Recensione di Giuseppe Aguanno, tratta dalla rivista Antarès.
Dettagli
Titolo: Il libro dei gatti immaginari
Autori: AA VV
Illustratore: Dalmazio Frau
Curatore: Gianfranco de Turris
Editore: Jouvence
Collana: Finzioni
Pagine: 390
Prezzo: 20,40 euro
Sinossi
Questo omaggio ai felini ci viene da ben 25 autori italiani diversi, con storie espressamente richieste e scritte appositamente per l’iniziativa, e tutti, ovviamente, gattofili. Le storie – realistiche e fantastiche, storiche e fantascientifiche, poliziesche e orrorifiche – sono di Gloria Barberi, Giorgio Betti, Tullio Bologna, Anna Maria Bonavoglia, Mariangela Cerrino, Ugo Ciaccio, Simona Cigliana, Marcello de Angelis, Luigi De Pascalis, Paolo Di Orazio, Mario Farneti, Bruno Fontana, Dalmazio Frau, Francesca Garello, Augusto Grandi, Francesco Grasso, Giuseppe O. Longo, Giuseppe Magnarapa, Miranda Miranda, Gianfranco Nerozzi, Errico Passaro, Barbara Sanguineti, Antonio Tentori, Alda Teodoani, Nicola Verde. Narrazioni, le loro, in cui il gatto è il reale protagonista, palese o segreto, non solo, ma anche efficace e positivo, indipendentemente dalla sua sorte personale. Insomma, in queste storie – che spaziano dal realista al fantastico, dallo storico all’orrorifico, dal poliziesco al fantascientifico – il gatto si presenta come protagonista diretto o indiretto, comunque come il vero “eroe positivo” della trama. Demiurgo e Vendicatore, Protettore e Risolutore, Pronubo e Difensore, Osservatore e Testimone, Samaritano e Nemesi Guardiano, Psicopompo e Revenant, abitatore di Due Realtà che combaciano e che soltanto lui ha la capacità e il privilegio di poter conoscere passando da una all’altra a nostra insaputa, poveri ottusi. Come tale quindi il gatto di questi racconti ha anche la possibilità d’insolite frequentazioni e non solo con personaggi della storia, ma anche di miti e leggende e addirittura con esseri immaginari protagonisti di film e romanzi famosi, a dimostrazione di come possa vivere certamente le sue famose sette vite, ma addirittura sette realtà diverse! Nume tutelare dell’impresa è H.P. Lovecraft, gattofilo se mai ce ne fu uno, di cui si pubblica in appendice il saggio-conferenza Gatti e cani del 1926, un vero e proprio manifesto della felinità.
Commento
«Il gatto è per colui che fa le cose non per vuoto senso del dovere ma per il proprio piacere, splendore, forza, fantasia e fascino – per l’arpista che solo nella notte canta di antiche battaglie, o per il guerriero che va a combattere simili battaglie per la bellezza, la gloria, la fama e lo splendore di una corte reale sulla quale non si proietta ombra di debolezza o di democrazia.» Con queste rapide pennellate letterarie, nel saggio Gatti e cani Howard Phillips Lovecraft traccia, con la consueta maestria, un ritratto degli spiriti affini al gatto, affini perché in loro si riverberano i tratti fondamentali dell’aristocratica creatura cui è dedicato Il libro dei gatti immaginari, appena uscito per Jouvence. Ideata e curata da Gianfranco de Turris, l’antologia raccoglie venticinque racconti di autori italiani il cui protagonista assoluto (o quasi) è sempre l’amato felino. I generi letterari affrontati sono i più vari: si va dal noir all’horror, sino al fantastico, senza tralasciare il racconto realista, le ambientazioni storiche o i toni umoristici.
Ad accompagnare ogni storia troviamo un’illustrazione di Dalmazio Frau, pittore e narratore romano da sempre vicino alla letteratura dell’immaginario. Ci introducono in questo viaggio una presentazione di Marina Alberghini, scrittrice e pittrice fiorentina (nonché Presidente dell’Accademia dei Gatti Magici!), e un’approfondita introduzione del curatore, nella quale vengono esposti i criteri alla base della scelta degli autori e degli argomenti. In appendice, il saggio di Lovecraft citato in apertura, un inno all’ailurofilia più autentica, stilato tra l’altro con un certo senso dell’umorismo che, a differenza di quanto vorrebbero gli stereotipi diffusi sullo scrittore, non mancava affatto al Solitario di Providence.
Tra gli autori troviamo nomi noti e meno noti nella scena fantastica (ma non solo) italiana, uniti nel raccontare, ognuno in base al proprio stile, storie in cui l’amico felino mostra di volta in volta i propri aspetti più romantici o inquietanti, affettuosi o misteriosi. La cornice entro cui si muovono i protagonisti a quattro zampe mette in risalto l’aura di misticismo che da sempre li circonda, causa prima del rispetto tributatogli dai popoli antichi più illuminati e nel contempo motivo della diffidenza suscitata nelle civiltà occidentali nei momenti in cui s’approssimava la barbarie.
Dalle storie emerge chiaramente un elemento comune nelle raffigurazioni tratteggiate del nobile animale (un alcunché di cui gli amanti dei gatti hanno coscienza): esso sa. Conosce qualcosa di cui noialtri non abbiamo nozione perché il suo sguardo valica strane dimensioni e la sua essenza può spingersi oltre il comune “vivere” esperito dai sensi terreni. In altre parole, i felidae in questione sono, per dirla con Lovecraft, i «Guardiani della Soglia». Ciò di cui si parla è un’entità mezzana, ineffabile; con ogni felpata movenza rivendica lo stato di creatura quasi sovrannaturale, a metà fra il mondo della veglia e universi remoti, ma lo fa con eleganza e discrezione: per l’innato senso di decoro proprio del vero aristocratico, si astiene dal mettere in minoranza il padrone – definito tale solo per convenzione – pur avendo i mezzi per farlo; sarebbe una caduta di stile imperdonabile… Ed è con tale consapevolezza che occorre approcciarsi a quest’antologia, una lettura senz’altro coinvolgente per gli amanti dei felini, ma che ha tutte le carte in regola per arrivare a un pubblico più ampio, grazie alla qualità dei testi proposti.