“L’Eredità” di Gianmaria Ghetta (2020)

Dettagli

Titolo: “L’Eredità”
Autore: Gianmaria Ghetta
Editore: Delos Digital
Collana: Heroic Fantasy Italia
Genere: fantasy storico
Data di pubblicazione: 28 gennaio 2020
Pagine: 108
Prezzo: € 2,99


Sinossi

Gerusalemme, oggi. Galilea, 67 d.C. Il tempo e la storia si compenetrano per dare vita a un’incredibile epopea.

Yosef Malach è un giovane storico che sogna una carriera accademica; un invito misterioso lo catapulterà da un presente fatto di studio e ricerche, in un passato remoto, dove guerra, morte, mostri e magia si intrecciano senza tregua per decidere il fato di un popolo.


Recensione

Nella storia dell’Alto Impero, le cosiddette Guerre Giudaiche sono uno dei molti episodi bellici che hanno avuto per epicentro la regione dell’antico Israele.
La storia della provincia di Giudea, spezzettata e ricostituita più volte in diverse unità amministrative dai dominatori romani, è essenzialmente la storia del riemergere dello spirito nazionalista ebraico sotto diverse forme, che variano – spesso intersecandosi – dal ribollire di movimenti religiosi eterodossi rispetto al giudaismo fedele al Tempio, fino alla rivolta armata.
È in questo scenario complesso e tuttavia suggestivo che Gianmaria Ghetta – alla sua prima prova con il romanzo breve – mette in scena la vicenda de “L’Eredità”.
L’esperimento è peculiare, e si fonda in sostanza sulla miscela di tre filoni principali: il racconto d’avventura classico, il thriller storico (che in questi anni è stato declinato nelle forme più disparate) e la fantasia eroica.
La storia prende il via con uno spunto ben rodato: un invito inconsueto, da parte di un personaggio altrettanto misterioso, rivolto ad un giovane accademico di belle speranze. E, subito dopo, fanno la loro comparsa tutta una serie di elementi tipici delle avventure di sapore archeologico, tra cui non possono mancare ovviamente dei reperti “impossibili”, legati proprio agli episodi principali del conflitto tra Ebrei e Romani narrato da Giuseppe Flavio nel suo celebre “La Guerra Giudaica“. Reliquie che, sopravvissute alle fiamme del conflitto, svelano la verità su eventi altrimenti dimenticati…

Nonostante il suo sfondo storico non sia dei più semplici o noti, “L’Eredità” si mostra di facile lettura anche per chi non sia avvezzo agli studi eruditi.
L’utilizzo in forma originale di nomi antichi e di altre terminologie potrebbe forse spiazzare qualche novizio, ma il guadagno avviene sul fronte più importante della suggestione, accentuata da una ricostruzione dei fatti e dello scenario assolutamente accurata, ben resa da uno stile che non pecca mai di ridondanza.
In questo senso, anche le incursioni del soprannaturale sono giustamente calibrate con le reali credenze, tipicamente orientali, dell’ebraismo antico, e offrono ottimi esempi di atmosfera fantastica.


Se però le promesse mantenute da “L’Eredità” sono molte, almeno un paio restano compiute a metà, nei che forse vanno addebitati alla non chiara matrice stilistica.
La vicenda, in complesso lineare nonostante gli intervalli stabiliti da una fittizia serie di antichi papiri, oscilla infatti più volte tra il romanzo storico propriamente detto e l’avventura fantastica, ma senza concedere mai a nessuna delle due componenti un respiro maggioritario.
In sé non è certo un male – anzi! – il voler giocare su entrambi i tavoli, ma le atmosfere avrebbero necessitato forse di un amalgama più fluida, che non facesse percepire singolarmente gli ingredienti originari della ricetta. Dan Brown può anche andare a braccetto con Valerio Massimo Manfredi, ma dopo un po’ deve essere uno solo dei due a indicare la via.
In ogni caso, poco male: si tratta di affinamenti che giungeranno con l’esperienza, e che comunque non inficiano la qualità della storia.
Quanto al finale, esso risulta in una certa misura aperto. Senza svelare alcunché, si può certo dire che se l’esito della Prima Guerra Giudaica resta quello insegnato nei libri di scuola, l’eredità cui fa riferimento il titolo è invece ancora in ballo dopo 1900 anni, e chissà che…Ma non andiamo oltre.


Anche con alcune sbavature, “L’Eredità” resta una prova discreta e meritevole. Non solo perché mostra l’intento di provare soluzioni narrative ibride e quindi nuove, ma perché offre quell’intrattenimento spensierato che è poi il primo fine cui dovrebbero mirare gli autori di qualsiasi genere. Su questo fronte, per Ghetta, abbiamo già un primo centro!

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