
Dettagli
Titolo: Madre Nera
Autore: Nicola Lombardi
Editore: Dunwich Edizioni
Genere: horror
Pagine: 244
Data di pubblicazione: 18 gennaio 2019
Prezzo: € 12,66
Sinossi
- Un paese di provincia viene sconvolto da uno straziante fatto di sangue. Leonina, in preda a un delirio mistico, rapisce da un asilo dodici bambini e li conduce in una desolata località appenninica. Là, nel cuore di un bosco, tenta di portare a compimento il suo folle progetto…
Oggi. Un professore di lettere, un pittore e due gemelle vengono convocati a un misterioso appuntamento, per incontrare e affrontare ancora una volta, dopo tanti anni, l’ombra della donna che ha stravolto le loro esistenze. Ma nulla è come appare. I fantasmi del passato riemergono in un vortice di incubi e ricordi, e solo chi saprà riconoscere il vero volto della propria ossessione potrà aspirare alla redenzione.
Una storia cupa e sanguinaria, in bilico sull’orlo degli abissi in cui custodiamo i segreti dell’anima, della coscienza, del cuore.
Recensione
Madre Nera di Nicola Lombardi è un horror tutto italiano radicato nella terra dell’autore, il ferrarese, tra contesti urbani-domestici e boschi ammantati da mistero e tetri retroscena.
La narrazione si avvale di un punto di vista corale, non solo seguiamo le vicende principali dei protagonisti ma iniziamo a conoscere particolari nascosti nel passato attraverso i POV di personaggi secondari e non. Questo meccanismo narrativo favorisce a tenere viva l’attenzione del lettore, che pian piano inizia a conoscere gli attori del romanzo secondo aspetti inediti e profondamente tratteggiati, ricchi di una complessa architettura psicologica.
Il leitmotiv onnipresente dell’opera è la Madre, come figura, entità e soprattutto mitologema. Già Danilo Arona nella prefazione Nel regno sotterraneo della donna ombra presente nel nostro volume ha saggiamente tratteggiato i topoi della “madre nera” senza tralasciare riferimenti extra-testuali; infatti il cinema ha ripescato in continuazione questo tropo dell’orrore e del weird, caratterizzandolo, spesso, con una patina splatter-horror che lascia ben poco spazio alle inquietudini cosmiche e interiori.
Ma Lombardi fa un lavoro molto più sofisticato e appagante, ripesca le strutture archetipiche della madre oscura, per dirla con le parole di Jung questa entità femminea è una:
«magica autorità del femminile, la saggezza e l’elevatezza spirituale che trascende i limiti dell’intelletto; ciò che è benevolo, protettivo, tollerante; ciò che favorisce la crescita, la fecondità, la nutrizione; i luoghi della magica trasformazione, della rinascita; l’istinto o l’impulso soccorrevole; ciò che è segreto, occulto, tenebroso; l’abisso, il mondo dei morti; ciò che divora, seduce, intossica; ciò che genera angoscia, l’ineluttabile».
Ovvero nei crittogrammi del nostro cervello abbiamo immagazzinato un ventaglio orrorifico-meraviglioso radicato non nella semplice figura materna, bensì nella macro-divinità femminina che è Madre-Terra, la quale può essere declinata nelle (pre) classicheggianti Ecate, Demetra, la Dea dei Serpenti, Cibele o nella pre-romana Magna Mater. Per non parlare delle Medea-Fedra che calcano i drammi della tragedia greca classica.
Per quanto concerne i culti misterici e esoterici abbiamo un altro riferimento che fa al caso nostro, ovvero la particella ermetica della (madre) Sophia gnostica, ovvero un divino-femminile che stimola la coscienza e far risaltare la consapevolezza di un mondo splendido, quanto avvinghiato da una caligine dell’anima.
Uno dei temi fondanti del romanzo ruota intorno al ruolo della memoria, dei ricordi e dalle trappole oniriche scaturite da eventi traumatizzanti vissuti in giovanissima età. Per quanto mi riguarda ho apprezzato maggiormente le “cose non dette”, ovvero tutti quei segreti che sono annebbiati e perduti nel cassetto della memoria; così entra in gioco la dismemoria, ma che cos’è?
La dismemoria allude a quell’embrione di spazio-tempo del mondo psichico chiamato preconscio, dove si radica il processo immaginativo e creativo. Essendo situata tra l’inconscio e il conscio, la dismemoria possiede la duplice facoltà di partorire una profondità misterica e una trasparente ombra del razionale. Questo “luogotempo” costituisce il serbatoio di tutto il patrimonio mnemonico conoscitivo, poiché ospita tanto i contenuti della memoria quanto quelli che non riusciamo a captare nei meandri cerebrali. Questi ultimi, per diventare rappresentazione di desiderio, sogno, arte, paura, ansia e inquietudine devono affrontare prima un sottile processo metamorfico all’interno del sistema consequenziale dei ricordi. Nella lavorazione mnemonica, con l’ausilio delle proprie amnesie, essi si coalizzano per determinare una neo-memoria svincolata dalla tirannia dello spazio-tempo, sub-creando una realtà traumatica ma inconsapevole dei veri drammi; celati nel preconscio-inconscio. Qui subentra il vero senso dell’orrore di Lombardi, non in descrizioni truculente e grottesche, non negli angusti anfratti fisici-architettonici del reale ma nell’esasperazione metafisica e psichica, la paura si snoda in labirinti onirici senza vie d’uscita; e a volte, per salvarsi, c’è bisogno di perdersi.