I classici dello sword and sorcery – IL RE PESCATORE DI TIM POWERS

L’inserimento di elementi fantastici in un contesto storico ben definito è un espediente narrativo che ha una duplice valenza.

Da un lato rende fruibile la storia anche a persone che il fantastico “puro” lo leggono poco, in quanto sprovviste della c.d. “sospensione dell’incredulità”. Dall’altro può stimolare nel lettore più curioso un approfondimento successivo del periodo storico in cui è ambientata la trama.

“Il Re Pescatore”, romanzo di Tim Powers del 1979, ha la propria pietra angolare proprio in ciò che ho appena descritto.

Tim Powers ambienta la storia nel 1529, anno turbolento di un secolo altrettanto turbolento.

E a mio parere non sceglie questo periodo a caso. Il 1500 è infatti il secolo in cui due grandi visioni del mondo si incontrano/scontrano: l’Europa dei Regni Cristiani e l’Impero Ottomano di Solimano il Magnifico. Un secolo in cui l’idea che l’Europa fosse conquistata dall’egemonia ottomana era tutt’altro che una stramba teoria.

Tim Powers sfrutta la dicotomia di questo periodo e la reinterpreta infondendogli l’archetipo narrativo per eccellenza: lo scontro tra bene e male.

Nel mondo creato dall’autore, le forze del bene e del male si scontrano in nodi cruciali della storia umana e uno di questi nodi è il tentativo di prendere Vienna da parte di Solimano. Alle porte di questo grande evento (molto si è ipotizzato su cosa sarebbe successo nel nostro continente, se Solimano avesse sfondato quella che era la porta d’Europa) è ambientata la storia di Duffy, un irlandese veloce sia col boccale che con la spada.

Duffy viene assunto per fare da buttafuori in una taverna, ma molte cose non gli tornano. E infatti scoprirà presto, con grande sconcerto, che la salvezza del mondo dipende… dalla birra nelle cantine della taverna!

Non solo, ma scoprirà che a pagarlo per il lavoro non è un rubicondo oste, ma personaggi provenienti direttamente dalle antiche leggende europee e che, se da un lato lui è affiancato dalle forze del bene, Solimano è invece affiancato da forze soprannaturali tutt’altro che benigne.

La forza del romanzo di Powers risiede non solo nell’ambientazione testé descritta, ma anche nella sapiente fusione di leggende e folklore europeo, dimostrando una metodica attività di ricerca da parte dell’autore. Il Re Pescatore del titolo, per fare un esempio, è una figura del ciclo arturiano.

Altro punto di forza è la scanzonatezza del protagonista: Duffy non è un cavaliere senza macchia, ma un combattente esperto dalla battuta pronta. Ci si ritroverà spesso a sorridere dei comportamenti di Duffy, che preferirebbe essere in pub a bere piuttosto che dover combattere demoni e ottomani.

In definitiva, Tim Powers ci consegna un ottimo intrattenimento, tornando per certi versi allo spirito originario e allo scopo primario dello sword&sorcery: evadere dal quotidiano, per tuffarsi in un mondo di sete splendenti, ori luccicanti, demoni spaventosi ed eroi dalla spada facile e il sorriso sulle labbra.

Decisamente consigliato.

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