I Miti del Tubo di Ilario Gobbi – Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth

Ben ritrovati a un nuovo approfondimento sulle opere di intrattenimento ispirate alle opere al ciclo di Cthulhu inventato dallo scrittore Howard Phillips Lovecraft.

Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth è un videogioco horror d’azione con meccaniche stealth, di risoluzione puzzle e di sparatutto in prima persona prodotto dalla Bethesda Softworks e dalla 2k Games nel 2005.

Il gioco è ancora oggi molto apprezzato in quanto uno dei più attinenti ai canoni della mitologia lovecraftiana, anche se è noto per avere dei bug non ufficialmente risolti e un alto livello di difficoltà. Grazie ai diversi livelli di difficoltà può essere rigiocato più volte superando i limiti della longevità non proprio altissima.

PC Gamer nel 2011 lo ha definito 87esimo tra i 100 migliori giochi per PC di tutti i tempi.

La trama mescola elementi di diversi racconti dello scrittore Howard Phillips Lovecraft, in particolare “Dagon”, “La maschera di Innsmouth”, “L’ombra venuta dal tempo”, “Alle Montagne della Follia” e “Il richiamo di Cthulhu” .

Il gioco aveva inoltre due sequel mai distribuiti “Call of Cthulhu: Beyond the Mountain of Madness” e “Call of Cthulhu: Destiny’s End”, che furono cancellati per via della bancarotta della società produttrice nel 2006.

Il gioco ha un’impronta marcatamente investigativa: il giocatore deve guidare il personaggio all’analisi dell’ambientazione e al dialogo con i personaggi per individuare indizi con cui proseguire le indagini.

Una caratteristica del videogioco è data dal fatto che la salute del personaggio è divisa in fisica e mentale. La salute fisica comprende le varie aree del corpo come braccia, gambe, testa e busto, e il giocatore deve provvedere a curarsi con gli oggetti rinvenibili nel gioco più adatti ai singoli casi come bende, ago e filo e antidoti agli avvelenamenti. In alternativa è possibile assumere una dose di morfina per attutire il dolore, ma ciò si ripercuote sulla sua lucidità.

I problemi fisici si ripercuoto sul modo in cui si gioca, se Jack viene ferito a una gamba zoppica e produce rumore, se è ferito al braccio fa fatica a mirare.

Le condizioni del personaggio comunque ci vengono costantemente ricordate tramite battito cardiaco, respiro e macchie di sangue sullo schermo.

La salute mentale è il tratto distintivo del videogame: proprio come, nelle opere di Lovecraft, i personaggi scivolano nella follia mano a mano che le loro convinzioni sul mondo vengono infrante, anche il nostro Jack subisce l’effetto straniante delle rivelazioni degli orrori innominabili e indescrivibili, e comincia a manifestare alterazioni come stress, paranoie, visioni, voci nella testa, che vengono rappresentate come sfocature visive e sonore e comparsa di falsi nemici.

Se non curato, Jack può scendere nella pazzia più totale e finire per suicidarsi.

Occorre perciò evitare di guardare troppo a lungo elementi raccapriccianti come cumuli di cadaveri o elementi blasfemi per evitare di turbare in maniera grave il personaggio, oppure procurarsi psicofarmaci con cui superare i traumi.

La trama è essenzialmente una riscrittura di quella di “La maschera di Innsmouth” ovviamente in un’ottica investigativa e d’azione, e integrando molti altri elementi dell’universo dei Miti di Cthulhu.

Jack Walters è un detective privato di Providence, che il 6 settembre 1915 viene incaricato di investigare su una casa decrepita a Boston nella quale è stanziato un culto detto la Compagnia degli Yith. In seguito a una sparatoria si ritrova separato dalla polizia e finisce per investigare nella dimora. Quando la polizia riesce a entrare scopre che tutti i cultisti si sono suicidati e che Walters è in preda al delirio, e quest’ultimo viene rinchiuso nel manicomio di Arkham dove rimane per i successivi sei anni.

Nel 1922 viene incaricato di investigare sulla scomparsa di un giovane negoziante amico del cliente avvenuta a Innsmouth, cittadina sulla quale gravano preoccupanti storie.

Walters si reca a Innsmouth e si trova a fare i conti con una popolazione ostile e poco collaborativa.

Il narratore prende una stanza al Gillman House – come fa il protagonista de “La maschera di Innsmouth” – e inizia le sue indagini, che lo porteranno a doversi costantemente difendere da poliziotti corrotti e cultisti assassini.

La città è sotto indagine governativa, e Jack viene assoldato dal FBI per guidare gli agenti alla raffineria Marsh, dove viene attaccato da uno Shoggoth e dove trova un’effige di Cthulhu prima che l’edificio venga demolito.

L’esercito avvia un attacco terra e mare combinato su Innsmouth, che ha successo un po’ ovunque eccetto che sul quartier generale dell’Ordine Esoterico di Dagon, una setta che adora i mostruosi Dagon, Hydra e il Grande Cthulhu.

Jack riesce a penetrare nella sede dell’ordine e a salvare l’agente che sta per essere offerto in sacrificio, nonché ad abbattere lo scudo magico che protegge l’ordine.

Jack da una camera segreta cade in mare ma viene salvato dalla guarda costiera che sta attaccando Devil’s Reef, da cui i maghi dell’ordine evocano delle onde per attaccare i nemici.

Gli uomini pesce noti come Abitatori del Profondo attaccano la nave Urania e al loro seguito compare anche il gigantesco Dagon, che con le immense zampe cerca di eliminare il protagonista. Quasi tutta la ciurma viene spazzata via ma Jack riesce a ferire gravemente il mostro con il cannone della nave, pur non riuscendo a evitare l’inabissamento della nave.

Walters si ritrova a Devil’s Reef da cui trova un passaggio per la città sottomarina di Y’ha-nthlei, che la marina sta cercando inutilmente di silurare, siccome è protetto da una barriera magica originata dal Tempio di Dagon. Jack trova dei passaggi temuti dai Deep Ones siccome fungevano da prigione per i Polipi Volanti, che riesce a sconfiggere grazie a un folgoratore prodotto dalla Grande Razza di Yith.

Walters sconfigge la gigantesca Madre Hydra che comanda i Deep Ones e annulla la barriera, permettendo ai sottomarini di abbattere la città, e fugge attraverso un portale.

Nel finale, viene rivelato che la mente del padre di Jack era stata scambiata con un membro della Grande Razza di Yith prima del suo concepimento: per questa ragione Walters, pur essendo umano, aveva delle doti extrasensoriali che gli permettevano di prevedere i pericoli in arrivo, di vedere la città di Pnakotus e di comandare i Deep Ones.

Quando, a inizio gioco, fa irruzione nella casa di Boston, la sua mente viene scambiata con una di Yith che abita il suo corpo nei successivi sei anni in manicomio, mentre lui rimane a Yith fino a quando il mondo non viene distrutto e lui non viene rispedito indietro.

Ancora una volta nel manicomio di Arkham, lo vediamo intento a impiccarsi non potendo più sostenere la realtà di ciò che è davvero e di ciò che ha visto.

Nel corso della storia il nostro eroe dovrà vedersela sia con i cultisti umani dell’Ordine Esoterico di Dagon che con mostri risalenti all’epoca dei Grandi Antichi: nel corso dei livelli appaiono esseri presi direttamente dalla mitologia di Lovecraft: Shoggoth, Polipi Volanti, Progenie Stellare di Cthulhu e in particolare Deep Ones. Vengono menzionati inoltre MI-Go ed Elder Things, che contribuiscono ad aumentare il senso vicinanza all’ambientazione come descritta dallo scrittore di Providence.

Fanno al loro comparsa anche alcuni dei Grandi Antichi in persona, ovvero Padre Dagon e Madre Hydra: Cthulhu non compare, ma nel gioco appaiono documenti ed effigi a lui legate. In una stanza c’è una statua di Cthulhu, e se il giocatore passa troppo tempo nelle sue vicinanze, Walters finirà per spararsi a causa della sua essenza.

A seconda del grado di successo che abbiamo raggiunto nel gioco potremo accedere a più di un finale, compreso uno in cui è presente la Grande Razza di Yith e verranno fornite informazioni praticamente canoniche rispetto ai romanzi di Lovecraft.

Nel gioco sono presenti anche personaggi non giocanti che provengono direttamente dalle opere di Lovecraft: l’ubriacone Zadok Allen che fornisce un resoconto dettagliato sulla storia della città, i discendenti del capitano Obed Mash – l’iniziatore dell’Ordine di Dagon a Innsmouth – che svolgono un ruolo prominente nel complotto, assieme ad appartenenti alla famiglia Waite, dove “Waite” è il cognome di uno dei personaggi del “La cosa sulla soglia.

Possiamo anche trovare vari esponenti della nutrita schiera di libri maledetti, da una copia in greco dei Manoscritti Pnakotici, al Libro di Eibon passando per l’Unaussprechlichen Kulten, oltre a citazioni di elementi come la musica di Erich Zann e i ratti nei muri. Nel primo livello si può vedere un uomo i cui organi estratti sono ancora vivi e funzionanti, proprio come avviene in “Colui che sussurra nelle tenebre”.

Ovviamente non può mancare il riferimento all’elemento più importante di tutti, ovvero una forte somiglianza fisica dell’agente Mackey con Howard Phillips Lovecraft.

Il gioco ha un progredire piuttosto lineare ed è possibile salvare nelle aree al sicuro dai nemici contrassegnate con il Segno degli Antichi. Le armi sono principalmente ispirate a quelle esistenti ma è possibile avvalersi di tecnologie fantascientifiche come i folgoratori Yith.

Per concludere, due parole sui sequel mai distribuiti.

“Call of Cthulhu: Destiny’s End” sarebbe stato un survival horror in terza persona ambientato tra i resti di Innsmouth e nel New England 80 anni dopo gli eventi del primo gioco. Avrebbe permesso una modalità cooperativa di gioco dove si sarebbero guidati due personaggi: Jacob, quello armato, ed Emily, la maga. Nel trailer si vedevano delle creature mostruose che probabilmente erano Cuccioli Oscuri di Shub-Niggurath.

“Call of Cthulhu: Beyond the Mountain of Madness” sarebbe stato ispirato dall’omonima campagna per il GDR Il richiamo di Cthulhu. Il gioco, ambientato nel 1930, avrebbe avuto come protagonista l’archeologo della Miskatonic University Robert Naples intento a cercare di fermare i tentativi degli occultisti nazisti di trovare le rovine della città degli Antichi nell’Artide.

In definitiva, possiamo dire che questo titolo costituisce sia un eccellente gioco d’azione in prima persona dall’apprezzabile componente horror e survivalista, siccome trasmette una continua sensazione di ansia e paura che ci fa sentire proprio come il narratore di La maschera di Innsmouth.

“Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth” e sicuramente una pietra miliare dei videogiochi di atmosfera lovecraftiana nonché uno dei più fedeli di sempre alle cosmologia del Solitario di Providence.

E per questa volta è tutto. Noi ci vediamo alla prossima!

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