir Edizioni.
Liberamente ispirato a una storia vera, il ritrovamento di un libro del 1600 da parte della professoressa Vittoria Ribezzi, che riconosce in esso una fonte sconosciuta del pessimismo cosmico leopardiano, “Parole Rubate”, dopo tre settimane di vendita esclusiva su Amazon, è disponibile anche in tutte le librerie e fumetterie d’Italia e in tutti gli internet bookshop.
L’opera creata da Pietro Favorito, con i fantastici disegni del superlativo Beniamino Delvecchio, è in realtà un remake, termine che mai come in questo caso calza a pennello anche ad una graphic novel, considerata la gentile adesione al progetto di nomi di spicco del cinema italiano come Alessio Boni, Maria Grazia Cucinotta e Claudio Bisio.
In bilico costante tra finzione e realtà, tra passato e presente, la trama di “Parole Rubate” è appassionante e ricca di colpi di scena. Si spazia dal giallo all’horror, dalla fantascienza alla storia, e con una tale dovizia di particolari che a rimanerne colpiti non saranno soltanto gli appassionati di fumetti. Una seduta spirita a sfondo sessuale che finisce in carneficina, uno studente di lettere antiche che assiste in sogno a degli omicidi, l’ombra di Giacomo Leopardi che cala pesante sopra ogni morte e la scoperta dell’esistenza di uno sconosciuto scrittore brindisino del XVII secolo, sono gli ingredienti principali di questa graphic novel. Al lettore, dunque, resta il compito di scoprire cosa accomuna questi eventi.
Il protagonista della storia è Dorian Ferri, , uno psicologo e speaker radiofonico di RAI Radio 1 che ha le sembianze di Alessio Boni. Importantissima inoltre la partecipazione di Maria Grazia Cucinotta e Claudio Bisio che, come in un casting di tipo cinematografico, anche loro hanno acconsentito di dare le proprie fattezze agli altri due personaggi principali del fumetto.
RAI RADIO 1 non è però l’unica ambientazione reale dove si sviluppano le scene del fumetto, c’è infatti l’ex-manicomio di Latiano, in provincia di Brindisi, e la Casa-Museo Ribezzi Petrosillo, oltre che tanti posti caratteristici di Roma e Napoli.
Insomma, Parole Rubate è una graphic novel dal ritmo incalzante, che prende spunto dalla realtà e che ha una sceneggiatura degna dei migliori film horror e thriller. È consigliata dunque la lettura con popcorn e bibita ghiacciata a portata di mano, proprio come se si fosse al cinema.
La realtà: sembrerebbe trovarci di fronte a una trama cinematografica, ma è tutto vero. Del libro Scherzi d’Ingegno (il libro al quale Giacomo Leopardi parrebbe essersi ispirato) esistono soltanto due copie al mondo e si trovano in due differenti biblioteche della città di Lecce. E sul sito della Cuore Noir è possibile scaricare una copia di Scherzi d’Ingegno, ottenuta facendo foto a tutte le pagine del libro, poiché testi di rilevanza storica come questo non possono essere fotocopiato.
«Scherzi di ingegno» è dunque il libro del Seicento che ha ispirato la trama del fumetto Parole Rubate, che ha delle incredibili somiglianze con l’opera di Giacomo Leopardi e che alimenta il sospetto che l’oscuro poeta pugliese Francesco Antonio de Virgiliis possa essere stato quanto meno fonte d’ispirazione per uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi! Una tale affermazione, ovviamente, scuote più di una certezza. E non solo culturale. E dopo essersi documentati su questo giallo letterario, che “riprende” vita nel fumetto, anche i più strenui difensori della purezza del genio leopardiano potrebbero esser colti da qualche dubbio: i grandi temi ispiratori della produzione poetica di Leopardi, dal «pessimismo cosmico» alla «natura matrigna», potrebbero non essere tutta farina del suo sacco!!!
Link utili:
https://www.amazon.it/Parole-rubate-Ediz-illustrata-1/dp/8890970200/
Parole Rubate è un fumetto che trae spunto da fatti realmente accaduti e documentati, e che si muove in perfetto equilibrio tra finzione e realtà.
La realtà: sembrerebbe trovarci di fronte a una trama cinematografica, ma è tutto vero. Del libro Scherzi d’Ingegno (il libro al quale Giacomo Leopardi pare essersi ispirato) esistono soltanto due copie al mondo e si trovano in due differenti biblioteche della città di Lecce. Con wetransfer ho inviato copia di Scherzi d’Ingegno, ottenuta facendo foto a tutte le pagine del libro, in quanto la biblioteca di Lecce non permette a testi di rilevanza storica come quello in questione di essere fotocopiato.
«Scherzi di ingegno» è dunque il libro del Seicento che ha ispirato la trama del fumetto Parole Rubate, che ha delle incredibili somiglianze con l’opera di Giacomo Leopardi e che alimenta il sospetto che l’oscuro poeta pugliese Francesco Antonio de Virgiliis possa essere stato quanto meno fonte d’ispirazione per uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi! Una tale affermazione, ovviamente, scuote più di una certezza. E non solo culturale. E dopo essersi documentati su questo giallo letterario, che “riprende” vita nel fumetto, anche i più strenui difensori della purezza del genio leopardiano potrebbero esser colti da qualche dubbio: i grandi temi ispiratori della produzione poetica di Leopardi, dal «pessimismo cosmico» alla «natura matrigna», potrebbero non essere tutta farina del suo sacco!!!
Nella realtà, tutto comincia quando la professoressa Vittoria Ribezzi, di Latiano, ritrova nella casa-museo Ribezzi Petrosillo un vecchio documento scritto da un suo antenato, in cui si parla appunto di Francesco Antonio de Virgiliis e del suo testo. Dopo lunghe ricerche, in lungo e in largo per tutta l’Italia, la professoressa Ribezzi riesce finalmente a trovare due copie di Scherzi d’Ingegno a Lecce. A questa scoperta segue uno studio approfondito e un libro nel quale la professoressa Ribezzi porta alla luce i risultati di ore e ore di durissimo lavoro.
Trama di “Parole Rubate”.
A Latiano, in provincia di Brindisi, in seguito a una seduta spiritica tenutasi in un ex-manicomio – realmente esistente e adesso in totale stato di abbandono – cinque ragazzi perdono la vita in circostanze misteriose. Saranno Dorian Ferri e Emma Soriano, protagonisti del fumetto, a risolvere il caso, tanto complicato quanto delicato, dato che alla fine verrà fuori una verità sconvolgente e destinata a suscitare scalpore, e non nella sola finzione. Nelle ultime pagine del fumetto, infatti, verranno mostrati alcuni documenti, reali, che comproverebbero che Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi, una delle più importanti figure della letteratura mondiale, potrebbe essersi ispirato a uno scrittore nato quasi duecento anni prima di lui e morto nell’anonimato.
Ipse Dixit. Dorian Ferri, protagonista di Parole rubate.
– Se i tuoi sogni non si avverano… non ti arrendere. Insisti. E sogna più forte!
– Gli uomini odiano la verità. E tutti quelli che osano pronunciarla!
– In molti la storia la leggono… oppure la studiano. In troppi la ignorano. Altri, ancora, la scrivono. Tutti vorrebbero cambiarla… Ma soltanto qualcuno ci riesce!
– La verità spinge sempre per tornare a galla! E questa spinta è tanto più forte, quanto più violenta e subdola è stata la menzogna che l’ha portata a fondo.
– In qualche parte del mondo, da qualche parte nel tempo, qualcuno è morto… e sta chiedendo il nostro aiuto!
– I pensieri sono energia. E hanno forza. Attenzione, dunque, a quello che pensate, o desiderate… la realtà è qui, a uno schiocco di dita!
Sinossi.
Siamo a Latiano, in provincia di Brindisi, in un ex-manicomio in stato d’abbandono e realmente esistente, dove cinque ragazzi organizzano una seduta spiritica a sfondo erotico. Durante la seduta spiritica qualcosa però va storto, e tutti, tranne uno, perdono la vita in circostanze misteriose.
Nei giorni successivi a questo tragico evento, un ragazzo di Napoli chiama Rai Radio 1, per interloquire in diretta con i conduttori del programma notturno dedicato a quei radioascoltatori che vogliono raccontare i loro incubi. Gli speaker sono Dorian Ferri (il protagonista della storia “interpretato” da Alessio Boni). Il racconto del ragazzo napoletano trova da subito inquietanti analogie con l’omicidio avvenuto nel ex-manicomio di Latiano.
A questo punto, Dorian Ferri, psicologo di fama internazionale, appassionato di fisica quantistica e universi paralleli, da quando una tragedia familiare gli ha segnato il destino e lo ha costretto ad indagare l’occulto alla ricerca dei suoi due figli, per portare avanti i suoi studi sui di punti di connessione tra gli infiniti mondi possibili, a partire da quello in cui albergano le anime dei morti, decide di far visita al ragazzo napoletano che lo ha contattato alla radio. Dopo averlo ipnotizzato, Dorian Ferri scopre che l’origine della tragedia che sconvolto Latiano è proprio a Napoli, ed è localizzabile là dove riposano i resti di Giacomo Leopardi e là dove il ragazzo napoletano ha dato vita a un reading letterario!
Il caso diventa quindi sempre più intrigante, e per venirne a capo, Dorian Ferri è costretto a intraprendere il viaggio che da Napoli lo conduce a Latiano.
Dopo un primo sopralluogo all’ex-manicomio durante il quale si imbatte in uno spirito assetato di energia vitale, energia che ricava attraverso il sacrificio di esseri umani, Dorian Ferri può finalmente contare sul sostegno di un’altra persona, che in un certo senso la pensa come lui: il matto del paese, Pisso Leone, un ex-psichiatra ormai alcolizzato.
I due sono subito in sintonia e, insieme, indagano su una serie di omicidi inspiegabili, che li mettono sulla pista che conduce alla verità. Antonio Zito, nato a metà del 1900, ed erede illegittimo di Francesco Antonio De Virgiliis, sconosciuto scrittore del 1600, nonché sua stessa reincarnazione, ha scoperto le proprie origini, e che lui e il suo antenato oltre a essere la stessa persona, sono stati copiati niente di meno che dall’immenso Giacomo Leopardi. Questa scoperta negli anni addietro mise Zito in contrasto con la moglie, che grazie al suo amante, primario del manicomio di Latiano, riuscì a farlo internare come pazzo. In quell’ospedale psichiatrico Zito conobbe la più tragica delle morti, tra umiliazioni e torture. Da qui la rabbia dello spirito, imprigionato sulla terra proprio in quel manicomio che lo vide soffrire: Da questa rabbia arriva l’energia necessaria per intraprendere la propria vendetta, una vendetta che prende forma solo nei primi anni del duemila, quando appunto grazie ai ragazzi uccisi nell’ex-manicomio è riuscito a “rigenerarsi” e ad acquisire forza. Ma ciò che lo spirito di Zito/De Virgiliis vuole non è solo la vendetta, poiché alla stessa maniera desidera ottenere giustizia, portando alla luce una sacrosanta verità: il pessimismo cosmico di Leopardi ha origini assai più lontane nel tempo rispetto a quelle conclamate.
La vendetta dello spirito maligno alla fine è esemplare, in quanto uccide tutti quelli che gli hanno fatto del male e che lo hanno ostacolato. E come se non bastasse riesce anche a far sì che il mondo intero si accorga del suo lavoro, riconoscendone l’autenticità e la grandezza.
Dorian Ferri quindi non l’ha vinta sullo spirito di Zito/De Virgiliis, ma insieme a Pisso è una pedina fondamentale per la scoperta della verità e di conseguenza per la soluzione del caso. In realtà, anche se non è stato capace di fermare la mano assassina dello spirito del poeta salentino, ciò che è successo per lui è una mezza vittoria. Da quella tragica vicenda, infatti, arrivano ulteriori conferme alle sue teorie: gli universi paralleli esistono, e viaggiando attraverso questi, qualora mai ne diventasse capace, potrebbe, un giorno, riuscire a ricongiungersi con i propri figli, scoprendo tra l’altro cosa è loro successo e perché!
Nelle ultime pagine del fumetto, infine, vengono mostrati alcuni documenti, reali, che comproverebbero come Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi, una delle più importanti figure della letteratura mondiale, potrebbe essersi ispirato a uno scrittore nato quasi duecento anni prima di lui e morto nell’anonimato.
è un articolo sorprendente, molto noir