Conan è il personaggio simbolo del sottogenere sword and sorcery (spada e stregoneria), nato dalla fervida immaginazione di Robert E. Howard, che dal 1932 al 1936 regalò ai lettori della celebre rivista americana Weird Tales uno degli eroi più originali e sconvolgenti del Novecento.
STORIA

Conan è alla ricerca di Valeria, piratessa della Fratellanza Rossa, per conto di Zarallo e dei compagni franchi. Ma il fascino della donna e il suo aiuto decisivo contro un mostro della foresta gli fanno cambiare idea. Il mostro però non era solo ed ecco i nostri avventurieri rifugiarsi in una città all’apparenza abbandonata nella quale invece due clan sono impegnati in una guerra fratricida che obbligherà Conan e Valeria a prendere una decisione…
Quando si parla del miglior racconto di Conan il Barbaro 3 sono i nomi che risaltano sopra gli altri: La Torre dell’Elefante, Gli Accoliti (o maestri nell’ultima traduzione) del Cerchio Nero e Chiodi Rossi. Tra questi però Chiodi Rossi ha da sempre un posto particolare nel cuore dei lettori: è l’ultimo racconto scritto da Howard, prima che si suicidasse, con la necessità di raggranellare soldi per le spese mediche della madre ormai gravemente ammalata. A ciò si aggiunge il “tradimento” di Novalyn Price (fa una gita nel Nuovo Messico con un amico di Howard, programmata tempo addietro e senza alcun intento sessuale).
Così l’originale di Howard, forse consapevole di essere alla fine, è un tripudio dei suoi valori e delle sue ossessioni: violenza e oscurità, amicizia e amore, civiltà e barbarie.
Su questi spunti lo sceneggiatore Régis Hautière adatta liberamente questo racconto, con un Conan particolarmente ironico e pungente tanto con il “dragosauro” (che ricorda l’Imperiosauro di Magic), quanto con la bionda piratessa. Il problema è che manca quell’afflato mitologico e tragico che decretava il successo dell’originale (la faida iniziò con il rapimento di una donna, come fu per Troia, e così due fratelli si diedero battaglia sino alla morte), e soprattutto sensuale (rapporti saffici, torture sadiche e sensuali, il tentato stupro di Olmec nei confronti di Valeria e la punizione e rivelazione di Tascela, che rappresentano per Howard la decadenza di questo popolo).
Per fortuna invece rimane quell’esotismo col quale Howard cercava di omaggiare H. Rider Haggard (in particolare She) ed Edgar Rice Burroughs (soprattutto Tarzan e le avventure nella città perduta di Opar).
Un albo divertente e nulla più, ben lontano dal capolavoro di Howard o dell’adattamento di Roy Thomas e Barry Windsor Smith per la Spada Selvaggia di Conan.
DISEGNI

Didier Cassegrain con un segno iperdinamico e iperbolico dividerà il pubblico. E visti i toni dell’opera, sarà difficile percepire la sensualità e violenza che ammantava l’originale. I colori invece sono superbi nella foresta ma poco ombrosi nella “claustrofobica” città perduta.
Olivier Vatine invece ha realizzato lo story-board e i mostri che affollano la prima parte dell’albo e ha mantenuto l’ascendenza azteca della città perduta di Xuchotl (che Howard derivò da un suo viaggio nella contea di Lincoln dove si consumò una delle faide più sanguinose del vecchio West).
COMMENTO FINALE
Questa volta il formato ha strozzato il ritmo e l’autore ha impoverito l’originale. Da spulciare.
Questo volume di Star Comics è un cartonato di 72 pagine a colori, formato 21x28cm, al prezzo di 14,90€ con diversi bozzetti e illustrazioni a fine volume, oltre alla solita curatissima postfazione di Patrice Louinet.