LE NAVI DEI VICHINGHI DI FRANS GUNNAR BENGTSSON

LA TRAMA

Le navi dei Vichinghi, il romanzo epico di Frans Gunnar Bengtsson che dagli anni Quaranta è uno dei libri della narrativa svedese più venduti e letti del pianeta, riporta in vita il fantastico mondo del X secolo dopo Cristo, quando un popolo avvolto nella leggenda – il popolo dei Vichinghi – imperversava con le sue scorribande dalle fortezze della Scandinavia giù fino ai porti più remoti del Mediterraneo. Le navi dei vichinghiL’eroe di Bengtsson, Orm il Rosso – coraggioso, astuto e, soprattutto, baciato dalla fortuna – è solo un ragazzo quando viene strappato al suo villaggio nativo danese dai Vichinghi e messo ai remi di una delle loro grandi navi con le teste di drago che ornavano la prua. Nel corso di mirabolanti avventure tra i mari e i porti pericolosi dell’epoca, il vichingo Orm viene catturato dai Mori in Spagna, dove è iniziato ai piaceri dei sensi e dove combatte per il califfo di Cordova. Scappato dai Mori, approda in Irlanda dove, con suo grande stupore, si imbatte nelle prime, eteree figure di monaci cristiani. Dall’Irlanda parte poi per avere un ruolo di primo piano negli intrighi orditi dai vari re, clan e capicolonie vichinghi. Contribuisce infine alla vittoria vichinga sull’esercito del re d’Inghilterra e ritorna nel suo villaggio da cristiano dell’ultima ora e uomo immensamente ricco. Nuove prove e cimenti, tuttavia, metteranno a dura prova la sua determinazione nella propria terra natia.

L’AUTORE

Frans Gunnar Bengtsson (4 ottobre 1894 – 19 dicembre 1954) è stato uno dei maggiori poeti e scrittori svedesi. Saggista, si occupò di François Villon, Walter Scott e Joseph Conrad e scrisse una imponente biografia di Carlo XII, il re svedese. Frans Gunnar BengtssonIl libro che gli diede la fama fu però Le navi dei vichinghi (titolo originale Röde Orm) pubblicato in due parti nel 1941 e nel 1945. Amava dire: «Giovanna d’Arco, Carlo XII e Garibaldi sono le sole persone che avrei voluto conoscere. Per loro la verità era più importante dell’intrigo».

 

RECENSIONE

Premesso che le navi dei vichinghi è l’unica opera di narrativa di Bengtsson, di cui questo libro raccoglie solo le prime due parti mentre la terza e la quarta si trovano in Orm il Rosso, non è possibile parlare del romanzo senza analizzare la storia che rappresenta.

Ci troviamo al cospetto di un libro maturo e audace, dove il poema epico si intreccia alle tradizioni culturali.

Potrebbe essere il racconto di un vecchio seduto intorno a un fuoco, di sera, che narra ad amici e parenti le prodezze dei suoi avi e di eroi dimenticati ma, allo stesso tempo, la cronistoria di uno studioso, intenzionato a rappresentare un’epoca e il suo popolo a una platea di studenti.

Con accuratezza, spavalderia e una buona base di ironia, l’autore ci porta poco prima dell’anno mille e infarcisce le sue lezioni con aneddoti e descrizioni che solo un bravo maestro (o narratore) è in grado di fare, catapultando il lettore in quel mondo come se fosse accaduto ieri. O come se ci avesse vissuto, al pari di un viaggiatore del tempo.

Polena VichingaQuesto per dire che bisogna approcciarsi alla lettura con spirito critico, non pensando a una narrativa dai ritmi serrati e cliffhanger mozzafiato; d’altra parte, è figlio del suo tempo e rievoca la ricca tradizione letteraria del ‘900. Infatti, abbiamo personaggi vivi e interessanti, come lo stesso Orm, il suo impulsivo amico Toke, il simpatico prete Vilibaldo, la scontrosa e seducente Ylva, figlia del re Harald Dente Azzurro.

Inizialmente, sembra un romanzo di formazione e mostra il giovane Orm rapito dopo una scorreria nel suo villaggio e ci accompagna nella sua crescita verso un mondo nuovo. Il viaggio, però, diventa subito un’avventura senza confini, dal mare della Scania sino al Mediterraneo, sotto il comando dell’inarrestabile Krok.Fantasy_Warrior_Warrior_21105_list_thumb

Situazioni e personaggi si alternano con brutale passione e ilarità, con atti violenti e profondi sentimenti. Non mancano duelli e battaglie che rievocano l’epica conosciuta dei valorosi guerrieri del Nord Europa.

Lo scenario è arricchito dallo scontro e dal confronto religioso, a partire dai missionari che cercavano di cristianizzare i pagani della Scandinavia fino all’incontro con Solimano, gioielliere e poeta mussulmano che incrocerà più volte il fato del protagonista.

Razziatore, schiavo e infine capo della guardia de Califfo di Cordova, Orm avrà modo nel corso della sua vita di scegliere diverse religioni, senza forse comprenderne veramente la spiritualità o abbracciarne la fede; preferenze fatte più per convenienza e adattamento, o addirittura per amore quando, al ritorno in patria da condottiero, decide di diventare cristiano pur di sposare la sua amata.

La mitologia nordica è sempre presente ma mai ostentata, forse perché considerata intrinseca nelle gesta dei vichinghi, anche in quelle di tutti i giorni.

L’affresco storico e arricchito da numerosi riferimenti geografici che, però, non appesantiscono la storia e servono a contenerla, a valorizzarla maggiormente.

DrakkarLo stile di Bengtsson è particolare, se le scene sono ben orchestrate, alcuni dialoghi sono vissuti attraverso gli occhi del racconto, che non è altro che il narratore stesso.

Una prosa alternata che non sempre lascia scivolare via le pagine, ma che spinge a soffermarsi sulla parola, ritmata anche da versi e canzoni. Ciò che colpisce maggiormente sono però gli usi e i costumi dei vichinghi, che mai come in questo libro, scandiscono il tempo e le azioni diventando un tutt’uno con la trama.

Un’opera di letteratura che lascia il segno, vivamente consigliata.

Leggendo Le navi dei vichinghi si capisce come la storia sia diventata leggenda e perché il mito abbia forgiato l’immaginario del genere fantasy come noi lo conosciamo.

Sbarco Vichinghi

LE NAVI DEI VICHINGHI

di Frans Gunnar Bengtsson

Romanzo pubblicato da Beat, Biblioteca Editori Associati di Tascabili – Neri Pozza, luglio 2014. Pagine: 240

 

 

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