Dettagli
Titolo: I racconti della Stua
Autore:Fabio Andruccioli
Editore: Lethal Books
Genere: fantasy folklorico
Data di pubblicazione: 2018
Prezzo: € 2,99 (Ebook)
Sinossi
Una guerra di generazione in generazione, tra Estate e Inverno, tra uomini e spiriti. Cosa si cela dietro a quello che ci hanno sempre raccontato prima di mandarci a dormire?
Commento
Non da oggi, esiste un filone della narrativa fantastica che ha fatto della materia folklorica – specie europea – il nucleo principale della sua ispirazione.
Questa operazione è per certi versi un ritorno alle radici primordiali del racconto di fantasia, che come è noto pone diversi pilastri delle proprie fondamenta proprio sull’intreccio di credenze magico-religiose di carattere popolare che costituiscono la base del folklore.
D’altra parte, un approccio siffatto è anche la versione “filologicamente pura” di quanto osserviamo avvenire in forma diversa in molta altra letteratura fantastica, dove gli echi delle tradizioni premoderne sussistono nelle vesti di numerosi elementi narrativi che – pur articolati in chiave pop – ad un occhio smaliziato appaiono come evidenti epigoni di quelli presenti in fiabe e racconti.
In un simile ambito, il romanzo breve “I racconti della Stua” di Fabio Andruccioli nasce con l’intento preciso di riproporre – in un’appropriata veste “ciclica” che ben si adatta alla materia – le storie e il folklore ladino della Val di Fassa, ripercorrendole per bocca proprio di uno di quegli antichi “aedi” che un tempo custodivano la sapienza e la memoria popolare, vivificandola con sempre nuove versioni e racconti, declamati nella penombra di sale comuni illuminate da ampi focolari.
Un artificio che è poi un gioco di incastri tipicamente fiabesco, dove il narratore è anche il protagonista, che parlando di altri giunge a parlare di sé, finendo per diventare materia di racconto a sua volta.
E’ particolare notare, avanzando nella lettura, come il contesto alpino dove si inanellano i capitoli del dramma primordiale dei protagonisti, fatto di nevi eterne e boschi impenetrabili, sia scenario di avventure che poco hanno di lezioso e ammiccante, come qualcuno potrebbe forse aspettarsi.
La vita e il cosmo eterni della valle sono popolati di presenze sinistre, streghe, ombre di morti e il soprannaturale alligna nel buio appena oltre le soglie delle misere case dei valligiani; anche l’incontro con esseri benigni desta quel brivido gelido che ben ricorda il timor sacro che gli antichi attribuivano alla presenza del divino.
E’ questo il fascino di una inestricabile commistione di elementi culturali, che vanno dalle leggende cristiane medievali fino agli echi di un folklore germanico giunto assieme alle grandi invasioni del V secolo, se non più antico.
Ad una prima occhiata “I racconti della Stua” potrebbe sembrare un lavoro atipico, che difficilmente il lettore abituale di fantastico mainstream ha modo di incasellare nelle ordinarie categorie.
Letto con maggiore attenzione, si rivela invece non solo un’opera vicinissima alla fiaba, per altro pronta in più di una occasione a scivolare nel macabro, ma anche la riproposizione amorevole del patrimonio culturale di una comunità e di una terra, che riesce ad essere godibile e avvincente pur ripercorrendo trame per loro natura “già note”.
Un ibrido appassionante, col solo difetto di risolversi – forse – in troppe poche pagine.
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