Spada, Stregoneria e Cinema – Fire and Ice (1983)

Nekron, grazie alla conoscenza delle arti oscure, espande il suo regno di morte e di ghiaccio sul mondo, mentre la madre Juliana comanda un esercito di sub-umani e selvaggi che distruggono e depredano i territori circostanti. L’unico baluardo contro questo abominio è rappresentato da re Jarol, che non trova pace per il rapimento della giovane figlia Teegra, da Larn, un giovane sopravvissuto alla follia distruttrice dei sub-umani, e da un misterioso cacciatore silenzioso e letale…

Uscito il 26 Agosto del 1983 Fire and Ice si rivela essere un grande insuccesso di critica e di pubblico, che segna la fine della carriera del grande regista americano Ralph Bakshi. E ancora oggi, a 35 anni di distanza dall’uscita in sala, Fire and Ice è ignorato dal grande pubblico e dagli amanti dell’animazione a tutto tondo.

Ralph Bakshi però si è guadagnato il suo posto nell’olimpo del cinema d’animazione, avendo dimostrato per primo che non esistono solo cartoni animati per piccoli, ma l’animazione è per tutti.

Nel 1972 con Fritz il Gatto, trasposizione animata del fumetto di Robert Crumb, icona dell’underground americano, sbanca i botteghini di mezzo mondo essendo il primo film animato vietato ai minori. A questo seguiranno Heavy Traffic nel 1973, Coonskin nel 1975, Wizards nel 1977 e Il Signore degli Anelli nel 1978.

Dato l’enorme successo commerciale dei suoi film, nel 1982 dopo la visione di Conan il Barbaro e degli epigoni che lo hanno seguito, decide di realizzare un film animato che trasudasse sword and sorcery da ogni poro, con l’aiuto del suo grande amico Frank Frazetta, leggenda assoluta di cui ho ampiamente parlato QUI.

Frazetta accetta e sostiene economicamente il progetto, supervisionando ogni aspetto del film.

L’obiettivo di Bakshi era animare le fantasie eroiche di Frazetta, trasmettendo al pubblico in sala tutta la forza, il vigore, la violenza e la sensualità che da sempre caratterizzano le opere del geniaccio di origini italiane.

Per questo motivo Bakshi si affida alla tecnica del rotoscopio, già usata per Wizards e Il Signore degli Anelli.

Il film dapprima girato con attori veri è la base su cui poi artisti e animatori lavoreranno. Gli animatori ricopiano le sagome degli attori nel modo più preciso possibile, senza però riportare alcun dettaglio dello sfondo o dei personaggi, a quello penseranno gli artisti che costruiscono il mondo da zero. Per ottimizzare il processo è tutto diviso in dipartimenti: abbiamo i coloristi, gli artisti del fondale (background artists), i matitisti (layout artists), i progettisti (design artists) ecc… Una volta costruito il fotogramma dell’azione si stampa il tutto su un foglio plastificato che verrà poi sovrapposto allo sfondo prestabilito ed infine catturato dalla telecamera che ricostruisce la pellicola un fotogramma alla volta.

A leggerlo sembra un processo infinito e faticosissimo, ma in realtà il rotoscopio ha sempre fatto risparmiare un sacco di tempo in quanto l’animazione, il processo più lungo e complesso, è risolto con una trasposizione 1:1 dei movimenti degli attori.

Il rotoscopio è l’antenato dell’ormai più influente motion capture, dove gli attori vestono una tuta, o talvolta una maschera di sensori che registrano ogni loro singolo movimento.

Da segnalare la presenza di James Gurney, padre di Dinotopia, Thomas Kinkade, il “maestro della luce” e Peter Chung, creatore di Æon Flux, nel reparto degli artisti dei fondali.

La sceneggiatura invece è opera di due veterani del genere di spada e stregoneria: Roy Thomas e Gerry Conway, entrambi scrittori in forza alla Marvel sulle serie dedicate ai personaggi di Robert E. Howard, ed entrambi consapevoli che il film avrebbe vissuto dell’arte fantastica di Frazetta.

Infatti il mondo del buon vecchio “zio” Frank è fantastico nel suo essere essenziale, preistorico e primordiale, con una natura selvaggia e inarrestabile che permea ogni organismo vivente. Aggiungere dialoghi profondi e dotare i personaggi di nature e sentimenti complessi e contraddittori avrebbe rallentato il ritmo energico e incalzante voluto da Bakshi e Frazetta, entrambi determinati a realizzare il più grande film d’azione fantasy animato della storia.

Nel corso del film avremo quindi modo di ammirare pterodattili e giganteschi iguanodonti, foreste che si espandono per chilometri e roccaforti in pietra durissima costruite presso un vulcano, piovre giganti di un lontano altroquando e dimore oscure dove alberga il male più profondo.

A coronare quest’epica eroico-fantasmagorica non poteva che esserci una colonna sonora altrettanto trascinante, magica e misteriosa orchestrata da William Kraft, che opta per uno stile molto operistico capace di trasmettere la tensione degli scontri più violenti e la meraviglia oscura che ammanta questo mondo primordiale.

Fire and Ice rimane una piccola gemma perduta dell’animazione a stelle e strisce, che vi consiglio caldamente di riscoprire in quanto migliore pellicola di spada e stregoneria mai apparsa sul grande schermo!


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