Speciale Spada, Stregoneria e Arte – Intervista a Mauro Dal Bo

Mauro dal Bo è un illustratore italiano che collabora con case editrici italiane e straniere e di recente è stato direttore artistico per il film Red Hands.

Per conoscere meglio Mauro Dal Bo vi rimando alla sua pagina ufficiale su Facebook Mauro Dal Bo Illustratore e già che ci sono anche al suo indirizzo ArtStation.

1 Perchè e quando hai cominciato a disegnare?

Credo che tutti inizino nello stesso periodo e per le stesso ragioni, poi la maggior parte di noi smette di farlo e qualcuno no :).

2 Quali sono gli autori ai quali ti sei ispirato e che hanno contribuito alla tua formazione artistica?

Alcuni grandi classici, da Frazetta, a Paul Bonner, da Vallejo a Serpieri. Ma anche molta pittura figurativa, soprattutto russa di fine 800. Oggigiorno ce ne sono moltissimi di bravi, fra questi Chase Stone e Michael Komarck.

3 Raccontaci una tua giornata tipo come illustratore/disegnatore.

Ci si sveglia e si va al lavoro attraverso il raccordo stradale che va dalla camera allo studio, cercando di evitare la coda per il bagno. La mattina è il momento più creativo, la pausa postprandiale la più bella. Verso sera si fa riposare gli occhi e ci dedica a tutto quello che la vita ci regala oltre il disegno, relazioni sociale comprese. Poi però, dopo cena si torna al lavoro, e se la faccenda è stimolante si lavora fino a tardi altrimenti verso la mezzanotte si chiude baracca.

4 Quali sono i tuoi strumenti da lavoro preferiti e cosa ne pensi della deriva digitale del disegno? Per te è un supporto o un ostacolo?

Per molti anni ho disegnato solo a matita, poi, dato che non ho avuto una formazione scolastica incentrata su questa passione, mi son dato al digitale, senza potermi dedicare ad altre tecniche tradizionali. Non posso quindi essere totalmente critico verso il mezzo che utilizzo. Il suo difetto principale è quello di aver appiattito gli stili, spingendo gli autori ad alcune dinamiche che il mezzo stesso favorisce; e questo riguarda non solo l’illustrazione ma anche il cinema, i videogiochi e via discorrendo, tutto quello che usufruisce del mezzo digitale.

5 Raccontaci il processo creativo dietro una qualsiasi delle tue opere.

È molto confuso, varia a seconda di ciò che devo rappresentare. Mi piacerebbe avere un metodo più lineare, è di sicuro una delle cose che devo migliorare.

6 Cosa pensi dell’attuale situazione artistica italiana? Come illustratore di arte fantastica sei disprezzato, deriso, ignorato o rispettato e riconosciuto al pari di qualunque altro illustratore? Quanto spazio c’è per l’illustrazione fantastica in Italia?

L’italia è un paese conservatore in ogni suo ambito, in cui l’editoria arranca e non rischia, e l’industria dello spettacolo vive del sostegno pubblico. Queste tre cose assieme seppelliscono quasi ogni velleità. Personalmente non mi sento comunque penalizzato. Se non sono ancora molto conosciuto è perchè non sono stato abbastanza bravo a trasmettere un emozione.

7 Oltre ad essere un disegnatore, sei anche un consumatore di opere fantastiche a tutto tondo (fantascienza, fantastico, orrore)? Se sì quali sono le opere (libri, fumetti, film videogiochi) che più ti sono rimaste impresse e ancora oggi ti ispirano o ti angosciano?

Devo ammettere che sempre meno riesco a dedicare tempo e risorse per queste passioni. I videogiochi, tra l’altro, li ho abbondanti del tutto già nell’età dei foruncoli. Un tempo leggevo molti manga e guardavo parecchi anime. In tempi più recenti ho riscoperto proprio quelli più antichi, dell’infanzia profonda, titoli, come Anna dai Capelli Rossi, o Remì, che magari fan sorridere, descrivano situazioni ed emozioni, che alla fanciullezza di oggi sono negati, peccato. Per quanto riguarda il Cinema, è forse la mia arte prediletta, da Ozu, Truffaut, Kazan, Kubrik, Wilder fino a chicche minori come Il Tredicesimo Guerriero, o District 9…..un discorso troppo lungo… insomma. Dogville resta comunque uno dei più innovativi in assoluto.

8 La cultura di internet è cannibale, prende ciò che gli serve senza riconoscere il lavoro dell’autore. Qual è la tua posizione in merito e come ti tuteli nei confronti di questo atteggiamento?

Quando ho dovuto pubblicare qualcosa di mio, ho cercato di premunirmi. Per i lavori su committenza ho delegato agli editori la tutela del prodotto. Ad ogni modo è difficile rubare la competenza. In questo ambiente devi sempre stare al passo, essere versatile e dimostrare quanto vali di volta in volta. Non esiste il colpo del secolo.

9 Sfata il più stupido dei miti/luoghi comuni sulla tua professione.

Che sia divertente.

10 Essendo il tuo segno molto versatile in quale altro campo dell’intrattenimento ti piacerebbe lavorare? Cinema? Serie animate? Videogiochi? Carte collezionabili?

Alcune di queste ipotesi sono già parte del mio lavoro. La maggior soddisfazione sarebbe lavorare per qualcosa che entri a far parte dell’immaginario collettivo: che si tratti si una serie animata, di un videogioco, o di un fumetto è secondario. Identificare il mio lavoro con un prodotto a cui le persone guardano con passione è forse il traguardo più ambito.

11 L’illustrazione alla quale sei più affezionato o di cui vai più fiero?

Esistono due categorie di illustrazioni: quelle che mi soddisfano, e tutte le altre. Tra le poche che appartengono alla prima cerchia non ho una vera graduatoria, perché tutte hanno raggiunto lo scopo. Se devo dirne una, la copertina di Faith and Coin per il gioco di ruolo di Rogue Trader.

12 Che cosa rappresenta per te l’arte fantastica in questo mondo contemporaneo, liquido e iperconnesso?

L’arte fantastica è quasi del tutto inespressa oggigiorno. All’uniformità di stili citata prima si aggiunge, in misura ancora maggiore, un’appiattimento dei contenuti: mancano idee, tutto deve essere molto semplice ed immediato. L’immaginifico è invece qualcosa di complesso, riguarda l’uomo e ne rispecchia l’animo le sue sfaccettature, senza i filtri del contingente, magari raccontando una parte di noi che il Presente cerca di tralasciare; almeno così dovrebbe. Oggi per non scontentare nessuno si cerca sempre e solo sull’input estetico, sclerotico, compulsivo.

13 Quale consiglio daresti a un giovane disegnatore/illustratore desideroso di trasformare questo passatempo in un lavoro?

Di iscriversi a un istituto tecnico :P, ma se è proprio cocciuto, di terminare ogni tavola che decide di iniziare.

Ringrazio Mauro per la sua obiettività ed il suo tempo; noi ci si becca nel futuro!

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