Spada, Stregoneria e Cinema – Kaan Principe Guerriero (1982)/ Deathstalker II Duello di Titani (1987)

Nel regno di Aruk, il sommo sacerdote Maaz (Rip Torn) riceve una pessima notizia: le streghe vedono la sua morte per mano del figlio del re Zed. Maaz tenta di convincere Zed di uccidere il neonato come offerta sacrificale alla divinità ma il re non la prende bene ed esilia Maaz e i suoi seguaci. Tuttavia Maaz non demorde e invia una delle sue streghe perchè compia un rituale maligno…

Uscito nel 1982 e diretto da Don Coscarelli Kaan il Principe Guerriero si afferma come il migliore film di spada e stregoneria tra quelli usciti poco dopo il Conan di Milius.

Ma al botteghino la pellicola di Coscarelli non riuscì a replicare il successo del duo Milius-Schwarzenegger.

La prima grande sorpresa guardando il film è sapere che è un libero adattamento da un romanzo di Andre Norton del 1959 The Beast Master col quale la pellicola condivide solo la capacità di comunicare con gli animali del protagonista. Per il resto la Norton scrive una storia di fantascienza oltremondo con un accento particolare sulla cultura dei Nativi Americani.

La trama si presenta basilare ed essenziale al punto giusto per non far sfigurare gli attori (Tanya Roberts è meravigliosa, simile ad Isabelle Adjani che a sua volta ricorda molto la nostra Monica Bellucci), puntando tutto sulle scene fantasmagoriche (la prima sequenza della profezia con un bel sedere di una delle megere, il “furto” di infante, gli uomini-uccello, l’anello-occhio ecc…). D’impatto la battaglia finale sia sulla Ziggurat sia quella immersa nelle fiamme contro le ultime milizie di Maaz (con un Rip Torn fondamentale).

Il personaggio di Kaan (o Dar nell’originale), col fisico atletico e asciutto di Marc Singer entra nei nostri cuori sin dalle prime battute, sia per il legame mentale con gli animali (sogno di ogni bambino), sia per il “trucchetto” adoperato per limonare con Kiri il che lo allontana da quel barbaro ipertrofico e silenzioso di Schwartzy.

Gli scontri sono ben orchestrati sia quelli a fil di spada che a fil di denti e artigli. Il mondo per quanto essenziale (1 villaggio, 1 città, 1 fortezza, 1 santuario/ziggurat in miniatura) è primitivo, selvaggio e lontano al punto giusto da immergerci in una storia di spada e stregoneria senza alcun legame con la nostra Terra o Storia.

L’attento uso della fotografia nelle scene all’aperto (con quelle sfumature del cielo violacee e un effetto “rosolato” ai margini), aiutano a farci sentire questo mondo come alieno. Le scene nella fortezza-prigione di Maaz ritornano al nucleo oscuro e sovrannaturale della vicenda che poggia tutto sul contrasto buio, luce di torcia e vampate di magia.

La musica di Lee Holdridge è in linea con le dinamiche emotive della vicenda ma non eccelle e non si lascia ricordare dopo la visione del film.

L’unico dispiacere legato a questa pellicola è dovuto alla morte della tigre 2 anni dopo, già vecchia ma di certo la tintura, tossica a quanto pare, non ha aiutato; per questo nel seguito la tigre, per quel che apparirà, si presenta col suo fiero manto striato. Non si capisce perchè non usarono subito un puma o una pantera (che siano più difficili da addomesticare?).

Come detto il film ebbe discreto successo al cinema ma fu nel mercato delle videocassette che divenne fra i titoli più venduti degli anni ’80 e ’90, anche grazie ad una capillare presenza in Tv che lo confermò un piccolo classico di giovani e giovanissimi americani.

La principessa Evie (Monique Gabrielle) viene minacciata dal signore del male Jerak e il suo alleato Sultana. Così la Principessa Evie arruola l’eroe Deathstalker (John Terlesky) col quale spera di riconquistare il regno perduto ma gli eventi prendono una direzione inaspettata…

Scritto e diretto da Jim Wynorski ,reduce dal successo di Supermarket Horror, e uscito nel 1987 questo Deathstalker II – Duello di titani è il migliore della serie Deathslatker e in generale tra quelli prodotti da Roger Corman per un semplice motivo: non si prende assolutamente sul serio.

Volgarmente è una revisione in chiave spada e stregoneria povera e divertita di Accadde una Notte di Frank Capra. Come si può non amarlo?!

Dall’inizio alla fine sembra di assistere perlopiù ad una parodia del genere: dal protagonista ladro/briccone/predone con quella ghigna cinica e derisoria “da Matthew Perry” alla sacerdotessa in un succinto bikini tinta caffellatte, alla co-protagonista/palla al piede/spalla comica/bionda (interpretata dalla modella penthouse e simpaticissima Monique Gabrielle), passando per l’immancabile scontro alla taverna che fa subito Bud Spencer e Terence Hill, ma l’apice si raggiunge con lo scontro sul ring tra Deathstalker e l’amazzone più feroce della tribù, con il nostro che indossa mutandine succinte (i ruoli si sono rovesciati ora è lui oggetto del desiderio dell’altro sesso), e la scena della tortura con citazioni da Il Pozzo e il pendolo di Poe e da Agente 007 Missione Goldfinger con la maliziosa Toni Naples in tenuta sadomaso e unghie dipinte che percula il nostro Deathstalker.

Quindi per godersi appieno questo film occorre silenziare il nostro critico interiore e lasciare che la passione degli attori e del regista ci coinvolgano in questo film casereccio, fatto da appassionati per appassionati senza alcuna intenzione artistica.

Il film si redime dall’oblio proprio per la sua trama autoironica che fa delle proprie mancanze motivo di vanto e orgoglio: qui si tocca l’essenza dei film di serie C!

BONUS

Nel 1982 Conan lancia un genere, ma è unico, non è un kolossal in nulla, è una produzione media come tante negli anni ’80, divenuto tripla AAA solo per il successo di pubblico; e così i produttori non possono riciclare nulla. Ecco che quindi la “seconda ondata di peplum” è ben più irrisoria per numeri e qualità dei prodotti rispetto alla prima.

Avvertenza: guardateli a vostro rischio e pericolo perchè c’è della vera spazzatura e l’unico motivo per immergersi in questo marasma di mediocrità su pellicola è per capire cosa ci piace e cosa funziona in una storia e in un personaggio.

Tutti questi scempi su pellicola sono rimasti in vita nel mercato VHS e tra gli appassionati di cinema di “seconda categoria” solo per le copertine di alcuni dei più grandi illustratori di sempre (Boris Vallejo, Renato Casaro ed Enzo Sciotti).

La spada di Hok (1980) di Terry Marcel>> Il malvagio Voltan uccide il padre di Hawk perchè questo si rifiuta di consegnarli l’ultima “pietra elfica della mente”. Il vecchio, conscio della sua fine, aveva già donato al giovane Hawk una spada con la pietra elfica incastonata con la quale promette di vendicare il padre. Grigio e noioso con scene di battaglia ridicole (che culminano nel finale in rallentì che si faceva noi quando eravamo piccoli e ed è la cosa più lontana all’arte di Peckinpah).

La Spada a 3 Lame (1982) di Albert Pyun>> Il perfido Cromwell conquista il regno di Re Riccardo ingannando il potente mago malvagio Xusia. Ma Talon, figlio del re ucciso, si vendicherà. Mediocre e ignorantissimo già solo per il fatto che questa spada a 3 lame (bruttissima e un chiodo da maneggiare) si vede 5 minuti all’inizio e 5 alla fine, spara le lame (non scherzo) e si rompe nello scontro finale! Ma che diamine! Non doveva essere l’arma finale? Ma l’ha trovata nelle patatine? Dulcis in fundo la fotografia, talmente scura che ci si chiede se ci fossero delle luci sul set (il che è un peccato perchè le scene necromantiche, anche esse dalla durata di 5 minuti spicci, sono davvero azzeccate), o se visto lo scempio avessero intenzione di nascondere tutto con il buio. Menzione d’onore per le scene nell’harem, tra le più divertenti e lussuriose di sempre grazie anche alle beltà di Kathleen Beller. Il poster spaccamascella è di Peter Andrew Jones!

La Spada e la Magia (1982) di Jack Hill>> Il Malvagio stregone Traigon deve sacrificare il primo nato al suo dio Caligara. La donna partorisce due gemelle ma non condivide l’idea del marito e dopo aver donato le figlie ad un pastore affinchè le crescesse al sicuro esilia il marito per 20 anni con un potente incantamento. Passano 20 anni e Traigon non ha cambiato idea… Le gemelle Leigh e Lynette Harris non sanno cosa siano le donne e si fanno sempre il bagno e mostrano il seno perchè per loro sono solo pettorali un po’ più sporgenti; non contenti di questo tema erotico le due hanno un legame telepatico e telesensitivo e quindi quando una copula, l’altra sente le stesse cose della sorella (scena esilarante grazie anche alle riflessioni del nano-guerriero che si chiede se la stiano torturando o meno). Questo è quanto. Menzione d’onore per la battuta del nano che a veder una orda di zombie balzare sulle donne afferma “Dopo anni sottoterra è più che naturale!”.

Hundra (1983) di Matt Cimber>> Hundra per evitare l’estinzione della gloriosa stirpe delle amazzoni di cui è l’ultima sopravvissuta dovrà cercare marito! Forse il migliore per quanto riguarda la donna in un mondo maschilista, ma veramente fiacco e per quanto la pettoruta Laurene Landon ce la metta tutta anche nelle scene di lotta il film è di una noia asfissiante.

Krull (1983) di Peter Yates>> Il pianeta Krull viene invaso da un’entità malvagia, il “Mostro” e dal suo esercito i “Massacratori”, proprio il giorno delle nozze tra il principe Colwyn e la principessa Lyssa, che con la loro unione speravano di rinsaldare il rapporto dei loro regni da sempre avversari. Stomachevole, incapace di essere sufficiente sia sotto l’aspetto fantascientifico sia in quello puramente fantastico, dove anche qui “l’arma della vita” si vede e si utilizza a malapena. Il che è un peccato perchè le scenografie sono davvero ben realizzate: la scena delle sabbie mobili e del ragno sono stupende così come l’intricata fortezza nera volante e diversi esterni davvero suggestivi e ricchi di vita.

The Beast and the Magic Sword (1983) di Jacinto Molina>> Unica co-produzione giappo-spagnola finita nel cesso.

Golden Temple Amazons (1986) di Alain Payet e Jesús Franco>> Esclusa la copertina “piccante”, il film è vergognoso.

I Dominatori dell’Universo (1987) di Gary Goddard>> Ridicolo, tossico nel suo essere inutile e privare di ogni divertimento lo spettatore.

Gor (1987) di Fritz Kiersch>> John Cabot un timido professore americano si infila un anello misterioso che lo scaraventa su un altro pianeta dove uccide accidentalmente il figlio del tiranno ed è considerato dai ribelli colui che li porterà alla vittoria. Coreografie degli scontri a parte il film è intrigante, fotografato decentemente e supportato da una colonna sonora basilare ma in linea con l’evoluzione delle vicende che hanno un piacevole retrogusto alla “John Carter di Marte”. Classica storia del pesce fuor d’acqua, uno sfigato topo di biblioteca (relegato pure in zona amicizia nei primi minuti del film), che diventerà uomo e si rifarà su Rebecca Ferratti, tra le interpreti più provocanti dell’intero genere di spada e stregoneria (ex-playmate che potete ammirare qua sopra). Questo è uno di quei film che poteva passare in tarda serata su appositi canali dedicati al trash (USA Up All Night con la bella Rhonda Shear o il più recente Mistery Science Theater 3000), introdotti da una provocante Vampira/Moona Lisa/Elvira o un conturbante Zacherley/Mr.Lobo/Sir Graves/Ghastly/Dr.Shocker di turno. Classica scena nella taverna, lotta tra donne in bikini, il nano spalla comica, il cambio d’abiti per l’intrusione tra le fila nemiche, opulenza del tiranno tra danze e banchetti, tortura della donzella, salvataggio dei compagni, e uccisione del tiranno. Poteva uscire strepitoso e invece è fiacco.

Ritorno a Gor (1989) di John Cardos>> Ci risiamo, il nostro topo di biblioteca preferito, Cabot, deve fare ritorno a Gor per salvare il popolo dall’ennesimo tiranno. Questa volta non hanno neanche la decenza di costruire la tensione del viaggio infra-mondo: sono in macchina e nella scena dopo si risvegliano nel deserto; inoltre sono in 2 questa volta (ma se nel primo film viaggiava solo chi indossava l’anello, che ci fa qua l’altro?). La qualità è ormai quella televisiva degli anni ’90 del solito canale ausiliario di una grande rete lasciato alla deriva.

Kaan Principe Guerriero 2 (1991) di Sylvio Tabet>> Kaan apprende di avere un fratello, Arklon, il quale però intende conquistare il suo mondo con l’aiuto della seducente strega Lyranna. La lotta si sposta presto nel nostro mondo, a Los Angeles… Forte del successo del primo film, il produttore esecutivo, Sylvio Tabet, dirige il seguito 9 anni dall’originale grazie ad una sceneggiatura scoppiettante e davvero originale rubata dal grande Jim Wynorski. Dopo una partenza a rotta di collo vengono introdotti gli altri personaggi e si iniziano a delineare le unicità della pellicola: mondi paralleli e commedia con qualche spruzzata di satira. La ragazza infatti continua a sputare sentenze e schernire a suon di citazioni culturali pop da buona ragazzina viziata nonchè cittadina di L.A. (quindi si sente superiore a tutti, tanto più negli anni ’90). Classica storia da pesce fuor d’acqua rivista recentemente col film Thor della Marvel. In questa pellicola la femminilità è ben rappresentata dalla affascinante Sarah Douglas (Ursa in Superman I e II e la Regina Taramis in Conan il Distruttore, che ricorda molto Susan Sarandon) e la giovane Kari Wuhrer. Il film al botteghino ebbe ancora meno successo dell’originale e fu sempre il mercato delle VHS e il palinsesto televisivo a salvarlo. I produttori capirono che puntare al cinema era un controsenso e abbracciarono definitivametne la Tv, che ormai negli anni ’90 aveva aperto le porte tanto ai grandi autori e alla serialità di qualità (pensiamo a X files, Twin Peaks, Seinfeld, Batman la serie animata, Il Laboratorio di Dexter o I Simpson), quanto a nuovi talenti e discreti artigiani fuori dagli schemi (Le avventure di Bisco County Jr, Hercules/Xena, Freaks and Geeks ecc…).

Beastmaster III: The Eye of Braxus (1996) di Gabrielle Beaumont>> Kaan, si allea con Seth per salvare suo fratello Re Tal di cui scoprono la cattura in tenera età per mano del terribile Lord Agon, che sacrifica i giovani per mantenersi lui giovane e conquistare l’immortalità liberando l’oscuro Dio Braxus dalla sua prigione. Definitivamente televisivo con un riciclo talmente cieco che il mostro rettiloide era già usato in un altro programma per bambini.

Tales of an Ancient Empire (2010) di Albert Pyun>> Seguito de La Spada a 3 Lame. Fa schifo nonostante la presenza di Kevin Sorbo e qualche momento “osè”.

Adesso tutti quelli prodotti dal grande Roger Corman!

Deathstalker (1983) di James Sbardellati>> Il barbaro Deathstalker viene ingaggiato per sconfiggere il malvagio stregone Munkar, ma per riuscire nell’impresa dovrà trovare un calice, un amuleto e una spada. Ci crede troppo e fallisce su tutti i fronti. I buchi della scenegiatura vengono gentilmente tappati dalle beltà di Lana Clarkson.

Kain il Mercenario (1984) di John Broderick>> Insulsa scopiazzatura da Yojimbo/Per un Pugno di Dollari ed esclusa la tipa con 4 mammelle è un viaggio di sola andata verso la schifezza.

Barbarian Queen / Queen of the Naked Steel (1985) di Héctor Olivera>> La regina delle amazzoni sta per sposarsi quando all’improvviso un’orda di barbari distrugge il suo sogno e il suo villaggio. Inizia un po’ troppo a rotta di collo, in compenso c’è Lana Clarkson tra le bellezze assolute del genere e in tutto il reame del cinema di serie B/C/Z e nonostante diverse scene “osè” e nudità più o meno gratuite tutte le mancanze e le debolezze della pellicola continuano ad infastidire lo spettatore che in realtà vorrebbe vedere anche solo 30 min di femmine in perizoma che lottano e fanno l’amore e giocano per vie sessuali col malcapitato di turno (invidiato da tutti noi spettatori e perchè no spettatrici). E invece sceneggiatori e registi, fieri ma incapaci, si sforzano di girare un film. Ma l’unica cosa che si gira è la testa dello spettatore!

Wizards of the Lost Kingdom (1985) di Héctor Olivera>> Evitatelo come la peste!

Amazons (1986) di Alex Sessa>> Dyala nella grotta magica della verità vede nel proprio albero cavo una spada sbriluccicante. Rivelata la visione alla grande madre parte alla ricerca di questa spada che aiuterà la tribù delle amazzoni a sconfiggere il terribile Kalungo. Il montaggio è inesistente il film incolla scene a caso tra cui spiccano il combattimento col serpente (vero) che stritola (per finta) la Miller; il bagno con la classica scena di “tortura piccante”; la scena di sesso al lume (più buio in realtà) di candela con Danitza; la scena del salvataggio e del sacrificio dalla tribù di uomini-bestia con la Miller che pur avendo una spada si inventa una cerbottana avvelenata e non contenta di essere furtiva gli sputa i dardi in mezzo a loro, tirandoseli poi dietro (senza alcuna risoluzione perchè si passa subito alla scena successiva); e ovviamente lo scontro finale tra le due bionda rifatte. L’unica nota positiva del film è la presenza femminile: Mindi Miller (con chiaramente il seno rifatto, ben visibile nella scena di tortura sadomaso il che rovina un po’ la “veridicità fantastorica” del film ma cosa vi aspettavate?), Danitza Kingsley e Penelope Reed (che non è da buttar via).

Deathstalker III I Guerrieri dell’Inferno (1988) di Alfonso Corona>> Deathstalker e il mago Nicias sono ad una festa ma il loro divertimento è presto interrotto dalla principessa Carissa che porta una pietra magica al mago sperando che le mostri la città magica di Arandor di cui Nicias è l’ultimo dei discendenti. Nicias rivela che è necessaria la seconda pietra posseduta dal malvagio stregone Troxartes che neanche a nominarlo irrompe e violenta i festanti proprio per ottenere l’altra pietra. Questa è una telenovela in miniatura. Evitatelo come la peste!

Deathstalker IV Match of Titans (1990) di Howard R. Cohen>> Deathstalker partecipa ad una gara di forza nell’arena del grande castello della regina. Peccato però che i contendenti scompaiono misteriosamente e Deathstalker decide di indagare… Sciatto nelle coreografie con l’arma bianca (tranne quelle del protagonista Rick Hill), soggetto con premessa interessante con sviluppo deludente, colonna sonora terrificante e un utilizzo massiccio di riciclo di fotogrammi dalle altre pellicole barbare di Corman (legate da una voce narrante femminile annoiata molto più di noi). Non c’è nulla da salvare. Anzi salvo solo la scena in cui Deathstalker insegna ad un altro concorrente a rimorchiare Maria Ford.

Barbarian Queen II: The Empress Strikes Back (1990) di Joe Finley>> Un seguito sulla carta perchè la relazione tra i due titoli è pressochè nulla esclusa la presenza della Clarkson che interpreta sempre lo stesso personaggio questa volta in fuga da nozze e società lontane dalla sua persona ben più “libera” (leggasi selvaggia); c’è una lotta nel fango fatta passare come casuale (come è casuale che entrambe sono piuttosto ben dotate e finiscano per mostrare le proprie beltà a favore di camera?); la solita scena di tortura/palpeggiamento/stupro/molestia/sadomaso della nostra protagonista (con il solito dialogo del carceriere che lui odia e schifa le donne e rimane allibito di fronte a cotanto “schifo”), questa volta con una piccola peste a incitare il vecchio torturatore.

A Nymphoid Barbarian in Dinosaur Hell (1990) di Brett Piper>> Prodotto della Troma come sempre folle e blasfemo. Per rintuzzare i nostri palati inquinati da tutta questa mediocrità ecco un prodotto che fa delle proprie mancanze e debolezze la sua forza e il suo fascino. Lo trovate gratuito sul canale ufficiale della Troma su YouTube!

Korgoth of Barbaria invece si becca la menzione d’onore ed è un peccato che non sia riuscita a convincere i produttori lasciandoci orfani di una grande serie animata di spada e stregoneria!

Chi vuole sapere cosa ne penso su altri film usciti sulla scia di Conan come i 2 Hercules di Colizzi o gli altri film con Lou Ferrigno vi rimando al raccoltone dei peplum.

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