Recensioni: “La trovatella” di Fabrizio Fangareggi

Dettagli

Titolo: La trovatella

Autore: Fabrizio Fangareggi

Curatore: Alessandro Iascy e Giorgio Smojver

Collana: Heroic Fantasy Italia

Editore: Delos Digital

Pagine: 128

Data d’uscita: settembre 2020

Prezzo: Euro 3,00

 

Sinossi

“«Adesso, tesoro, tu mi dirai dove si trova la bambina» continuò lo Scuro. «Non provare a mentirmi, perché so che l’hai trovata nel bosco un paio di lune fa e che ti sei presa cura di lei per tutto questo tempo. Se non mi accontenti, sarò costretto a farti male, molto male…”
L’avvistamento di uno Scuro oltre i confini magici del Bosco di Eytheriin provoca agitazione nella comunità Ellian. Il razziatore sembra sulle tracce di una bambina, una trovatella. Un vecchio eroe si lancerà all’inseguimento e gli anziani invocheranno l’aiuto della loro protettrice, la Dea Elenna. Dietro a questo pericolo si nasconde però una minaccia ancora più terribile. Un antico segreto, custodito per oltre un secolo, riaffiorerà dall’ombra della colpa, rischiando di gravare sull’intero mondo di Errat. E la Trovatella sembra esserne la chiave. Tre giovani si ritrovano coinvolti in questa ricerca che li condurrà, per strade diverse, di fronte alla tremenda verità e, soprattutto, a scoprire se stessi.

 

Commento

Con La trovatella, Fabrizio Fangareggi ritorna nel suo universo letterario, e precisamente al mondo di Errat, allungando lo sguardo verso plaghe e soprattutto epoche finora inesplorate.

Si tratta di un artificio, questo, che concede all’autore un duplice vantaggio: da una parte, il caleidoscopio di scenari di cui fanno già parte le storie sanguinose di Yberros e di Ekhelon si espande, mostrandoci il brillare di una ulteriore sfaccettatura. Dall’altra, evitando ambientazioni già note, Fangareggi ha modo di impostare una storia completamente nuova, senza gli onori e gli oneri di trame già intessute di cui tenere conto. Il palcoscenico in cui si svolge la trovatella, dunque, è per noi nuovo di zecca, almeno fino a un certo punto.

Per scelta cosciente, infatti, esso assomiglia – assieme ai suoi protagonisti, la razza degli Ellian – a illustri precedenti del Fantastico da alcuni considerato ormai come canonico, quello che potremmo definire di matrice tolkieniana. Gli Ellian sono infatti tratteggiati sulla falsariga degli Elfi che tutti conosciamo, e anche i boschi di Eytheriin dove essi abitano ci appaiono come immediatamente familiari, al pari della nomenclatura che li riguarda. Anche questa impostazione è da ritenersi in buona parte vantaggiosa, in quanto, sebbene risulti inevitabilmente penalizzata sul fronte dell’originalità, consente un immediato delinearsi del mondo e dei protagonisti de La trovatella.

A sparigliare come dovuto le carte, dunque, ci pensa la storia.

 

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La misteriosa trovatella del titolo – Renne -, lo Scuro, Ayven, sono protagonisti destinati a mutare ruolo man mano che la trama avanza in quella che potremmo definire quasi una sorta di caccia all’uomo (o alla bambina, per essere precisi) continua, in cui – come nella migliore delle tradizioni – “non tutto è come appare”, e sorprese che non è il caso di rivelare conducono il lettore fin nei meandri più infausti delle foreste di Eytheriin, di fronte a demoni insettiformi, traditori spietati e un finale che richiama l’ampiezza di un multiverso quasi moorcockiano.

Ai pregi già citati, si aggiunge poi una scrittura lineare e pulita, articolata in capitoli mai troppo lunghi, caratteristiche che permettono alla trama di snodarsi con naturalezza anche in combinazione con punti critici di ogni romanzo, quelli che coincidono con la croce e la delizia di autori e lettori, i colpi di scena. Insomma, possiamo a buon diritto inserire La trovatella fra le letture che funzionano, e mantengono quel che promettono: un mistero da svelare, tanta azione, e protagonisti destinati a passarsela più male (molto più male) che bene.

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Dovendo fare gli avvocati del diavolo, potremmo dire che un maggiore impegno nell’allontanarsi dagli stereotipi citati all’inizio – e che a onor del vero non rimangono tali fino alla fine – probabilmente avrebbe pagato in termini di suggestione, e ottenuto di stimolare maggiormente il lettore a scoprire gli altri aspetti dell’universo variegato di Fangareggi. Ma è anche vero che i romanzi andrebbero giudicati come lavori in sé, e quindi riferirsi troppo a questo aspetto può essere fuorviante. La trovatella dispone di un buon meccanismo che funziona, aumentando in complessità e velocità una volta che tutte le carte sono state messe in tavola. Ne conoscete molte altre, di storie così?

 

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