La rivincita della narrativa popolare in Italia di Francesco La Manno

Dettagli

Titolo: La rivincita della narrativa popolare in Italia

Autore: Francesco La Manno

Copertina: Andrea Piparo

Curatore: Andrea Gualchierotti

Editing: Annarita Guarnieri

Grafica e impaginazione: Mala Spina

Editore: Italian Sword&Sorcery Books

Collana: Valusia n.5

Formato: digitale

Genere: saggistica

Data di pubblicazione: 9 agosto 2020

Pagine: 250

Prezzo: 4,99 euro

ISBN: 978-88-944696-4-6

Introduzione di Andrea Gualchierotti


Sinossi

Una stagione nuova si è aperta per la narrativa fantastica italiana.

Non più sottomessa agli imperativi del mainstream e dei luoghi comuni, la voce dei suoi autori scopre finalmente – o meglio riscopre – le radici stesse di quegli stilemi che la troppa riverenza per il fantasy d’oltreoceano aveva finito per farci dimenticare. In questa raccolta di articoli, saggi e contributi stesi in anni di lavoro, Francesco La Manno analizza così il ritorno in auge della fantasia eroica mediterranea e non solo, tracciando un vasto percorso critico che ha le sue radici nel mito.


Zelo e passione.

Ritratto di un critico al servizio della letteratura fantastica

Andrea Gualchierotti

Non è mai semplice, anche nella misura di una semplice introduzione, riferire riguardo al lavoro di un collega e amico.

Sussiste sempre la tentazione, anche magari inconscia, di compiacere le aspettative di chi propone con giusto orgoglio la propria opera, evitando così – come si suol dire – di accarezzare il gatto contro pelo.

Tuttavia, almeno nel caso di Francesco La Manno, si tratta di un rischio che scelgo di sobbarcarmi affidandomi a una dose calcolata di spregiudicatezza.

La raccolta di articoli, saggi e contributi che il lettore avrà modo di apprezzare nelle pagine che seguiranno, è infatti senza dubbio una felice sorpresa, ma anche una sfida a tutto campo nei riguardi dell’asfittico mondo della critica prestata al Fantastico, che qui da noi conta, fatta salva una ristretta cerchia di padri nobili, ben pochi appassionati, persino fra i cultori del genere.

Ma perché parlare di sorpresa? Non stiamo in fondo parlando di materiale inedito, e non sarebbe affatto strano se qualcuno dei lavori qui presenti fosse già capitato sotto il naso di alcuni lettori affezionati al genere.

La risposta è  dunque da ricercarsi nella genesi stessa della raccolta in questione, che inanella tutta una serie di testi e contributi dedicati all’analisi delle più disparate materie connesse allo Sword&Sorcery, vera croce e delizia dell’autore.

Assai di rado, in questo campo, l’attenzione degli esperti rimane puntata sull’argomento: incontriamo spesso studi estemporanei, dissezioni occasionali di ben specifici autori o argomenti, ma ben difficilmente possiamo osservare il lavoro continuativo di un critico in relazione ai temi suddetti.

Di più, l’evoluzione di un critico, che cresce via via che matura il suo rapporto con l’oggetto di studio: nel metodo, prima di tutto, ma anche nel molteplice sviluppo di approcci sempre più complessi e articolati. Non ultimo – cosa ovvia forse per chi scrive ma meno per altri – nello stile e nella capacità espositiva.

Ho avuto nel tempo modo di accostarmi ai saggi di questo volume in maniera privilegiata. Non di rado l’Autore ne aveva precedentemente discusso con me gli argomenti, e ho potuto dunque valutarne la maturazione: da semplici spunti sorti quasi alla rinfusa in una conversazione fra “lettori forti”, egli ha saputo distillare molteplici indicazioni, valide per costruire una sorta di “percorso guidato” nella selva rutilante – ma  a volte intricata e confusa – dello Sword&Sorcery. E al di là degli entusiasmi con cui a volte viene affrontata, ce n’è un gran bisogno.

Persino gli autori devoti a questa branca dell’Avventura – fra cui ovviamente anche il sottoscritto – maneggiano in certi casi senza troppo padroneggiarli degli strumenti che assomigliano agli alambicchi e agli astrolabi misteriosi di uno stregone, miscelando ingredienti di cui conoscono appena le proprietà più evidenti.

C’è invece necessità – e molta – di studi terzi, di fari autorevoli che indichino scogli e secche di un genere che può essere periglioso quanto un mare infestato da sinistre sirene, se non di più.

Non è un caso che La Manno, nel creare l’Associazione Italian Sword&Sorcery, abbia dunque affidato all’elaborazione critica un ruolo di primaria importanza. Hyperborea, la rivista manifesto che settimanalmente pubblica articoli di divulgazione su vari aspetti del Fantastico, ospita abitualmente contributi di analisi dedicati a racconti, saghe di autori classici, retrospettive e tutto quanto può aiutare il lettore ad approcciare con consapevolezza la lettura di testi apparentemente “piani”.

Ma è soprattutto nelle pubblicazioni marcate Italian Sword&Sorcery Books – esattamente una di quelle su cui state appuntando lo sguardo – che questo avviene, affiancando a romanzi e antologie un sostanzioso spazio esplicitamente riservato alla presentazione critica di tali lavori. Non solo ad opera dello stesso La Manno, ovviamente, ma anche di altri esperti: storici, antropologi e molti altri.

E’ in questo contesto che è dunque maturato quello che potremmo definire senza timore di sbagliare una sorta di marchio di fabbrica dell’Autore, e cioè la predilezione per la branca “mediterranea” della Fantasia Eroica. Misconosciuto, talvolta addirittura indicato come inesistente se non nei desiderata di pochi illusi, è proprio questo filone a rappresentare il cuore degli interessi di La Manno. Campanilismo letterario, potrebbe pensare qualcuno, nel migliore dei casi astrazioni da compulsatori di bibliografie ingiallite…Sciocchezze facili da smentire.

La riscoperta dell’antico cuore mitico della narrativa fantastica, che pulsa forte nelle culture del Mare Nostrum, non è altro che il superamento di pregiudizi fossili, non più alimentati ormai neanche dal gusto del pubblico. Un mutare d’orientamento evidenziato anche dalla storica iniziativa Fantastico Mediterraneo, tenutasi lo scorso anno presso la Biblioteca della Camera dei Deputati, in cui proprio Francesco La Manno, assieme al sottoscritto ed altri valenti amici ed esperti, ha indicato una sorta di traccia per quella che può essere – come da titolo – la rivincita della narrativa popolare in Italia.

Sempre più spesso, infatti – e chi ha occhio per certi dati inizia a notarlo – i lettori scelgono di dirigere i propri interessi verso ambientazioni dal forte sapore classico, oppure di impronta folklorico-tradizionale.

Se anni fa sarebbe stato impossibile anche solo proporre un simile mutamento di rotta, ora invece non è raro incontrare pubblicazioni che fanno esplicito riferimento alle leggende e al substrato mitologico nostrani, alla classicità greco romana, oltre che alle terre del Mediterraneo considerate nel loro complesso. Avventurieri e stregoni non vengono più dunque solo da immaginarie regioni dell’Altrove, ma riemergono dalle sabbie dell’antico Egitto, combattono negli anfiteatri insanguinati di Roma, navigano dal Mar Nero fino a oltre le Colonne d’Ercole assieme a semidei ed eroi dal profilo marmoreo.

Insomma, le grigie lande del Nord, per tanto tempo scenario favorito di cupe saghe ormai sfruttate fino all’inverosimile, iniziano ad essere messe finalmente da parte, i Draghi e gli Elfi si ritirano fra le nebbie. Viceversa, come guida per le nuove terre che emergono nell’arcipelago del Fantastico mediterraneo, La Manno si dimostra di sicuro nocchiero fra i più esperti.

Ovviamente, nessuno dei saggi che il lettore incontrerà nelle pagine che seguirà ha pretesa di esaustività riguardo i temi trattati. E tuttavia ognuno contiene al suo interno, filtrata da quell’approccio neo simbolico che La Manno riprende a sua volta dagli studi di Gianfranco de Turris, un’acconcia cassetta degli attrezzi per chi voglia iniziare a gettare uno sguardo dietro il sipario che ricopre significati, strutture, archetipi.

Guénon, Eliade, Evola, Campbell, Fusco: sono solo alcuni dei nomi che s’incontrano durante il percorso d’analisi dei diversi saggi. E di ciascuno di essi La Manno si dimostra attento conoscitore, riuscendo a combinare un multiforme patrimonio di influenze in una sintesi di giudizio ponderata e chiara, che prende a volte le forme di “teoremi descrittivi” la cui logica è difficile smentire.

Non poco in un ambito ancora in gran parte sottomesso alla schiavitù del gusto, all’arroganza dell’opinione di pancia, e irridente nei confronti della ricerca critica che vada oltre l’estemporaneo o gli stilemi di cui sopra.

Sta forse qui, nel perdurare di una mentalità che ha costretto il Fantasy nei recinti della mediocrità, parte dell’origine della ristrettezza in cui la nostra editoria di genere ancora si dibatte, seppure in presenza di nuovi e incoraggianti spiragli di ripresa.

Ma è il momento che mi fermi, cercando così di sfuggire – forse troppo tardi – all’accusa di lodare con troppa foga il lavoro di un amico. Ma c’è un’ultima cosa, forse più chiara di quanto scritto finora, che credo vada riferita riguardo le attività di Francesco La Manno; si tratta di una frase che gli ho sentito dire più volte, e che insieme alla sua tenacia e alla sua amicizia mi ha convinto, ormai anni fa, ad accompagnarlo nell’avventura chiamata Italian Sword&Sorcery: “Restiamo uniti – ama ripetere – insieme torneremo grandi!

É l’auspicio che anche io faccio a tutto il mondo del Fantastico italiano.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: