Recensione: Conan 24 – L’Orda Dannata

Conan è il personaggio simbolo del sottogenere sword and sorcery (spada e stregoneria) nato dalla fervida immaginazione di Robert E. Howard che dal 1932 al 1936 regalò ai lettori della celebre rivista americana Weird Tales uno degli eroi più originali e sconvolgenti del Novecento.

STORIA

Conan e i suoi colleghi d’armi che sono riusciti a sopravvivere a Shumballa decidono di andare a caccia di un tesoro leggendario custodito dalla sorella della bella Diana, la quale purtroppo ha ingrossato le fila di schiavi nella splendente città di Nippur.

Fred Van Lente continua la sua corsa sulla neonata testata di Conan, regalandoci un’altra storia originale, la quale purtroppo si presenta fin troppo verbosa e indirizzata ad un pubblico giovanile. Ed è un peccato vista la struttura narrativa scelta (parte dal finale per ricapitolare i fatti sin dall’inizio).

Conan sembra proprio un giovane pieno di vita e di voglia di fare a botte, rubare tesori e cogliere i fiori delle più belle pulzelle di ogni città. E come biasimarlo, ma R.E.Howard ci aveva abituato a qualcosa di ben diverso. Non per forza migliore, ma solo diverso.

E anche un personaggio risulta essere piuttosto falsato dal “canone del bardo di Cross Plains” ed è Thot-Amon, stregone potentissimo eppure leggermente incapace nel perseguire i suoi obiettivi (non che i negromanti facciano mai una bella figura nella mitologia di Howard, però, almeno lui, me lo aspettavo più classico e invece è un clichè piuttosto pedante).

L’unica che si salva è la bella muta Diana che ha un carattere tutto suo, così come la sorella di cui avremo modo di seguire le gesta assieme a Conan in una delle storie più belle mai scritte dal grande Bob Howard.

DISEGNI

Torna alle matite Brian Ching e a mio modestissimo parere rimane il disegnatore più grezzo e divisivo dell’intera storia del personaggio nel reame delle nuvole parlanti. Se la costruzione della griglia è impeccabile (ampie panoramiche nelle scene di battaglia con qualche piccolo dettaglio in riquadri volanti, per poi tornare alla ben più serena impostazione di quadrati e rettangoli alternati), è il segno che si differenzia nettamente dai precedenti interpreti grafici del cimmero. Purtroppo però in diversi momenti si mostra sotto tono e le figure sono abbozzate alla meno peggio. Peccato.

A salvare la baracca però ci pensa il colorista Michael Atiyeh che tappa come meglio può i buchi del collega, giocando con toni e sfumature che donano all’ambiente e ai personaggi (in particolare i loro vestiti) un’anima propria.

COMMENTO FINALE

Primo passo falso della nuova serie di Van Lente che si prende forse un po’ troppe libertà come il suo collega Ching. Sia chiaro la storia in sè è godibile ma si avverte quel retrogusto di clichè, di già visto e sentito (inevitabile ovvio dopo più di 80 anni di storie dentro e fuori il fumetto), che mette a dura prova il fanatico del cimmero dagli occhi di ghiaccio.

L’unica edizione disponibile è quella targata Panini Comics: brossurato, 144 pagine a colori, formato 17x26cm, al prezzo di 14€. Questo volume contiene la serie Conan The Avenger 7/12.

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