GLI ORRORI DELLA CASA DI ATREO – “THE HOUSE OF ATREUS” DEI VIRGIN STEELE, UN CONCEPT ALBUM HEAVY METAL SULL’ORESTEA DI ESCHILO

L’Orestea è una trilogia tragica composta da “Agamennone”, “Le Coefore” e “Le Eumenidi” con cui Eschilo vinse le Grandi Dionisie nel 458 a.C.

Secoli e secoli più tardi, una band newyorkese di genere heavy metal capitanata dal polistrumentista cantante David DeFeis, i Virgin Steele, nel 1999 fa uscire un doppio album “concept” intitolato “The House of Atreus” in due parti “Act I” e “Act II”, richiamando il linguaggio e le modalità della tragedia attica.

La musica dei Virgin Steele è scandita da chitarre elettriche saturate e distorte, una sezione percussiva incisiva e incalzante, e un apparato di sintetizzatori e piano che si occupa della parte evocativa dell’esperienza uditiva, richiamando atmosfere dai toni antichi ed epici, orientaleggianti e addolcisce la durezza degli strumenti a corde, riuscendo a rievocare l’ambiente della Grecia dell’età bronzea tramite testi e titoli esplicativi.

Il disco si apre con “Kingdom of the Fearless (The Destruction of Troy)”. I Virgin Steele hanno scelto di partire nel loro “concept” sull’Orestea da prima degli eventi narrati della tragedia, fornendo un quadro più ampio.

Un album si definisce “concept” quando tutti i testi trattano del medesimo argomento e, come in questo caso, raccontano una storia. Possiamo ricordare “Tommy” dei The Who e “The Wall” dei Pink Floyd tra i “concept” album più famosi e significativi della storia della musica contemporanea.

“Now you live and now you die
Across the Lake of Gorgon’s Eyes
Crimson Blood, a Hero’s Quest
Atone for Death with still more Death
Hate guides my Hand as I smile within
Hole in the Sky where the Blackest Spirits Rage” – Through the Ring of Fire, Virgin Steele

Questa “Through the Ring of Fire” – nel testo sta parlando Clitemnestra – si colloca dopo un intermezzo soltanto “narrato”, nel quale David DeFeis, compositore dei testi e delle musiche, racconta gli eventi della guerra di Troia e introduce l’argomento chiave dell’epica greca post omerica e anche dell’Odissea, i “ritorni” degli eroi dalla città caduta, tramite la voce della sentinella che nella tragedia di Eschilo ha il compito di sorvegliare il fuoco di segnalazione che avrebbe annunciato la presa di Troia.

Agamennone ritorna dalla lunghissima e sanguinosa guerra a Ilio dopo una partenza che macchiò indelebilmente il suo fato. Sacrificò sua figlia Ifigenia per ottenere venti favorevoli in direzione della città di Troia.

La Tyke per i greci è un leit-motiv che si ripete innumerevoli volte in tutta la letteratura pervenutaci.

Rappresenta la Sorte, il Fato, il Destino in senso metafisico, la Tyke è la caducità dell’uomo mortale, a cui egli non può opporsi.

L’album continua con un pezzo strumentale di organo, molto evocativo e per tutti e due gli “atti” del “concept” David DeFeis intrattiene l’orecchio dell’ascoltatore con intermezzi che permettono ai timpani di rilassarsi dalla saturazione dell’heavy metal più spinto, è stato dimostrato infatti che un suono troppo ripetitivo e continuo porta la mente ad annoiarsi, e a pensare ad altro, distraendosi.

Questo altalenare di momenti di tranquillità e di virtuosismi tecnici e assoli distorti e riff di chitarra graffianti, oltre a rendere l’esperienza musicale completa, permette a chi ascolta di non cadere nella noia e nel senso di ripetitività, e il disco stesso si dispiega insieme alla storia che racconta, sviluppando atmosfere e colori in base alla struttura e ai contenuti del testo.

“The House of Atreus Act I & II” è un esempio di due discipline fuse alchemicamente insieme : la scrittura creativa e la musica.

“I return to the Land of my birth and I Thank the Gods Belief
With Golden Songs and Sacred Vows
Through Eons Forge the Millennium,
how the Spear Faction Blazed
I released the Titan’s Pain at last
By the Flames of the Black Star!” –
Flames of the Black Star (The Arrows of Herakles), Virgin Steele

 

Nel testo sopra citato è Agamennone a “parlare”. Le liriche di David DeFeis sono influenzate dal linguaggio dell’epica omerica e del sottogenere “epic metal”, nato negli anni ’80 del secolo scorso, con band come Brocas Helm, Manilla Road, Omen, e appunto gli stessi Virgin Steele, i quali si avvicinarono al genere verso gli anni ’90 rimanendo, nella parte iniziale della loro discografia, più vicini al glam rock di Kiss e Motley Crue.

“The House of Atreus” si pone stilisticamente come un punto di svolta della loro produzione.

Altri esempi di “concept” album simili sono “Open the Gates”, “The Deluge” e “Mystification” dei Manilla Road, altra band metal americana degli anni ’80, i quali raccontano musicalmente il ciclo arturiano di Camelot e le sue origini, la mitologia medievale di origini norrene e sassoni, e per quanto riguarda l’ultimo titolo citato, le opere di Edgar Allan Poe in particolare “La Maschera della Morte Rossa”.

Consigliato vivamente l’ascolto, non solo per la musica, il quale giudizio dipende tremendamente dai gusti personali, ma per l’esperimento artistico di rendere in musica atmosfere e ambientazioni descritte unicamente dalla parola scritta. La musica in tal senso assume così un ruolo più profondo, magico, alchemico, trasformante, l’ascoltatore diviene in un certo qual modo anche lettore e apprende non unicamente la storia, ma anche l’atmosfera che un compositore ha percepito in essa, e se l’uditore ne condivide la tipologia di mezzo comunicativo o banalmente il gusto può aggiungere alla semplice esperienza dell’ascolto un’attività intellettiva, riportando alla mente echi e sapori di mondi lontani nel tempo.

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