La Leggenda di Eracle – Il Regno della Sfinge di Gilbert Gallo

Schermata 2020-06-01 alle 21.44.03Titolo: La leggenda di Eracle – Il Regno della Sfinge

Autore: Gilbert Gallo

Anno di Pubblicazione: 2020

Casa Editrice: Delos Digital

Collana: Heroic Fantasy Italia

Pagine: 120


Sinossi

Il secondo episodio della leggenda di Eracle, reinventata e scritta da Gilbert Gallo, porta l’eroe alla sua città natale, Tebe, la città delle Sette Porte, governata dagli Sparti, i guerrieri nati dalla Terra e dai denti del Drago ucciso dall’antico eroe Cadmo. Ma ora la città è minacciata da un mostro invincibile, contro cui persino i persino i guerrieri-draghi sono impotenti: la Sfinge.

Con l’aiuto del giovane principe di Corinto, Edipo, con cui ha stretto amicizia durante il viaggio, Eracle trionfa anche dell’affascinante e letale Sfinge. È a un passo dal conquistare il trono della sua città natale, ma, consapevole del suo doloroso destino, vi rinuncia a favore dell’amico, ignorando che anche su questo incombe la tragedia.

Infatti Hera, la regina degli Dei, trama ancora la sua rovina e suscita contro di lui e quanti gli sono cari un’altra terribile nemica, Echidna, la dea-madre dei mostri.

Autore

Gilbert Gallo è uno scrittore con una grande passione per lo storytelling ed il worldbuilding. Si dedica da svariati anni alla scrittura di manuali, settings e avventure per giochi di ruolo. Al momento collabora con numerosi editori Italiani ed Esteri come freelance e sia nell’ambito dei giochi di ruolo che in quello dei giochi da tavolo e della speculative fiction. Nell’ambito dei giochi di ruolo è autore di più di 20 titoli pubblicati in varie lingue (Italiano, Inglese, Polacco). Le sue produzioni spaziano anche nell’ambito dei racconti, dei romanzi, dei fumetti e dei videogames.


Commento

«Ad Eracle, che possa morire presto fra atroci sofferenze.»

Gilbert Gallo è uno che con la mitologia ci sa fare.

Il suo nuovo romanzo, il Regno della Sfinge, pubblicato nella collana Heroic Fantasy di Delos Digital, presenta al lettore un’avventura inedita di Eracle, già protagonista del precedente volume Fuga verso Delfi. In questo secondo capitolo, i passi dell’eroe greco si incrociano con quelli di Edipo, altro grande protagonista della mitologia classica.

Ho imparato le storie di Eracle e Edipo da bambino, da un manualetto di mitologia, per poi riviverle in tutta la loro sensazionalità nelle rappresentazioni teatrali di Euripide e Sofocle. Con una certa sorpresa, nelle prime pagine, scopro insieme i due personaggi intenti a bivaccare nella notte e condividere le proprie storie. Edipo è in fuga da una profezia che lo vuole parricida e sposo della propria madre, mentre Eracle è in viaggio verso Tebe cercando di riabilitare il proprio nome dopo l’assassinio della moglie e dei figli: «Dici che mi capisci […] ma come potresti capire quanto sia difficile accettare le atrocità che ho commesso? No, non puoi capire. Non esiste destino peggiore del mio.»

L’azione si sposta quindi a Tebe, teatro delle macchinazioni di dei e uomini. La Città delle Sette Porte è tenuta nel pugno della terribile Sfinge, creatura dal corpo di leonessa, ali di aquila e una testa di una donna. La sfida metterà alla prova la forza di Eracle e la sagacia di Edipo: «Affrontare la Sfinge significa cadere nella sua trappola mortale; non affrontarla significa voltare le spalle alla mia città e alla mia famiglia. Qualunque cosa io dedica di fare, ha vinto lei.» Per Eracle, la posta in palio è il riscatto del proprio onore e il trono della città di Tebe, premio quest’ultimo cui il nostro eroe rinuncia in favore di Edipo.

Con Il Regno della Sfinge, l’autore riprende il mito di Edipo, interpretando in chiave personale una vicenda antica, senza per questo perdere il tono della narrazione mitologica. La storia sviluppa un parallelismo interessante fra i personaggi, gioca col tema dell’equivoco e consegna Edipo alle mani del Fato proprio tramite la rinuncia ‘etica’ di Eracle al trono della città. Ritroviamo un tema caro alla tradizione classica, l’ineluttabilità del Destino, ben espresso dalle parole di Circe nell’omonimo romanzo di M. Miller: «Chiunque combatta contro la profezia se la lega solo con più forza alla gola [1].»

Osservando Eracle più in dettaglio, scopriamo un protagonista diretto, che non si tira indietro di fronte alle avversità e, tuttavia, in grado di esprimere sé stesso in gesti di profonda tenerezza. Lo stesso uomo che fa apprezzare la propria forza bruta contro la Sfinge, si lascia cullare sul grembo materno, infragilito dal pensiero del crimine perpetrato nei confronti della moglie e dei figli. In ultima analisi, la voglia di riscatto di Eracle costituisce il motore della vicenda: «Non poteva affatto entrare in città senza aver compiuto un’impresa tale che riabilitasse il suo nome dalla vergogna del folle gesto

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Ercole Farnese, III sec d.C. Museo Archelogico Nazionale di Napoli

Quello di Eracle è un atteggiamento coerente con la morale eroica greca ed esprime il concetto, largamente diffuso nel mondo omerico, dell’aidòs: la vergogna. «Un uomo», sottolinea Giulio Guidorizzi, «non è come sente di essere ma come gli altri lo vedono e come la voce del popolo dice che sia [2]». In quest’ottica, l’onta di aver ucciso il proprio congiunto e la prole, richiede necessariamente un gesto che possa riequilibrare la reputazione di Eracle.

Oltre un protagonista sfaccettato, Il Regno della Sfinge conta dalla propria parte una ambientazione ricca di rimandi storico-mitologici: Alcmena, la madre di Eracle, indossa «una gonna rossa a balze» e ha un seno «celato da un corpetto a maniche lunghe.». Analogamente, possiamo osservare i personaggi mentre siedono «accanto al grande braciere che rischiarava le pareti dell’ampia Megaron.» Questi dettagli storicamente concreti convivono con elementi fantastici in grado di sorprendere il lettore. Non appena arrivati a Tebe, per esempio, i nostri eroi sono accolti da Megareus che, tolto l’elmo dal capo, svela le fattezze draconiche degli Spartoi, stirpe mitica nata dai denti del drago ucciso da Cadmo: «Non aveva capelli né sopracciglia: tutta la testa era ricoperta di scaglie di serpente e sotto la fronte balenavano due occhi gialli con le pupulle verticali e sottili.»

In conclusione, Il Regno della Sfinge è un romanzo agevole, dai toni leggeri, che ha il proprio punto di forza in un’ambientazione ricca di spunti mitologici affatto banali.

Consigli di lettura

A chi lo consiglio: a tutti gli appassionati di mitologia classica, a chi vuole assaporare una versione inedita di Eracle ed Edipo.

A chi lo sconsiglio: ai lettori più esigenti in termini di intreccio. Inserendosi sul solco del mito, il romanzo trova il lettore ‘preparato’ su alcuni punti della trama.

Storie sullo stesso tema: Eracle, Eraclidi e un trono disputato. La Stirpe di Herakles di Andrea Gualchierotti, per proseguire nel segno del fantastico italiano.

Storie dello stesso autore: Fratelli di Sangue, un racconto incluso nell’antologia La Terra degli Anunnaki, che conferma l’inclinazione di Gilbert Gallo alla narrazione mitica.

Multimedia: la tragedia Eracle di Euripide, regia di Emma Dante, rappresentata a Siracusa nella stagione teatrale 2018 e disponibile in streaming gratuito sul sito di Rai Cultura

Note

[1] M. Miller, Circe, Sonzogno (2019)

[2] G. Guidorizzi, Io, Agamennone, pag.26, Einuadi (2016)

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