Introduzione: [minor spoilers]
L’universo narrativo ideato da Robert E. Howard ben oltre 80 anni fa è un luogo spietato, crudele malvagio e ricco di icone più o meno note ai fruitori del Fantasy classico. Se c’è però una cosa che distingue questo filone creativo dal semplice prodotto ludico di vago stampo Tolkeniano come ad esempio i più moderni Shadow or Mordor o i più vetusti Baldur’s gate sono i chiari e fondanti riferimenti alla mitologia classica, la forza bruta primordiale e la magia quasi sempre spesso affrontata come strumento terribile e oscuro, un concetto che ben si distanzia dal comune fantasy. Per molti anni Conan è rimasto in sordina almeno dal punto di vista videoludico: ignorato dalle masse e snobbato dai gamers figli di un Fantasy moderno costellato di capolavori quali Baldur’s gate, Temple of elemental evil, perfette incarnazioni di cosa possa diventare un videogioco Fantasy. In questi lunghi anni di quiete Conan osservava in silenzio, il cimmero armato di metallo e volontà incrollabile attendeva il suo momento: che qualcuno ne riscoprisse il valore, la forza e gli innumerevoli spunti narrativi che l’Era Hyboriana può offrire ai game developers. Già nel lontano 2008 la Funcom (stessa autrice di Conan Exiles) provò a riportare in auge il genere S&S riproponendolo con magistrale bravura ad un pubblico di videogiocatori cavalcando l’onda del successo dei mmorpg sprigionata dal rilascio di World of Warcraft di casa Blizzard. A seguito di un travagliato periodo di sviluppo e dopo non poche controversie causate dai continui ritardi la compagnia Norvegese indipendente rilasciò Age of Conan: mmorpg. Nonostante l’eccellente numero di vendite alla release, l’ottimo comparto grafico e l’innovativo sistema di combattimento il gioco non spiccò mai completamente il volo a causa dell’onda di infamia generata dai ritardi nello sviluppo, dai problemi tecnici e dalla mancanza di un vero e proprio end-game strutturato. Così, per quasi altri dieci anni, l’universo di Conan è rimasto silenzioso in attesa del suo momento fino a quando la stessa Funcom non ha deciso di impugnare nuovamente le sue armi e di riprovarci, questa volta cambiando completamente genere. Conan Exiles vede ufficialmente la luce verso metà Maggio 2018 presentandosi ai fan del compianto Age of Conan come un action-survival multipiattaforma in grado di offrire un’esperienza ben diversa da quella offerta dal suo fratellastro mmorpg, i giocatori questa volta rivestono i panni di un esiliato, un criminale costretto a vivere all’interno di un’enorme porzione di terra sigillata da un potente incantesimo. Tutti i galeotti rifiutati dalla società vengono costretti ad indossare uno speciale bracciale che si lega indissolubilmente all’anima e al corpo del suo portatore e chiunque tenti di uscire all’esterno della zona avvolta dall’incantesimo subisce un destino orribile. L’obiettivo del giocatore è dunque quello di sopravvivere e trovare un modo per liberarsi del bracciale. Ma chi vive all’interno di questo deserto senza fine? Chi si nasconde nella fitta giungla all’estremo ovest della regione? Quali oscuri segreti dormono un sonno inquieto tra la sabbia rosso sangue della città senza nome? Nonostante l’apparente inconciliabilità di un genere così semplice e banale da un punto di vista narrativo che fa del gameplay puro e grezzo il suo punto di forza con l’universo narrativo del maestro E. Howard Conan Exiles riesce invece ad eccellere tanto nella sua parte più meccanica (il building, la caccia, la sopravvivenza e il combattimento “alla Rust”) che in quella narrativa. Il gioco non è infatti per nulla banale o scontato: così abituati ai mondi generati proceduralmente o pensati per essere semplice palcoscenico per i personaggi giocanti i fruitori di questo videogioco si troveranno invece a porsi parecchie domande trovando sempre meno risposte perché questo, in fondo, è il bello di un universo tanto complesso…
Gameplay:
Il gameplay di Conan Exiles è tanto semplice quanto funzionale: caccia, costruisci, uccidi, sopravvivi. Per quanto questa struttura possa sembrare semplicistica o riduttiva (e lo è, in senso buono) è in realtà il punto di forza del gioco perché escludendo un sistema di talenti e attributi ben realizzato il gioco non si perde in inutili frivolezze (necessarie invece per il compianto Age of Conan) obbligando il giocatore a mantenere il focus su ciò che gli sviluppatori volevano saltasse all’occhio: il mondo circostante, il building e la lotta. Non appena il giocatore termina di creare il suo personaggio viene informato del suo destino attraverso una stupenda cinematica dove un giovane Conan salva da morte certa il nostro personaggio e si prodiga nel farci capire qual è il nostro posto in quel nuovo mondo: siamo prede e cacciatori, sta a noi forgiare il destino a venire. Discese le dune aride e superato il fiume che spacca da Est a Ovest la terra dei rinnegati il giocatore più smaliziato è già in grado di comprendere che il mondo di gioco non viene generato proceduralmente attraverso un sofisticato (quanto blando) algoritmo ma sapientemente ideato, studiato e pensato da un team di artisti e programmatori. Verso Nord si innalzano i resti di un gargantuesco ponte, due statue raffiguranti strani idoli alieni si protendono verso il cielo oscurando la terra sottostante e innumerevoli banditi, cannibali e bestie affamate pattugliano le spiagge e l’entroterra alla ricerca di qualche povera anima da consumare. Tutto questo, per quanto possa sembrare strano, è il nucleo di questo piccolo capolavoro survival sandbox. La comprensione di avere tra le mani un mondo estremamente vasto e pregno di senso si fa strada nella mente del giocatore comune già dopo le prime ore di gioco, superato lo scoglio iniziale tipico dei survival e creata una dimora ove riposare e proteggersi dai numerosi pericoli del mondo circostante i giocatori sentiranno l’inevitabile bisogno di esplorare l’ambiente circostante e in quel preciso momento Conan Exiles spiccherà differenziandosi dagli altri esponenti del suo genere. Il mondo di gioco è infatti ricco di numerose missioni – che oserei chiamare “quests” strizzando l’occhio ad Age of Conan – armi, armature, nemici e luoghi unici da esplorare tutti unici, dotati di una propria storia, un filo logico e immersi in una sotto-trama nascosta che rende questo Survival un’esperienza ibrida tra un RPG e un comune sandbox-game. Tutto questo è reso possibile grazie ad un semplice ma efficace sistema di crafting, un ottimo e ben realizzato sistema di building che strizza l’occhio a Rust pur mantenendo una propria individualità, un sistema di combattimento action (con non pochi difetti e mancanze) e un superbo comparto narrativo silenzioso. Se per qualche motivo mi trovassi costretto a fare un paragone con un altro prodotto videoludico penserei con un certo sforzo acrobatico ad un misto tra Rust e Dark Souls; Conan Exiles riesce a prendere ispirazione dal primo gioco per tutto ciò che riguarda la sopravvivenza e il building delle sue basi con le sue infinite regole, specializzazioni e il combattimento action che vede però i giocatori combattersi a colpi di ascia e spada piuttosto che di pistola e fucile. Dal secondo invece trae ispirazione da quella che chiamerei “narrativa silenziosa”, ovvero la capacità di un creativo e di un narratore di ideare una storia con numerosi attori e numerose sfaccettature senza sembrare lineare o scontato. In Conan Exiles non ci sono quest, non ci sono npc (personaggi non giocanti) con strani simboli sulla testa ad indicare dove è necessario proseguire, non c’è una storia in senso stretto ma un enorme comparto narrativo in senso lato; Conan Exiles è infatti colmo di dungeon, luoghi inesplorati, mostri indicibili, serpenti infernali, cultisti di Set e persino creature aliene provenienti da un altro piano dimensionale.

La forza di questo gioco survival sta infatti nel non scadere nella solita linearità e nel non forzare il giocatore verso una direzione precisa, ciò che Conan Exile fa è limitarsi a fornire degli strumenti per sopravvivere in un mondo crudele e spietato, ai giocatori il compito di superare gli ostacoli come meglio credono. E’ possibile fruire di questo prodotto nello stesso modo in cui ci si avvicinerebbe ad un qualsiasi survival quale Minecraft, Rust o Dayz ovvero semplicemente costruendo, accumulando risorse e dando la caccia ad altri giocatori e l’esperienza di gioco ne risulterebbe comunque godibile. Troncata e menomata, certo, ma comunque godibile e ben oltre il comune survival game reperibile su Steam o analoga piattaforma. Se un giocatore decide però di imbracciare le armi, forgiare la sua armatura più potente e partire verso il deserto a Nord con il solo obiettivo di “esplorare quella misteriosa torre” non ne resterà deluso perché se c’è una cosa che Funcom ha saputo fare è ricompensare i giocatori audaci, coloro che giocano per il gusto di giocare ed esplorare, un obiettivo che fin troppe volte le moderne software house dimenticano.

Qualche problema tecnico:
Da un punto di vista strettamente tecnico Conan Exiles è un prodotto ben realizzato, sviluppato con Unreal Engine e frequentemente patchato. L’impatto grafico è tutto sommato piacevole con qualche piccola pecca per quanto riguarda l’engine fisico, la gestione di alcune luci e l’eccessiva lentezza di alcuni caricamenti soprattutto se sprovvisti di SSD. Tuttavia è bene ricordare che Conan Exiles è un prodotto Funcom, e come i fan di lunga data ricorderanno esiste un detto che aleggia spettrale attorno a questa compagnia indipendente: “producers of broken masterpieces”. Perché de facto questo è Conan Exiles, un prodotto incredibilmente curato, studiato e ricco d’amore che cade e fallisce tristemente su numerose banalità che uno sviluppo più curato e attento potrebbe evitare. Partendo dalle animazioni è bene premettere che la maggior parte di esse sono ben fatte e rendono gloriosa giustizia ai combattimenti epici descritti da Howard, il sangue e le mutilazioni fanno da padrone e gran parte delle ragdoll dei mostri e dei nemici reagiscono come di dovere. Il combattimento manca tuttavia di feedback precisi e affidabili in alcune situazioni (come ad esempio quando si blocca un colpo in arrivo con lo scudo) rendendo alcuni combattimenti confusionari. Inoltre l’intelligenza artificiale di alcune creature sembra alquanto deludente o addirittura assente così come alcuni controlli sulle collisioni, capita spesso infatti di vedere qualche drago trapassare scale o muri distruggendo così qualsiasi tentativo di immedesimazione all’interno del medium. Dulcis in fundo il sistema online di server gestito da G-Portal risulta alquanto scadente e giocare in un server con più di 30 giocatori attivi contemporaneamente da luogo inevitabilmente a situazioni frustranti e scabrose, ricche di lag, rubber banding e desync che rendono impossibile qualsiasi tentativo di gioco.
Verdetto finale:

Conan Exiles è attualmente disponibile ad un prezzo di circa 30 euro su qualsiasi piattaforma online, è dotato di numerosi aggiornamenti gratuiti e diversi DLC a pagamento (puramente cosmetici). Nonostante il comparto narrativo e la cura per i dettagli quasi maniacale che rendono il secondo figlio di Funcom un piccolo gioiello numerosi problemi tecnici (soprattutto legati al gioco online) finiscono con l’oscurarne i pregi dando vita ad un’esperienza che per i più può risultare tossica. Per questo motivo consiglio personalmente di giocare Conan Exiles per come è stato pensato: ignorando completamente l’aspetto PvP e giocandolo con un gruppo di amici ponendosi il semplice obiettivo di esplorare un mondo vasto e ricco di segreti. In questo modo il gioco perde inevitabilmente di longevità ma ne guadagna terribilmente in termini di godibilità e immersione e chissà, magari potreste in breve ritrovarvi tra le mani uno dei numerosi racconti sul mondo dell’Era Hyboriana senza nemmeno accorgervene.
–Niccolò Zovetti-
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