Recensione:”Aaron e gli dèi combattenti (2017) di Claudio Massimo

Dettagli

Titolo: Aaron e gli dèi combattenti
Autore: Claudio Massimo
Casa Editrice: Lettere Animate

Pagine: 232
Prezzo: Euro 12,48


Sinossi

Irlanda, oggi. Dietro una fragile patina di normalità, il giovane Aaron scopre l’esistenza di un mondo parallelo, antico e pericoloso. Un mondo che lo chiama…


Commento

Da sempre, l’Irlanda è una terra associata alla magia e al fantastico.
Anche se non è più, come per gli antichi, quell’Ibernia situata ad appena un passo dalla ancor più remota Ultima Thule, essa conserva tutt’oggi la fama di territorio attiguo al Reame Fatato, o quantomeno – anche in forza dei suoi paesaggi magnifici – di terra dove non è poi così impossibile imbattersi nella perturbante presenza di folletti e leprecauni.
Proprio su queste suggestioni si basa il romanzo “Aaron e gli dèi combattenti” di Claudio Massimo, edito da Lettere Animate.
Dietro una cortina di quotidianità serena e financo banale quella dei nostri giorni, l’autore descrive infatti il pulsare immutato dell’antico mondo celtico dei Thuatha De Danann, i primordiali abitanti d’Irlanda, e con essi di tutta una congerie di dèi e spiriti della tradizione locale, il cui operato misterioso si intreccia con la vita del giovane protagonista indicato dal titolo, Aaron. Qualcosa di più di un ragazzo tuttavia, giacché in lui si incarna il centro focale di una lotta che attende da millenni il suo epilogo.

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Di un simile romanzo, è facile individuare i pregi.
Innanzitutto, la presenza chiara e ricorrente del Fantastico, assolutamente non scontata in una stagione, pur al tramonto, di “razionalismo fantasy”.
E, di seguito, il suo delinearsi come un prodotto accessibile, di facile lettura, caratterizzato fin dall’inizio da un’identità che coincide in grandissima parte con la sua ambientazione irlandese e con i miti della terra verde di Erin.
Infine, se di vicende incentrate su giovani prescelti destinati ad affrontare un’impresa molto più grande di loro sono ricolmi gli scaffali, in questa sede tale movimento narrativo è sfruttato con spontanea freschezza, costituendo un motivato input per la storia. Anche altri temi in apparenza “semplici” (Il protagonista frutto dell’unione di stirpi diverse, di cui una non umana; il rapimento oltre la soglia del Reame Fatato) sono tutti spunti che richiamano a un patrimonio folklorico profondo, non solo irlandese, e che farebbero la felicità degli estimatori del celebre Reverendo Kirk, che nel XVII secolo scrisse un intero trattato su simili eventi.

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Per contro, osservandolo in controluce, emergono delle criticità che fanno di “Aaron e gli dèi combattenti” un romanzo non ancora del tutto maturo.
Se vogliamo, possiamo quasi considerarle il lato oscuro delle sue qualità.
L’ambientazione, per esempio – la cui scoperta ed esplorazione costituisce il motivo guida della storia – risulta sulla lunga distanza sopraffatta dal suo stesso sapore celtico, accumulando cliché tipici di tali scenari. Forse è inevitabile, ma usurati come sono dal largo uso che ne è stato fatto da schiere infinite di autori, la loro riproposizione avrebbe avuto bisogno di una modulazione più esperta.
Anche il tono inconsapevolmente didascalico di certi passaggi, in questo senso, può risultare un appesantimento per un romanzo che altrimenti scorre senza troppi intoppi. Probabilmente è stata la necessità di chiarire alcuni riferimenti mitici, non sempre noti ai più, che ha impedito di raggiungere una maggiore snellezza, purtroppo a discapito del ritmo avventuroso.
Nel suo insieme, tuttavia, “Aaron e gli dèi combattenti” è sicuramente una lettura per ragazzi (ma non solo) piacevole e godibile, con un messaggio spiccatamente positivo ormai insolito per il genere. Se quindi sconta una certa mancanza di esperienza – è un esordio – che non gli permette di spiccare completamente il volo, essendo il primo capitolo di una saga, offre al suo autore l’occasione per rimediare e “prendere le misure”. Cosa del tutto probabile.

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