
Salve amici di Italian Sword and Sorcery e bentornati nella nostra rubrica di cosmogonia “Mediterranea”, basata sul grande lavoro svolto nell’opera Mythos.
Chi si fosse perso le puntate precedenti, può trovarle qui.
Nell’ultima puntata, la dea madre Gaia aveva suggerito alla titanessa Rhea un piano per punire l’avido marito Crono che ingoiava tutti i suoi figli, per evitare che si rivoltassero contro di lui un giorno. Il consiglio portò alla…
La Titanomachia
Su consiglio di Gaia, Rhea sostituì l’infante Zeus con una pietra delle stesse dimensioni. La avvolse completamente nelle fasce da neonato e la presentò Crono, spacciandola per il loro ultimo figlio. Il re del Cosmos la inghiottì immediatamente, credendo di inghiottire il piccolo Zeus. Contrariamente alle sue aspettative, il sesto figlio di Rhea fu allevato in gran segreto sull’isola di Creta. Quando Zeus divenne adulto, cercò Metis, la sapiente titanessa, che viveva sulle rive di Oceano. Seguendo il suo consiglio, si recò presso sua madre Rhea e chiese di essere nominato coppiere di Crono.
Rhea prontamente aiutò Zeus nel suo desiderio di vendetta. Fornì a suo figlio una pozione emetica che Metis gli aveva consigliato di mescolare con l’ambrosia di Crono. Ignaro, Crono la bevve e vomitò dapprima prima la pietra e poi i fratelli e le sorelle maggiori di Zeus.
Quelli che un tempo erano piccoli infanti fuoriuscirono dal corpo di Crono come adulti nel fiore degli anni. Zeus poté così abbracciare i suoi fratelli che, in segno di gratitudine, gli chiesero di guidarli in una guerra contro la tirannia del padre Crono e dei Titani. Il gigantesco Atlante si nominò comandante dei Titani: Crono non era in grado di condurre una guerra. I Crisandri decisero di rimanere neutrali, mentre Prometeo e suo fratello Epimeteo, sebbene fossero figli di Titani, si schierarono con Zeus.
La guerra durò oltre dieci anni. Grandi voragini si aprirono sul ventre di Gaia – danni collaterali causati dalla incredibile violenza divina. Ferita profondamente dalla guerra, Gaia profetizzò la vittoria a suo nipote Zeus, ma solo se avesse liberato coloro che Crono aveva confinato nel Tartaro. Zeus in gran segreto affrontò Campe, la donna-drago di guardia al Tartaro, uccidendola. Fu così che fece fuoriuscire Ecatonchiri e Ciclopi dal Tartaro e li ristorò col cibo e le bevande degli dei, delle quali a lungo erano stati privati. I Ciclopi forgiarono per Zeus il fulmine come arma da guerra, per Ade un elmo dell’oscurità e per Poseidone un tridente. Dopo che i tre fratelli ebbero tenuto un consiglio di guerra, Ade si intrufolò invisibile nel palazzo di Crono e rubò le loro armi. Mentre Poseidone minacciava Crono con il tridente, Zeus lo colpì con il fulmini. Gli Ecatonchiri bersagliarono con una pioggia di rocce i rimanenti Titani, mettendoli in fuga.
La guerra era finalmente finita. Zeus decise di essere gentile con suo padre Crono, esiliandolo nelle lontane Isole Bianche. Tutti i Crisandri seguirono Crono e si stabilirono nelle bianche isole lontane, dove si dice che l’età dell’oro continui sotto il dominio di Crono, e per questo sono note come “Isole dei Beati“.
Tutti gli altri titani maschi furono imprigionati nel Tartaro. Rhea cercò di dissuadere Zeus dal farlo, ricordandogli che Gaia non voleva che i suoi figli fossero confinati nel Tartaro, ma i suoi sforzi furono vani. Fu costruito un gigantesco muro di bronzo con enormi porte per tenerli rinchiusi e gli Ecatonchiri furono messi a guardia per l’eternità.
Tutte le Titanesse furono risparmiate ed ebbero la possibilità di contribuire alla ricostruzione di un mondo pacifico. Ma Gaia era stata profondamente sconvolta da tanti anni di guerra così devastante: nulla poteva più essere come prima. Tutto questo segnò irrimediabilmente la fine dell’Età dell’Oro.
L’Età dell’Argento e gli Dei dell’Olimpo.
Dopo la guerra contro i titani, Zeus, per evitare ulteriori ribellioni, decise di condividere il potere con i suoi fratelli anziché regnare da solo. A Poseidone diede il potere assoluto sull’acqua e sugli abissi del mare. Ad Ade diede il potere assoluto sul sottosuolo e sulle anime dei morti. Per sé stesso mantenne il dominio sull’aria e sulla volta celeste di Urano. La superficie di Gaia sarebbe stata un dominio condiviso da tutte le divinità secondo le sue leggi. Zeus fissò la residenza degli Dei sulla vetta del Monte Olimpo per poter sorvegliare tutto dall’alto. Iniziò così l’età dell’argento: come forma di rispetto gli Dei dell’Olimpo ritennero che Zeus fosse allo stesso tempo padre e fratello di ciascuno di loro.
Zeus, grato per i suoi preziosi consigli, sposò la sapiente titanessa Metis. Quando ella fu incinta di Athena, Zeus decise di ingoiare Metis su consiglio di Urano e Gaia, i quali dichiararono che in tal modo avrebbe mantenuto la supremazia sul mondo. Se Metis avesse dato alla luce un figlio, lui (così Ananke lo aveva ordinato) avrebbe acquisito la sovranità.
Eliminata quella minaccia, Zeus decise quindi di sposare sua sorella Hera, che diede alla luce Hebe, il violento Ares ed Ilizia. Ma Zeus non era un marito fedele e aveva molti rapporti extraconiugali. Per prima cosa, generò l’astuto Hermes con Maia, figlia del titano Atlante, che lo partorì di nascosto in una grotta sul Monte Cillene in Arcadia. Successivamente, generò lo splendente Apollo e la selvatica Artemide con Latona, figlia dei titani Coeus e Phoebe.
Hera, che credeva fortemente nella fedeltà, si infuriò per il comportamento del marito. La cosa le creò dei dolori così forti diede alla luce l’abile Efesto senza l’intervento di Zeus. Ma gli affari extraconiugali di Zeus non si fermarono.
Dopo alcuni anni, Zeus fu colto da un forte mal di testa mentre camminava lungo le rive del lago Tritonis. Il suo cranio sembrava sul punto di esplodere, e lui urlò di rabbia fino a quando l’intero firmamento non echeggiò. Arrivò Hermes, che prontamente indovinò la causa del disagio di Zeus. Convinse Efesto a prendere il suo cuneo e il suo martello e fare una breccia nel cranio di Zeus, da cui saltò fuori Atena, armata completamente, con un potente urlo.
Dopo ciò, accadde qualcosa di meraviglioso: il membro di Urano si arenò sull’isola di Cipro, trasformandosi nella più bella dea mai vista, Afrodite. In sella a un carro trainato da colombe, salì sull’Olimpo e prese posto nel magnifico palazzo di Zeus.
Tutto è bene quel che finisce bene? Lasciamo godere agli Dei questo periodo felice prima di scoprire quali furono le successive vicende di cui furono protagonisti.
Alla prossima puntata!