Speciale Spada, Stregoneria e Arte – Intervista a Vincenzo Pratticò

Vincenzo Pratticò è un illustratore italiano che collabora con diverse case editrici italiane dal 2015.

Per conoscere meglio Vincenzo Pratticò vi rimando alla sua pagina ufficiale su Facebook Vincenzo Pratticò – Artworks e al suo profilo DeviantArt.

1 Perchè e quando hai cominciato a disegnare?

Ho iniziato da piccolo, già alle elementari ricordo che copiavo gli animali che trovavo sui libri di scuola. La passione è esplosa al liceo, quando ho scoperto che quello che disegnavo sui banchi (vandalizzandoli) attirava l’attenzione dei miei compagni. Ricordo che creai una sorta di primo portfolio con tutte le illustrazioni che realizzavo durante le lezioni, e tutti volevano vederlo e ammirarlo. Ho pensato quindi che forse era una cosa che mi riusciva bene (l’unica) e che avrei potuto seguire la strada per farla diventare un lavoro. Amavo Dylan Dog, che mio padre collezionava insieme a tantissimi altri fumetti della Bonelli, così pensai di poter diventare un fumettista, e nel 2003 mi sono iscritto alla Scuola Romana dei Fumetti.

2 Quali sono gli autori ai quali ti sei ispirato e che hanno contribuito alla tua formazione artistica?

Dopo la scuola ho capito che il fumetto non era nelle mie corde, quindi ho virato sull’illustrazione apprendendo da solo le tecniche di pittura digitale (all’epoca non previste nel corso di fumetto). Ho passato quindi tantissimo tempo sul web cercando tutorial e artisti che mostrassero le proprie tecniche pubblicamente. Dave Rapoza è senza dubbio l’artista che è riuscito a dare un boost importante alla mia formazione. Poi i grandi maestri come Frazetta, Bisley e McFarlane sono sempre li a rifornirmi di ispirazione. Adrian Smith e Vyacheslav Safronov rappresentano quello che vorrei raggiungere in termini di impatto visivo. E ultimamente devo un grazie infinito ad Anthony Jones le cui tecniche mi hanno permesso un ulteriore salto qualitativo che presto vedrete nei miei lavori.

3 Raccontaci una tua giornata tipo come illustratore/disegnatore.

Sfortunatamente non ho la possibilità di dedicare tutto il mio tempo all’illustrazione, poiché ho due bimbe piccole meravigliose che ancora non vanno a scuola e necessitano di molte attenzioni e perché lavoro part-time in un supermercato vicino casa. Posso dunque dire che riesco a disegnare dalle 4 alle 5 ore al giorno, in una fascia oraria che va dalle 11 alle 17, mentre la sera al massimo un paio d’ore dalle 22 a mezzanotte. Ora che però le commissioni e gli incarichi stanno aumentando io e mia moglie stiamo cercando di organizzarci meglio per poter raggranellare qualche ora in più. Quindi al momento vivo alla giornata, non ho una giornata tipo.

4 Quali sono i tuoi strumenti da lavoro preferiti e cosa ne pensi della deriva digitale del disegno? Per te è un supporto o un ostacolo?

Senza il digitale probabilmente non starei facendo questa intervista. Le tecniche digitali mi hanno salvato dall’oblio in cui ero finito dopo la scuola di fumetto conclusa malamente (ero giovane e stupido). Non riuscivo a fare altro che disegni a matita, con le chine ero un disastro e così con qualsiasi strumento che avesse la forma di un pennello. I miei amici mi regalarono una tavoletta grafica Wacom Bamboo. Ero restio inizialmente, poi ho capito la vera forza del digitale: non dovevo aver paura di sbagliare, perché potevo sempre tornare indietro e correggere. Questa cosa mi ha cambiato profondamente e mi ha permesso di arrivare dove sono oggi e sicuramente mi porterà dove sarò domani, anche se non mi dispiacerebbe prima o poi risperimentare le tecniche tradizionali utilizzando le conoscenze apprese in digitale. Lavorativamente parlando il digitale è estremamente richiesto. Non è fondamentale, sia chiaro, chi è bravo il lavoro lo trova sempre, ma ci sono situazioni ad oggi che danno precedenza agli artisti digitali rispetto ai tradizionali. Attualmente lavoro con una Wacom Cintiq QHD 27”, il software che uso è Photoshop CC14 (ho tentato anche Clip Studio Painting, con scarsi risultati…per ora) e il tutto gira grazie ad un iMac 24” del 2009 (<3).

5 Raccontaci il processo creativo dietro una qualsiasi delle tue opere.

Per lavorare ho assolutamente bisogno di informazioni sul soggetto da creare. Quando mi commissionano un lavoro richiedo sempre una scheda dettagliata di quello che andrò a rappresentare, questo perché se facessi di testa mia non riuscirei a completare il lavoro. Essendo di base mai contento di quello che faccio entrerei in un vortice di indecisione e continue modifiche.
Una volta ottenute le informazioni necessarie passo alla ricerca di riferimenti. L’obiettivo della mia arte è quella di rendere tutto il più vicino possibile alla realtà. Tutto ciò che creo deve essere plausibile. La fase di ricerca sul web mi porta via parecchio tempo all’inizio, non voglio lasciare quasi nulla al caso. Nel frattempo elaboro delle piccole bozze, schizzi preparatori da mostrare ai
clienti in modo da stabilire subito cosa andremo a fare. Quindi giù di pennelli (digitali) e imprecazioni. Queste ultime sono dovute al fatto che non ho un processo creativo specifico ritenendomi ancora in piena formazione artistica, quindi provo sempre strade diverse. Agli inizi era un dramma, colorare era diventato frustrante perché non riuscivo ad ottenere quello che volevo, ma poi aver imparato nuove tecniche mi ha aiutato ad evolvere il tratto, velocizzarmi e rasserenarmi. Attualmente preparo una base in grigi ben dettagliata, poi passo un livello di colori accennati e poi vado di overpainting brutale fino a conclusione.

6 Cosa pensi dell’attuale situazione artistica italiana? Come illustratore di arte fantastica sei disprezzato, deriso, ignorato o rispettato e riconosciuto al pari di qualunque altro illustratore? Quanto spazio c’è per l’illustrazione fantastica in Italia?

Essendo nell’ambiente solo dal 2016 proverò a rispondere alla domanda, anche se la mia percezione della situazione artistica nel nostro Paese è probabilmente ancora acerba a riguardo. Quello che posso dire è che sforniamo talenti nuovi in continuazione così come al tempo stesso anche artisti meno bravi. Internet ormai da la possibilità a tutti di poter intraprendere in qualche modo un percorso artistico. Tutorial e corsi online possono dare senza dubbio basi e concetti che fino a qualche anno fa erano accessibili solo a chi frequentava scuole specifiche o corsi privati presso i maestri del settore. Il problema si crea quando una casa editrice preferisce pubblicare il lavoro pessimo di un illustratore scarso ma pagata 20 euro piuttosto che un ottimo lavoro di un professionista che magari ne costa 200.
In molti però ignorano il funzionamento della piccola/media editoria (che costituisce probabilmente la più grossa fetta del mercato) e dei “numeri” relativi a costi/vendite per i quali una illustrazione da 200 euro rappresenta un rischio economico per le CE. Poi arriva l’artista bravo che pur di essere pubblicato o ottenere l’incarico preferisce accettare i 20 euro. Insomma, l’ambiente artistico è una giungla senza regole in cui però ognuno può ritagliarsi uno spazio. Tutto sta ad avere pazienza e consapevolezza di dover sgomitare parecchio. La gavetta è d’obbligo, a meno che non siate il fenomeno di turno. Quello fantastico è un genere sempre verde. Attualmente sta conoscendo un nuovo picco di interesse da parte del pubblico, complici alcune serie tv e pellicole cinematografiche, quindi c’è parecchia produzione in questa direzione e di conseguenza tanta richiesta. Molti dicono sia una “bolla” che esploderà fra qualche anno, ma d’altronde non ha sempre funzionato così? In tutto ciò ci sono anche io che ho deciso di fare questo mestiere. Già, un mestiere, perché è do questo che si tratta. Il mio principio fondamentale è “professionalità”, a mio avviso l’unico modo per poter sopravvivere in questo ambiente. Essere un professionista non significa solo eseguire una commissione e farsi pagare, ma è intendere il lavoro come dedizione, sofferenza, pazienza, libertà, rispetto (ecc..), dove il lavoro non è quindi solo la commissione in se e per se, ma tutto quanto, dalla stretta di mano col committente al vaffanculo del collega, dagli sguardi estasiati dei tuoi fan alle critiche di chi non apprezza le tue illustrazioni. Come ogni altro illustratore professionista devo lavorare per farmi conoscere e riconoscere e solo di recente il mio nome ha iniziato a fare capolino dall’ombra dell’anonimato. E’ solo quando arriva la notorietà che cominciano i veri giudizi dell’ambiente nei tuoi confronti, quindi al momento è ancora presto per poter dire se sono apprezzato o meno. Ma io non ho fretta.

7 Oltre ad essere un disegnatore, sei anche un consumatore di opere fantastiche a tutto tondo(fantascienza, fantastico, orrore)? Se sì quali sono le opere (libri, fumetti, film videogiochi) che più ti sono rimaste impresse e ancora oggi ti ispirano o ti angosciano?

Sono un appassionato di cinema, uno dei miei tanti sogni era quello di fare il regista, pur non avendo la più pallida idea di cosa comportasse fare il regista. Il fantastico (e tutti i suoi sottogeneri, fantascienza in primis) è senza dubbio il mio genere preferito perché coincide con la mia visione di illustratore: mostrare a tutti l’impossibile, rendere visivamente reale ciò che è solo nelle nostre teste. Purtroppo sono un cattivo lettore (uno dei miei più grandi difetti), addirittura non leggo più neanche i fumetti che dovrebbero far parte del mio bagaglio professionale, mi limito a guardare le figure. Questo perché ritengo di non avere più tempo per fare nulla e che qualsiasi cosa faccia è tempo tolto al lavoro o alla visione di un film che ha comunque sempre la miglior presa possibile su di me. Non ho più nemmeno la playstation perché se ricominciassi direi addio a tutto quanto, nonostante anche i videogiochi fossero una fonte inesauribile di ispirazione. Sono tante, troppe, le opere cinematografiche, fumettistiche e videoludiche che mi sono rimaste impresse e mi hanno pesantemente influenzato, quindi vado a fare un breve frullato sparso buttando in mezzo i primi che mi vengono in mente: Ritorno al Futuro, Jurassic Park, il Signore Degli Anelli, Star Wars, Matrix, Mad Max, Watchmen, Lost, Terminator, Dylan Dog, Rat Man, Wanted, Hellboy, GTA, Final Fantasy IX e X, Darksiders, Uncharted, Mortal Kombat. Impossibile elencarle tutte, impossibile anche solo fare una classifica. Ognuna di queste e di quelle che non ho citato mi ha emozionato e ispirato.

8 La cultura di internet è cannibale, prende ciò che gli serve senza riconoscere il lavoro dell’autore. Qual è la tua posizione in merito e come ti tuteli nei confronti di questo atteggiamento?

Mi è capitato di assistere a diverse situazioni che hanno coinvolto artisti i quali lavori erano stati utilizzati senza il loro consenso. E’ una cosa schifosa, a prescindere dall’utilizzo che se ne fa. La situazione più ricorrente (e relativamente innocua) è quella di chi usa un’immagine artistica a corredo di un post su Facebook senza indicare l’autore dell’immagine, ma devo dire che in questi casi si sta notando un cambiamento nella giusta direzione. Ci sono poi i casi estremi in cui opere di artisti pubblicate online vengono utilizzate a scopi di lucro. C’era un sito ad esempio che vendeva stampe con i disegni di questo artista (la firma era stata eliminata) senza che lui ne fosse a conoscenza. Purtroppo c’è davvero poco da fare, in quanto autori possiamo prendere tutte le precauzioni possibili, ma alla fine non c’è scampo da questo cannibalismo. Una cosa che si può fare, da utenti, è però quello di segnalare tutte le situazioni anomale. Anche solo commentare al post del primo esempio chiedendo i dovuti crediti alle immagini pubblicate, mentre per il secondo esempio si può segnalare all’autore delle immagini (ovviamente spesso ignaro) in modo che possa far valere i suoi diritti secondo le normative vigenti sul copyright.

9 Sfata il più stupido dei miti/luoghi comuni sulla tua professione.

Caro umano medio clonato, esordire con “Wooooo, sei bravissimo!11!! Me lo fai un disegno/tatuaggio/ritratto????” non pone automaticamente me nella condizione di doverti per forza dire di si. So che questa cosa sorprenderà molti. E insistere con “Eddai che ti costa??” non cambierà magicamente la mia risposta.

10 Essendo il tuo segno molto versatile in quale altro campo dell’intrattenimento ti piacerebbe lavorare? Cinema? Serie animate? Videogiochi? Carte collezionabili?

L’ambito ludico è sicuramente il mio preferito. Giochi di ruolo, da tavolo e carte collezionabili sono il mio principale obiettivo lavorativo e sicuramente il più accessibile per quanto riguarda l’illustrazione fantastica. Poi ci sono i grandi sogni proibiti del cinema e dei videogiochi come creature/character designer, ma è ancora troppo presto per me di poter pensare a certe cose.

11 L’illustrazione alla quale sei più affezionato o di cui vai più fiero?

Domanda spinosissima. Non sono mai troppo felice di tutto quello che realizzo perché penso sempre che potrei fare meglio. Sono in continua evoluzione, ricerco sempre il miglioramento per poter raggiungere il livello più alto possibile. Ogni lavoro però rappresenta al tempo stesso un tassello, una svolta che mi permetterà di arrivare dove voglio andare. Ci sono stati quindi alcuni lavori molto importanti che hanno rappresentato delle svolte nella mia ancora breve carriera. Con la cover di Nonaroth, ad esempio, il romanzo di Angelo Berti edito da Watson edizioni, ho imparato che se qualcosa non mi convince devo cancellare tutto e ricominciare, scadenze permettendo, spostando il punto di vista, rianalizzando gli elementi a disposizione, rivedendo il soggetto per trovare la soluzione al problema. Problemi che in questo lavoro emergono in continuazione, e bisogna avere la lucidità di individuarli, accettarli (cosa assolutamente non scontata) ecorreggerli. E poi c’è l’illustrazione “Max Er Pazzo”. Mad Max – Fury Road aveva appena lasciato un segno indelebile nel mio immaginario, così ho deciso di omaggiare il personaggio Max ponendolo in una ambientazione tutta italiana. L’importanza di questo lavoro personale è dovuta all’uso del bianco e nero per la prima volta dopo dieci anni dalla scuola di fumetto. Durante il corso, uno sceneggiatore con il quale collaboravo per il progetto di fine anno mi ribattezzò “distruttore di matite”, dato che appena utilizzavo le chine ero in grado di rovinare tutto il buon lavoro a matita che avevo fatto fino a quel momento. La cosa mi ha talmente demoralizzato da non osare più tentare di inchiostrare i miei disegni. Poi mi sono reso conto che con il digitale potevo fare quello che volevo senza alcuna paura, così mi sono lasciato andare e ho potuto finalmente riabbracciare una tecnica che ho sempre amato e guardato da lontano. Sfortunatamente le mie attuali richieste lavorative non mi permettono di poter utilizzare questa tecnica, ma prima o poi riuscirò a dedicarmici come si deve perché la trovo una delle mie espressioni migliori.

12 Che cosa rappresenta per te l’arte fantastica in questo mondo contemporaneo, liquido e iperconnesso?

Abbiamo la possibilità di poter arrivare agli occhi di tutti in una frazione di secondo. Possiamo creare personaggi, creature, mondi e universi interi e condividerli con tutta l’umanità. E’ una cosa che mi gasa talmente tanto da considerare tutti gli aspetti negativi, come ad esempio l’inevitabile appiattimento qualitativo dovuta alla massificazione e produzione brutale, accettabili per il fine ultimo: stupire e sorprendere.

13 Quale consiglio daresti a un giovane disegnatore/illustratore desideroso di trasformare questo passatempo in un lavoro?

Consiglio sempre di non arrendersi alle difficoltà. Anche quando si è presi dallo sconforto e quando niente sembra volgere per il verso giusto. Non c’è niente di facile, niente piove dal cielo mentre stiamo seduti a guardare la tv e per ottenere i risultati bisogna faticare sempre. Consiglio al tempo stesso di essere sempre obiettivi con se stessi, di analizzare sempre i giudizi di terzi, anche se fanno male o sembrano ingiusti. Imparare dagli errori. Lasciare da parte il timore di chiedere aiuto a chi già è dentro questo lavoro, ovviamente non stalkerando ossessivamente. Molti artisti non sono disponibili a fornire informazioni o qualche consiglio, ma moltissimi altri sono ben disposti, me compreso.

Un sentito grazie allo spumeggiante Vincenzo che spero vi abbia dato una panoramica neo-realista inedita e benvenuta. Alla prossima teppisti!

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