
Dei dell’Era Hyboriana
Parte Uno: Le dimore degli dei
di Robert L. Yaple
Tradotto, adattato e annotato da Giuseppe “Dark0” Franco
In questo numero di THE SAVAGE SWORD OF CONAN[1], R.L. Yaple inizia una attesa e articolata serie di articoli sulla natura della religione (e le relative superstizioni) dell’Era Hyboriana – l’ambientazione tanto oscura e maledetta quanto vivida ricreata da Robert E. Howard approssimativamente nelle sue due dozzine[2] di racconti di Conan il Barbaro[3].
Storico per temperamento, interessi e qualche volta per professione (studiò storia militare per diversi anni all’Università di Dayton), Bob Yaple ha letto, riletto e virtualmente indicizzato l’intero canone di Conan. Ora lavorando in Ye Editor, ha riordinato le informazioni collezionate nel tempo e gli ha dato una forma che riteniamo essere di grande interesse per il serio appassionato Hyboriano.
Questa prima parte è una disamina generale degli dei durante l’Era di Conan (secondo REH, circa 12 mila anni fa, millennio più millennio meno).
Nel prossimo numero, la seconda parte parlerà di Crom e Mitra, le due divinità alle quali Conan più spesso (e più vigorosamente) si rivolge; la terza parte esamina “Gli Antichi Dei” come Set e Ishtar; la quarta parte metterà in evidenza demoni, semi-dei e “Cose dall’Altro Mondo” che spesso sono stati acerrimi nemici del Cimmero.
Escludendo l’infaticabile lavoro di L. Sprague DeCamp e altre piccolissime ricerche fatte, era molto tempo che non appariva uno studio specifico di questo genere[4].
Citando R.L.Yaple: “Spero che questa serie di appunti e dettagli possa diventare un prologo a un più approfondito studio nel campo. Gli studiosi appassionati troveranno molte altre informazioni nella prima edizione degli Unaussprechlichen Kulten[5] (Dusseldorf, 1836) di Fvindvuf[6] von Jundz.”
La magia, sia essa bianca o nera, è per definizione una parte importante delle fondamenta su cui si regge un mondo “sword-and-sorcery[7]”. Questa è solitamente praticata a favore di, e con il proposito o la complicità di, una divinità – infatti spesso “stregoneria” e “riti religiosi” diventano sinonimi. Pertanto un’indagine sulle divinità dell’Era Hyboriana, sulle credenze, sulle pratiche e sulla distribuzione geografica dei loro culti, potrebbe tornare utile a chi è interessato al setting howardiano.
Il seguente studio è basato sugli scritti originali e non alterati di Robert E. Howard, integrati da deduzioni e speculazioni personali. Da quando ho concentrato le mie ricerche sul Mondo Hyboriano “reale”, la mia tendenza è stata quella di ignorare i numerosi pastiches letterari e gli adattamenti fatti da altri autori[8].
Sfortunatamente il materiale originale è disseminato, frammentato e non uniforme. Per esempio, nel tentativo di mappare una distribuzione delle varie sette, una soltanto presenta poche dichiarazioni dirette (tutte relativamente brevi) e una moltitudine di indizi sparsi sui quali poter lavorare. Qualche altra informazione può essere trovata analizzando preghiere e maledizioni, ma nessun esempio è davvero rappresentativo, neanche per classi o nazionalità. Esiste invece un ampio campione di regnanti, aristocratici, stregoni, sacerdoti, apprendisti, ladri e “combattenti” (che includono una moltitudine di tipi militari e para-militari – cavalieri, feudatari, regolari dell’impero, mercenari, guardie, rangers e avventurieri, capitribù, pirati).
Oltre a queste categorie, nell’opera di Howard, ci sono solo tre membri della classe media di cui ho registrato la presenza e nessun contadino (tranne un ubriaco trovato in una città Bossoniana). E di nove “schiave[9]” almeno cinque hanno origini aristocratiche. D’altro canto non ci sono Hyperboreani, Iranistani, o nativi del Regno di Confine di nessuna classe.
DEI DEL NORD
Il supremo dio degli Aesir e dei Vanir è Ymir, il Gigante dei Ghiacci[10]. Tuttavia, Asgard e Vanaheim, prima di diventare regni unificati e regolati, furono semplici agglomerati di tribù più o meno indipendenti tra loro, dove esistevano probabilmente numerose divinità locali subordinate a Ymir.
Cimmeria ha numerose divinità[11] – tra queste Lir e Manannan[12], Morrigan, Badb, Macha e Nemain[13] – ma è senz’altro Crom il loro capo[14].
L’UNICO, IL SOLO: MITRA
Il culto di Mitra è pressoché universalmente praticato (perlomeno tra la borghesia e l’alta società e nei centri cittadini) ad Aquilonia, Argos, nell’Ophir, in Nemedia e Zingara. Tuttavia Mitra non ebbe mai l’assoluto monopolio. Asura ha avuto diversi seguaci in Aquilonia, sebbene i suoi cultisti furono perseguitati; fu Conan il Grande che impose la tolleranza subito dopo la sua ascesa.[15]
Ci furono anche dei nemici di Mitra in Nemedia: oltre a una scuola di filosofi scettici[16], vi fu almeno una legittimata setta non Mitraica: il culto di Ibis.[17]Anche Ishtar potrebbe aver avuto qualche seguace.[18] Piccole e isolate sacche di feccia degenerata (per esempio nelle montagne tra Aquilonia e Nemedia) hanno nutrito l’illegale e ripugnante culto di Set.[19]
È probabile che i villici, in particolare gli schiavi delle piantagioni della Zingara Meridionale[20], abbiano avuto i propri culti: i loro riti segreti sulla fertilità e altre pratiche più vicine a quelle di Shemiti e Kushiti piuttosto che alla tradizione dei Pitti o alle usanze dalla maggior parte dei benestanti Hyboriani.
Mentre l’entroterra di Argos potrebbe essere stato abbondantemente mitraico, sicuramente i cosmopoliti e poliglotti porti[21] sulla costa occidentale furono sede di molti templi dedicati a divinità sconosciute.
Koth e le aree sotto la sua influenza (come Khoraja[22] e Khauran[23]) hanno abbandonato Mitra e da almeno mille anni venerano Ishtar e altre divinità[24].
LE TERRE DI CONFINE
Nulla si sa delle religioni di Hyperborea, del Regno di Confine, di Brythunia e poco per quello che riguarda Corinthia.
In particolare sugli Hyperboreani, che di tutte le genti Hyboriane sono coloro che hanno viaggiato meno e che sono rimasti i più isolati, si può pensare abbiano conservato il loro pantheon di arcaiche divinità (incluso Bori), includendone poche altre, come Ymir, ad esempio.
La stessa cosa si può dire per il Regno di Confine, ma con una maggiore influenza mitraica (difficilmente gli dei Cimmeri sono molto desiderati da chiunque voglia prenderli in prestito).
Brythunia e Corinthia prima di diventare regni unificati furono delle confederazioni di città-stato.[25] Pertanto, a parte Mitra, essi hanno avuto probabilmente un numero esiguo di divinità locali o di varianti forse importate dalla vicina Zamora. Le uniche divinità connesse a Corinthia restano quindi Mitra e Anu.[26]
ZAMORA E I FIGLI DI SHEM
La religione Zamoriana è stata un intricato labirinto di strane divinità, esotici santuari, intricati rituali e complessa filosofia.[27] I loro culti, così misteriosi e involuti, menzionano specificatamente solo due divinità: l’innominabile Dio-Ragno (a Yezud) e Bel il Dio dei ladri (che era originariamente un dio Shemita). Anche Shem fu terra di numerose divinità e demoni – quasi ogni città-stato possiede le sue specifiche varianti locali di un osceno dio o di una dea della fertilità (o entrambi). Ad esempio, Bel fu il protettore di Shumir[28], Pteor di Pelishtia[29], Ashtoreth e Adonis di altre località. Ishtar è probabilmente stata adorata ad Asgalun[30] e, insieme a Derketo, sono stati esportati fuori dai confini shemiti con successo. Gli shemiti del deserto, gli Zuagiri, hanno adorato Yog come il re dei demoni[31] e potrebbero includere nel loro pantheon anche Ishtar e Hanuman. Stygia dominò Shem per quasi millecinquecento anni prima di essere scacciata da Koth a seguito della caduta di Acheron[32]; qualche isolato residuo del culto di Set probabilmente è sopravvissuto nonostante siano passati oltre tremila anni.
STYGIA E LE TERRE MERIDIONALI
Il dio serpente Set è considerato la massima divinità dagli stygiani, tuttavia sembrerebbe che lo stesso abbia avuto tra le sue schiere numerose “divinità bestiali, orribili, per metà animalesche”[33] che avevano in Luxur il loro centro di culto.[34] Come nello Shem, le terre meridionali al confine con la Stygia, hanno conosciuto numerosi culti altrettanto primitivi e ripugnanti. Derketo fu adorata nel Kush[35] e, con Dagon, nello Zembabwei.[36]
Probabilmente Derketo non fu l’unica divinità shemita nei Regni Neri almeno fintantoché le tratte carovaniere dei mercanti shemiti hanno attraversato quei territori. L’innominata dea d’avorio del Punt[37], potrebbe essere stata anche lei shemita, così come Yelaya nel Keshan[38]: una regina bianca dell’era precedente che fu venerata dopo la sua morte. L’influenza stygiana pertanto appare minima.
Nel Kush le caste regnanti sono normalmente seguaci di Set, mentre le masse si inchinano davanti a Jullah[39]. Jhil fu dio dei Ghanata e ne tormentò il deserto meridionale del Darfar[40].
Il Keshan ha avuto numerose e orribili divinità bestiali, ma l’unico con un nome, Gwahlur (il Re della Tenebra) in quanto molto antico, probabilmente non è più adorato in nessuna forma.[41]
In aggiunta a quanto detto, ci furono indubbiamente una miriade di demoni locali, diavoli, spiriti elementali e antropomorfe divinità minori – incluse ogni sorta di strisciante e bavoso orrore partorito dall’Abisso, o giunto dall’Oscurità Esterna e che è venuto alla luce dopo eoni ai confini estremi del mondo Hyboriano – creature come Ollam-Onga, Thog (o il suo parente Thaug) e Khosatral Khel[42].
Niente invece si sa sulle tenebrose terre a sud di Zarkheba… e forse è meglio così.
TURANIANI E PITTI
A est, Erlik e Tarim furono le principali divinità del Turan[43], ma ce ne furono sicuramente molte altre inclusa Ishtar.
Le altre nazioni orientali furono politeiste tranne laddove vengono citate le singole divinità come Asura in Vendhya[44] e Yajur in Kosala[45].
Per quanto riguarda i Pitti… “chi sa quali dei vengono adorati sotto l’ombra di quella foresta maledetta, quali diavoli strisciano nel nero fango delle paludi?”[46]
Nei fatti, si conosce di più sulle divinità dei Pitti che non su quelle del Lontano Oriente o del Profondo Sud – anche se molto poco.
Oltre agli immancabili demoni delle paludi, driadi, elementali e orrori striscianti, il pantheon dei Pitti include Gullah e Jhebbal Sag e altre apparenti entità pre-Cataclisma, come “I Figli di Jhil” e “I Quattro Fratelli della Notte”.[47]
UNA POSTILLA ALLA PRE-STORIA
Howard, per inciso, non considera Zingara essere “Hyboriana” neanche durante l’Era di Conan[48]. Dissento. È vero che gli Zingariani originariamente furono un miscuglio di molte razze – ma lo furono altresì anche i Bossoniani, ad esempio.[49]
Al tempo di Conan è altamente probabile che vi furono matrimoni misti tra Zingariani e Poitaniani o tra Zingariani e Argosiani. In entrambe le culture e le razze, Zingara possiederebbe quindi caratteri tanto Hyboriani quanto Kothiani.
Prossima puntata:
CROM E MITRA: le divinità di Conan
pensareadaltro@gmail.com
NOTE:
[1]Nello specifico, è il numero 6 e i successivi della storica collana di fumetti Marvel.
[2]Sembrerebbe che la disamina di Yaple non si limiti strettamente alla sola produzione letteraria Howardiana su Conan, sebbene l’autore specifichi che il suo ambito di studio escluda pastiches e adattamenti.
[3]La definizione “il Barbaro” non fu mai usata da Howard, mentre è stata ampiamente usata nei fumetti e nel cinema. Più strettamente aderente al canone è la definizione “il Cimmero”.
[4]All’epoca dei fatti l’edizione americana del fumetto uscì nel giugno del 1975. Tuttavia lo studio di Yaple è ancora interessante in quanto fa riferimento a un riscoperto canone howardiano “puro”.
[5]Letteralmente Culti Innominabili, il libro immaginario inventato da REH nel racconto Figli della notte.
[6]Friedrich è il nome secondo REH, ma qui riportato da RLY forse in un modo volutamente impronunciabile?
[7]Letteralmente “spada e stregoneria” che ho preferito mantenere in lingua originale in quanto ormai riconosciuto sottogenere del fantasy.
[8]RLY presenta a titolo esemplificativo i nomi di L. Sprague de Camp, Bjorn Nyberg, Lin Carter e Roy Thomas.
[9]In originale “slave girl”, che spesso è anche un archetipo narrativo nelle storie di Sword and Sorcery.
[10]Alla fine del secondo capitolo de La Fenice sulla Lama, Conan informa Prospero riguardo le genti del nord: “[…]Sono alti, biondi e con gli occhi azzurri. Il loro dio è Ymir, il gigante di ghiaccio e ogni tribù ha il proprio re […]”
[11]Sempre nello stesso discorso alla fine del secondo capitolo de La Fenice sulla Lama, Conan specifica, parlando dei Cimmeri: “[…] I loro dei sono Crom e la sua stirpe tenebrosa, che regnano su un luogo senza sole di nebbie perenni, che è il regno dei morti.[…]”
[12]“Lir an Mannanam mac lir!” impreca Conan nel primo capitolo de L’ombra che scivola.
[13]“Per Badb, Morrigan, Macha e Nemain![…]” impreca contro i suoi dei barbari Conan nel quinto capitolo de La Fenice sulla Lama.
[14]È nel secondo capitolo de La Regina della Costa Nera che Conan, interrogato da Belit sugli dei dei Cimmeri, risponde: “Il loro capo è Crom […]”
[15]Si parla del culto di Asura nel decimo capitolo di Conan il Conquistatore.
[16]Sempre nel dialogo con Belit (v.n.14), Conan afferma: “[…]Io non cerco oltre la morte. Può esserci la tenebra, come affermano gli scettici nemediani […].
[17]Caranthes di Hanumar è il sacerdote di Ibis nel racconto Il Dio nell’Urna e parla del culto di Ibis e della rivalità con il dio stygiano Set.
[18]Il riferimento è al generico pantheon shemita, di cui Ishtar fa parte e che viene menzionata ancora una volta ne Il Dio dell’Urna.
[19]Lo spiega Oraste a Xaltotun nel primo capitolo di Conan il Conquistatore: “Nelle montagne sopravvivono ancora piccole tribù che si vantano di discendere da Acheron.[…]”
[20]Ne parla Astreas nella sua lettera nel terzo capitolo del racconto Nascerà una Strega
[21]Si parla dell’entroterra e dei porti di Argos nel tredicesimo capitolo di Conan il Conquistatore: “[…] I porti argosiani erano cosmopoliti, in netto contrasto con le provincie dell’entroterra.[…]”
[22]Di Khoraja si parla in Colosso Nero all’inizio del secondo capitolo: “[…]il piccolo regno ritagliato nelle terre shemite dalle spade degli avventurieri di Koth,[…]”
[23]Di Khauran ne parla sempre Astreas nella sua lettera (v.n.20): “[…]Khauran non è un grande regno; è uno dei tanti principati che un tempo formavano la parte orientale dell’impero di Koth,[…]”
[24]Durante gli eventi di Nascerà una strega, l’usurpatrice Taramis: “[…] Ha abolito il culto di Ishtar e ha trasformato il tempio in un sacrario dell’idolatria.[…]; Anche nel secondo capitolo de I Tamburi di Tombalku, Lissa parla della sua stirpe: “[…]Cercarono di far rivivere il culto di Mitra, che i kothiani avevano abbandonato da lungo tempo,[…].
[25]RLY fa un riferimento a una lettera scritta da Howard a P.S. Miller, dove si parla di città-stato situate a occidente della Zamora e che probabilmente costituiscono l’ambientazione de Gli Intrusi a Palazzo.
[26]Si parla del tempio di Anu, nelle prime battute de Gli Intrusi a Palazzo.
[27]Se ne parla in questi termini ne La Torre dell’Elefante: […] la religione zamoriana […] era intricata e complessa e aveva perso molto della primitiva sostanza, per finire in un labirinto di formule e rituali.[…]”.
[28]Lo ricorda Belit a Conan ne La Regina della Costa Nera: “[…] Bel, anche lui, è shemita perché nacque nell’antica Shumir, […]”.
[29]Conan si imbatte in una statua in bronzo di Pteor nel quarto capitolo de Le gemme di Gwahlur.
[30]Alla fine del primo capitolo de La Regina della Costa Nera, Belit invoca i re di Asgalun che furono suoi antenati.
[31]Viene esplicitato nel primo capitolo di Ombre a Zamboula: “[…] i demoni del deserto adorano Yog, il Signore del Vuoto, con il fuoco…[…]”.
[32]I dettagli su Acheron sono nello scritto di REH, L’Era Hyboriana; mentre nel terzo capitolo di Colosso Nero, si parla di Natohk, lo shemita che opera nel nome di Set.
[33]Il virgolettato è dal settimo capitolo di Conan il Conquistatore; L’ultimo paragrafo de La Fenice sulla Lama dice: “Sinistri e terrificanti, somigliavano all’ombra gettata da una delle scimmiesche divinità acquattate su altari tenebrosi nei templi fiocamente illuminati nelle terre perdute della Stygia.”.
[34]Ne parla Thalis alla fine del primo capitolo de L’Ombra che Scivola: “[…] mi hanno condotta ai templi di Derketo, la dea delle tenebre, e iniziata ai suoi misteri […]”.
[35]Le “mele di Derketa” sono i frutti chiamati così dai popoli neri del Kush e presenti nel primo capitolo di Chiodi Rossi.
[36]“I tozzi idoli aurei di Dagon e Derketo” sono citati nel primo capitolo de Le Gemme di Gwahlur.
[37]Alla fine de Le Gemme di Gwahlur, Conan dice: “[…] Andremo nel Punt. Gli abitanti di quel regno venerano una donna d’avorio[…]”.
[38]Con cui Conan fa i conti ne Le Gemme di Gwahlur.
[39]E lo invocano a gran voce nel terzo capitolo de Il Muso nel Buio. C’è da notare che, a rigore, questo racconto è stato scritto anche da Lin Carter e di L.S. DeCamp, pertanto Jullah potrebbe non essere una divinità appartenente al canone.
[40]“[…] gli aphaki adorano Jhil, ma i neri adorano Ajujo il Tenebroso e i suoi affini.[…]” dal secondo capitolo de I Tamburi di Tombalku. Anche questo racconto viene accreditato come scritto da REH e L.S.DeCamp.
[41]“[…] le gemme erano state proclamate tabù e nascoste per comando degli dei, che le avevano strappate alle spaventose fauci di Gwahlur[…]” così nel terzo capitolo de Le Gemme di Gwahlur.
[42]In questo breve elenco si fa riferimento a una serie di personaggi che compaiono nei fumetti Marvel dedicati a Conan.
[43]“[..]io adoro Set, e i turaniani Erlik[…] dice una giovane donna a Conan nel secondo capitolo di Ombre a Zamboula; nell’ottavo capitolo de Gli Accoliti del Cerchio Nero si parla dei templi turaniani e dei sacerdoti del Tarim
[44]Si accenna di sacerdoti di Asura in Vendhya nel primo capitolo degli Accoliti del Cerchio Nero; anche nel secondo capitolo, Chunder Shan impreca contro la divinità.
[45]Baal-pteor inveisce contro Conan nel terzo capitolo di Ombre a Zamboula: “[…]I sacerdoti di Kosala, gli strangolatori di Yajur, sono incredibilmente forti[…]”
[46]Capitolo secondo di Oltre il Fiume Nero.
[47]Se ne fa riferimento nel capitolo sette di Oltre il Fiume Nero: “La follia che è messaggera dei quattro Fratelli della Notte è volata a bisbigliare il tuo nome al mio orecchio.[…] Il tuo corpo sarà divorato dai Figli di Jhil, che hanno ali nere e rostri acuminati.”
[48]Viene detto esplicitamente nel terzo capitolo de Colosso Nero: “Tutti, eccetto gli zingariani, erano hyboriani” e in parte lo stesso concetto viene tracciato ne L’Era Hyboriana.
[49]Si faccia riferimento alla prima parte del saggio L’Era Hyboriana.
1 comment