The Arms Peddler

The Arms Peddler

di Alessandro Manzato

 

In una landa desertica un ragazzo giace riverso sulla sabbia, insanguinato e prossimo alla morte. Una donna, che in un primo momento scambia per l’angelo della morte, gli si avvicina.

«Chiudendo gli occhi avrai pace e potrai recarti in un luogo tranquillo. Se berrai quest’acqua ti attenderà invece un lungo, lungo inferno…

Tuttavia, ragazzo, desideri forse berla?» Il ragazzo tende la mano verso la borraccia e la donna. È questa la sua scelta. È così che inizia The Arms Peddler.

L’ambientazione

Frutto della collaborazione tra Kyoichi Nanatsuki (storia) e il coreano Night Owl (disegni), The Arms Peddler è un manga fantawestern ad ambientazione post-apocalittica. Proprio l’ambientazione costituisce, con il suo eclettismo e fascino, uno dei tratti distintivi di questo manga. In una fusione quasi spregiudicata tra western, fantasy, horror e post-apocalittico, The Arms Peddler presenta, su uno sfondo genericamente western – gli ampi spazi desertici, la carrozza su cui si muovono i protagonisti, il cappello da cowboy indossato dalla protagonista – una profusione di creature quali zombi, vampiri, spettri, bestie mutanti, esseri tentacolari d’ispirazione lovecraftiana e mostri vari, affrontate dagli umani con il ricorso ad armi varie: si va dalle classiche spade fino alle armi moderne, quali fucili, mitragliatrici o anche lanciarazzi.

L’orrore soprannaturale è presente fin dalle prime battute così come la magia, una magia oscura, negromantica, dai risvolti torbidi. «Il mondo è composto di molti strati sovrapposti» viene affermato nel corso della narrazione, e tra questi strati si formano fratture da cui filtrano l’orrore e il soprannaturale. La causa di ciò pare essere stata, pur non essendo confermato, la guerra apocalittica che ha portato alla fine della civiltà precedente basata sulla scienza; la nostra civiltà, per intenderci. Un’idea, quella «del sopraggiungere dopo l’estinzione di una cultura basata sulla scienza di un mondo fantastico governato dalla magia e da esseri sovrannaturali» che come rivela lo stesso sceneggiatore è debitrice «probabilmente a Zothique di C. A. Smith». Quella di Clark Ashton Smith è tuttavia solo una delle molteplici influenze che hanno portato alla creazione di un mondo tanto eterogeneo: altre provengono dalle storie di Lovecraft, Stephen King e dello scrittore giapponese Kazumasa Hirai. Tra i manga vanno invece notati La Fenice, Dororo e Black Jack del «dio dei manga» Osamu Tezuka, oltre che Devilman e Violence Jack di Go Nagai[1].

Se il soprannaturale incombe, terrorizza e minaccia il mondo degli umani, questo si rivela non meno laido e crudele, tra predoni, mercanti di schiavi e cacciatori di taglie. La lotta tra due grandi regni, l’impero di Balzar e il regno di Karadia, è fonte di guerra, schiavitù e intrighi politici in cui non vengono risparmiati neppure i consanguinei. E come giudicare gli uomini di un villaggio che, per ottenere la pioggia necessaria per coltivare i campi, scelgono di sacrificare ogni anno uno di loro a una divinità dell’acqua? Del resto non è casuale se, dalle rovine della precedente civiltà, è solo una precisa categoria di oggetti che viene alacremente ricercata e riportata alle sue antiche condizioni: le armi, recuperate e vendute dalla Gilda dei commercianti d’armi.

I personaggi

Già, la Gilda. Di essa fa parte Galamy, la donna che salva il protagonista, Sona, all’inizio della vicenda. Figura affascinante e misteriosa, colonna portante della narrazione, Galamy rientra nell’archetipo dellantieroe, quel genere di personaggio che non presenta i tratti positivi tipici dell’eroe tradizionale, ma si attiene a un personale codice morale. In particolare Galamy è disposta a vendere le proprie armi a chiunque glielo richieda, senza curarsi dello scopo a cui serviranno o se saranno adoperate per il bene o il male. Anche se nei fatti si rivela, sotto la patina di freddezza e dovere, più orientata a compiere il bene di quanto sarebbe auspicabile, col rischio di passare più per un’eroina che fa la dura, piuttosto che per un autentico antieroe.

Minore interesse suscita invece l’altro protagonista della storia, Sona, troppo legato allo stereotipo comune a molti protagonisti dei manga giapponesi: giovane, ingenuo e altruista, ma dotato di forte determinazione. Una categoria di personaggio vista e rivista, che affolla, quasi inflaziona, l’universo dei manga. Purtroppo la tendenza allo stereotipo riguarda pure altri personaggi che si ritrovano lungo la narrazione: così incontreremo la principessa che, cresciuta nella bambagia, è costretta a sporcarsi le mani, il vecchio mentore esperto ma pervertito, il brigante dal cuore d’oro. Più interessanti risultano essere alcuni personaggi la cui vicenda si dipana all’interno di una saga, come il vampiro Robert Guillermin e sua madre, la contessa Gilberte Guillermin, legati da un rapporto di amore/odio filiare. Ma nel complesso a reggere la narrazione e ad affascinare con il suo carisma e mistero è il personaggio di Galamy.

La trama

Che Galamy costituisca uno dei capisaldi della storia e che nasconda altro, oltre la sua identità di commerciante girovaga di armi, lo si capisce ben presto. Un mistero collegato all’enorme spada a due mani che porta sulla schiena, coperta da delle bende e che – almeno inizialmente – non sfodera mai. Spada che, si scoprirà man mano, è collegata con un misterioso libro dalla fodera nera, le cui pagine apparentemente vuote permettono di sbloccare poteri demoniaci, al di là dell’umano. L’enigmatico “libro delle chiavi” ispirato, come ammette lo stesso sceneggiatore[2], al famoso Necronomicon di Lovecraft, la cui ricerca è l’obiettivo principale della commerciante girovaga d’armi.

Ma altre due vicende si intrecciano con la storia di Galamy, che pur rimane la più interessante: quella del protagonista Sona e del suo desiderio di vendetta verso il bandito che ha ucciso i suoi genitori e quella della principessa Airi, intenzionata a tornare al suo paese e liberare i suoi concittadini divenuti schiavi. Si tratta delle tre linee guida che trascendono e unificano una narrazione per il resto divisa sostanzialmente in saghe, corrispondenti al luogo dell’avventura, ed episodi singoli solitamente di uno o due capitoli.

Le varie saghe si dipanano anche per più volumi e presentato trame abbastanza articolate che vedono il concorso di molteplici personaggi, ognuno con il proprio obiettivo: alcuni sono mossi solo dalla ricerca di ricchezza e potere, altri dalla vendetta o dal dovere. La morte del resto incombe sugli uni come sugli altri, indistintamente. Più corti e, di conseguenza, più semplici come struttura sono gli episodi singoli che intercalano le diverse saghe o che sono presenti, come storie bonus, al termine dei volumi. Più semplici ma comunque affascinanti: queste storie affrontano alcuni topos del genere fantastico, quale l’incontro con degli spettri inconsapevoli della propria morte e guidati dal rimorso per quello che non sono riusciti a compiere in vita, oppure un particolare changeling – la sostituzione di un bambino umano con un membro del popolo fatato. Seppure non spicchino per originalità, questi episodi riescono a intrattenere, espandendo e arricchendo la già vasta ambientazione.

Conclusione

Purtroppo la serie, al momento giunta al settimo volume (giunta in Italia per l’editore J-Pop), risulta sospesa e non si hanno notizie di una sua eventuale ripresa. È quindi impossibile chiarire l’intreccio della storia, come l’esatta natura di Galamy e le motivazioni per la ricerca del libro delle chiavi. Ma, anche se allo stato attuale incompiuto, The Arms Peddler è una lettura che mi sento di consigliare per l’eterogenea e affascinante ambientazione, per l’atmosfera dark-fantasy di decadenza post-apocalittica, per la capacità di attingere e mescolare, senza tuttavia scadere nel banale, diversi topos del fantastico. Infine per l’ottimo disegno, caratterizzato da un tratto graffiante ed espressivo, capace di restituire la corporeità di massacri e crude scene di combattimento spesso sconfinanti nello splatter, quanto di ritrarre eleganti e procaci corpi nudi femminili. Disegno purtroppo non evidenziato dalle minimalistiche cover del manga, caratterizzate da un onnipresente nero su cui si staglia un piccolo riquadro raffigurante Galamy, il profilo di un’arma, il titolo del manga e un breve testo in inglese.

 

NOTE

[1] Animeclick.it intervista Kyoichi Nanatsuki (The Arms Peddler), url: https://www.animeclick.it/news/33702-animeclickit-intervista-kyoichi-nanatsuki-the-arms-peddler.

[2] The Arms Peddler, Volume 7, postfazione.

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