Recensione: The Barbarian King – Vol 3 Dea della Vendetta

STORIA

Conan è sulle tracce del pozzo delle anime, ma la pista pullula di nemici e strani alleati, mentre un’ombra dell’Altroquando continua a strisciare verso di lui e Aquilonia guadagna un Re malvagio.

Alla sceneggiatura troviamo Massimo Rosi (autore di Necromantical e Morning Star che ripeto essere piccoli gioielli a fumetti), Alessio Landi (autore per Noise Press del bellissimo Winterdeth), e il nuovo acquisto Simone Guglielmini (co-autore per Near Death e Breakneck della Image Comics).

La storia principale del volume per quanto ben orchestrata inizia ad affastellare una galleria di personaggi che sembra abbiano l’unico compito di rallentare la corsa del nostro cimmero. Inoltre a livello di scrittura si viaggia tra alti (Conan) e bassi (la “Dea della Vendetta” e Visk).

A fine volume invece 2 storie brevi.

La prima scritta da Landi è un racconto appagante e asciutto, come il disegno di Giordano.

La seconda scritta da Guglielmini invece è un pugno nello stomaco per la sua brevità con la timida intenzione di ritornare alle poesie eroiche del Bardo di Cross Plains.

Spero che il prossimo volume concluda la storia di Re Conan ritornando al tema centrale del primo volume: il rapporto con la sua spada “mangia-essenze” che con le sue domande pungenti vorrebbe convincere Conan della sua natura barbara quindi estranea ad ogni affetto o responsabilità (tutte tematiche accennate solo alla fine di questo volume ma centrali nei precedenti).

DISEGNI

Luca Panciroli disegna col suo stile materico e aggressivo la vicenda principale del vecchio Re Conan in viaggio verso l’Hyrkania. I suoi paesaggi fantasmagorici e i suoi scontri brutali e ipercinetici rimarranno vividi nella mente dei lettori anche molto dopo la prima visione.

Nicolò Tofanelli col suo segno anni ’90 (debitore tanto di anime e manga dei tardi anni ’80 quanto dei ragazzacci della primissima Image Comics), già visto nel precedente volume conclude la seconda parte della storia (con qualche piccola incursione anche nella prima parte però).

Bjorn Giordano si presenta con un segno piuttosto grezzo e asciutto (elevato dai colori di Pinelli), che dividerà il pubblico di massa mentre affascinerà chi da tempo solca quel magma narrativo e artistico che è il fumetto indipendente occidentale. A me non è dispiaciuto ma si vede che c’è ancora spazio per rendere lo stile ancora più coeso.

Christian Palmieri ha uno stile molto moderno (che gioca molto con l’inchiostrazione) e le poche tavole a disposizione gli permettono di esprimersi al meglio.

La squadra di coloristi (Pamela Poggiali, Luca Pinelli), si destreggia tra paesaggi bruciati dal Sole, notti rischiarate da aurore e altre meraviglie atmosferiche, e visioni di una mente malata e inquinata dagli orrori dell’Altroquando. Ottimo lavoro!

COMMENTO FINALE

Questo terzo volume sprizza qualità da tutti i pori, ma i fasti del primo per me rimangono ancora ineguagliati. Il motivo è semplice: il primo era un racconto coeso sia nella scrittura (asciutta, moderna ma con un occhio ai lavori di Howard e le trasposizioni a fumetti di Thomas), sia nell’arte sequenziale (perchè per quanto ci fossero 3 disegnatori, ognuno col suo segno raccontava un particolare aspetto della stessa storia). In questo caso invece i disegnatori sembra si siano dati il cambio come due staffette: questo però affatica non poco il lettore perchè nei fumetti il segno dell’artista è narrazione tanto quanto la scrittura dell’autore. Un consiglio: una volta portato a termine questo Barbarian King fate solo racconti brevi e tornate ad Howard perchè la voglia per altre storie negli universi del Bardo di Cross Plains è molto forte e sicuramente più semplice da gestire quando si cambiano gli artisti.

L’unica edizione disponibile è quella targata Leviathan Labs: brossurato, 168 pagine a colori (con una galleria di studi e bozzetti) formato 17x24cm, al prezzo di 15€. QUI trovate il loro sito ufficiale per rimanere aggiornati e contattare la casa editrice.

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