“BLACK HILLS” DI LUCA MAZZA

Dettagli

Titolo: Black Hills

Autori: Luca Mazza

Editore: Moscabianca Edizioni

Genere: fantawestern / weird western

Data di pubblicazione: 2019

Pagine: 99

Prezzo: € 11,81 Amazon


Sinossi

Nord America, 1876.

Tra le ombre della frontiera e i falò di rivolta dei nativi, il veterano della guerra civile Giuseppe Garibaldi invecchia nella sua leggenda. La visita inattesa del pistolero-stregone Ofiuco riporterà l’eroe dei Due Mondi a imboccare il sentiero tortuoso della sua ultima, grande avventura. Al seguito del Settimo Cavalleggeri del colonnello Custer, Garibaldi e Ofiuco affronteranno la lunga marcia verso Little Bighorn e un’antica maledizione che dalle riserve indiane minaccia di travolgere la civiltà.

Una storia di “nostrano” West, polverosa e onirica, dove anche i grandi eroi abbandonano l’epica per morire da uomini.


Autore

Luca Mazza è nato a Bologna, classe 1980. Ha pubblicato racconti weird e fantasy con Acheron, Watson, Delos Digital. Con Lethal Books ha curato la prima antologia “N di meNare” e carburato il romanzo “Riviera Napalm” in tandem con Jack Sensolini. Cofondatore della milizia letteraria di Ignoranza Eroica.

Commento

Puliamo subito il campo e chiariamo fin da subito: conosco Luca Mazza.

Ho potuto apprezzarlo per la prima volta ne “Il Monco, il Lurco e la Laida”, racconto dell’antologia Zappa & Spada, il cui titolo faceva già intuire una certa passione per il western. Quella fu l’occasione per conoscersi e da lì è iniziata una proficua collaborazione che ha visto unirmi alla brigata malfamata di Ignoranza Eroica e ai loro criminosi progetti editoriali.

Partendo dal racconto testé citato, passando per “P per Pantera” (altro suo racconto contenuto nell’antologia N di meNare), per poi giungere al romanzo “Black Hills” qui recensito, posso affermare, senza ombra di dubbio, che il tratto saliente che ho sempre apprezzato di Luca è lo stile: ricercato in molti termini utilizzati, ma allo stesso tempo fluido e comprensibile. Caratteristiche, queste ultime, essenziali per la scrittura di scene d’azione. Scene descritte con un ottimo ritmo, dettato da frasi brevi e descrizioni sferzanti.

E di azione ce n’è molta in questo romanzo, che unisce svariate passioni di Luca: il selvaggio west, l’amore per figure eroiche, dure e romantiche come possono essere i grandi cowboy della frontiera e certe figure del nostro Risorgimento (non a caso Garibaldi sta alla perfezione nel Far West, un ambiente tagliato per lui), e il sovrannaturale.

Come detto, di azione ce n’è molta e funge da carburante per sfrecciare in un abisso sempre più oscuro e orrorifico. Dovessi fare un paragone cinematografico, paragonerei Black Hills al primo film del franchise Predator.

Come Predator, che da film action di guerra diventa di fantascienza, il romanzo inizia con dinamiche e ambientazioni “umane”, poste sul piano del reale, per poi scivolare lentamente, ma inesorabilmente, in una fantasmagoria di sangue, morte e putridume infernale senza fine. Uno spettacolo.

Menzione speciale merita Ofiuco, il pistolero stregone ha attirato da subito le mie simpatie e con poche pennellate viene delineato un personaggio dal grande carisma. Sempre trattandosi dei personaggi, unica pecca che ho riscontrato e il poco spazio lasciato a Garibaldi, personalmente gli avrei concesso più peso nella narrazione, ma è una scelta autoriale che non mina assolutamente l’assoluta qualità di Black Hills. Anzi, è un ulteriore complimento a Luca: Garibaldi è così ben costruito nella sua figura da leggenda vivente ormai stanca, che io ne avrei voluto di più.

Menzione speciale meritano anche le citazioni a film e canzoni disseminate qua e là, piccoli regali per i lettori più attenti.

In conclusione, un romanzo promosso a pieni voti che dà un contributo al panorama italiano del fantastico.

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