Dettagli
Titolo: “Dune. Tra le sabbie del mito”
Autore: Filippo Rossi
Editore: NPE
Genere: saggistica
Pagine: 624
Prezzo: 25,00 Euro
Commento
Il poderoso saggio di Filippo Rossi “Dune. Tra le sabbie del mito” è davvero un neo-cult saggistico che dovrebbe essere custodito in tutte le librerie di appassionati del fantastico e della mirabile saga di Frank Herbert, pietra miliare della letteratura fantastica. Per onestà intellettuale ammetto di non aver letto interamente il volume in analisi poiché Rossi si cimenta nello sviscerare l’intero corpus dei romanzi di Dune compresi quelli che non ho letto, così ho deciso di non “rovinarmi la sorpresa”. Tuttavia anche escludendo il secondo capitolo che abbraccia con 100 pagine di approfondimenti i seguiti del primo romanzo del ciclo ho apprezzato tuttavia il fatto che Filippo Rossi non si fermi a una “pura” analisi filologica dei testi di Herbert. Si concentra infatti anche su opere di natura derivativa, come il mai realizzato progetto di Jodorowsky (che ha meritato un documentario, Jodorowsky’s Dune, ma possiamo apprezzare parte dell’estetica del mancato film con l’Incal designato da Moebius).Tuttavia Rossi è una fonte inesauribile di mirabilia extra-letterarie, per esempio ignoravo l’esistenza di una miserie intitolata “Frank Herbert’s Dune” che prova ripercorrere fedelmente l’opus dell’autore in maniera fedele rispetto alle licenze che si prese David Lynch nel suo Dune del 1984.
Comunque sono rimasto totalmente allibito dalla conoscenza enciclopedica dell’autore e ammetto di non risultare mai “sorpreso” sul lato saggistico ma l’opera stessa testimonia l’approfondimento di Rossi. Con lui condivido molte opinioni, che sono ormai di monopolio nazional popolare, quando si riferisce per esempio alla scarsa qualità dei testi scritti dal figlio. Il saggio inoltre a un’analitica e lucida conoscenza dei fatti letterari ed extra letterari è perfettamente documentato e superbamente illustrato (merito anche di NPE che non è stata avara nel limitare il repertorio iconografico che molti editori avrebbero escluso) tra cui spicca anche la bellissima illustrazioni di copertina di Nino Cammarata. Tornando alla summa di Rossi mi rimane da dire che il testo è per forza di cose un lavoro saggistico che ha avuto una lunga gestazione perché le informazioni che se ne ricavano dalla lettura sono davvero molti, tra cui le varie documentazioni, le citazioni, gli aneddoti e i collegamenti intertestuali e anche con altri media come la musica, i videogames e le trasposizioni sui grandi e piccoli schermi.
Ho apprezzato moltissimo anche lo spazio destinato al nuovo film di Dune che uscirà a fine 2021 o forse subirà ulteriori slittamenti. Anche in questo capitolo dedicato all’opera cinematografica del regista canadese Villeneuve Rossi sfodera un nozionismo davvero impeccabile anche sul lato filmico.
Vorrei chiosare affermando che è impossibile recensire interamente il saggio di Filippo Rossi ma posso sintetizzare quello che ho apprezzato: Dune, tra le sabbie del mito è un compendio ricchissimo di illustrazioni, sviscera in maniera fin troppo esaustiva tutti i dettagli, i segreti e i collegamenti che hanno reso il magno opus di Herbert un capolavoro della fantascienza o tout court un monumento della letteratura fantastica. Rossi si muove in maniera orizzontale e verticale, poiché confronta Dune con opere sorelle che lo hanno anticipato inspirando Herbert o lo hanno emulato data la sua grande influenza, ma l’autore del saggio si cimenta anche in ulteriori riflessioni di natura filosofica (a volte spirituale), letteraria, antropologica e scientifica. Tutto ciò rende il saggio edito da NPE un volume perfetto per i fan di Herbert e di Dune, ma soprattutto un manuale di continua consultazione per esplorare tutto lo scibile sulla saga, adatto anche ai neofiti che devono ancora approcciare Dune. In Italia probabilmente nessuno ha scritto una cosa simile. A corredo del volume c’è l’introduzione di Silvio Sosio, rinomato editore di fantascienza e curato di innumerevoli iniziative per la letteratura di SF, una corposa sezione bibliografica (declinata in mille sfumature) e le moltissime illustrazioni, foto etc che rendono il testo molto godibile da sfogliare e leggere. Inoltre un sentito plauso a NPE che sta mettendo in moto una vera catena di montaggio in ottimi volumi saggistici.
Allego, per coloro che non conoscono Dune, una sintesi senza pretese di esaustività del primo romanzo.
L’erede della casata degli Atreides, Paul arriva sul pianeta Arrakis (Dune) accompagnando suo padre il Duca Leto. La specificità di questo nuovo pianeta è di essere completamente ricoperto dalla sabbia, una sorta di deserto planetario. Dune è abitato da enormi vermi delle sabbie, “creatori” della sostanza più preziosa di tutto l’universo dei romanzi di Frank Herbert, la “spezia” o Melange: una secrezione chimica. La spezia è l’elemento più importante dell’Imperium perché permette di “aprire” le porte della mente e acquisire poteri di preveggenza e prescienza, questa sostanza è in realtà una droga che crea dipendenza ma può inoltre allungare la durata delle vite degli esseri umani. Il Melange è un simbolo della Gilda Spaziale, una corporazione che unisce l’impero attraverso i suoi viaggi spaziali; soltanto i piloti della Gilda hanno accesso illimitato a tale sostanza e permette loro di navigare senza l’ausilio di sofisticati computer o rotte stellari e di superare i limiti della velocità della luce. Il topos della droga nella letteratura è frequentemente noto, basti pensare all’uso che ne fece Edgar Allan Poe o Charles Baudelaire (Paradisi artificiali) , in maggior modo durante il decennio del 1960 in America; periodo di manifestazioni e movimenti socio-culturali legati al sesso, alla pace e all’uso di sostanze. Lo stesso Aldous Huxley nel 1953 sperimentò l’uso della mescalina, una sostanza allucinogena ricavata dai cactus e usata nei riti sciamanici dai nativi d’America. Tornando alla trama di Dune, scopriamo che la famiglia degli Atreides è stata inviata sul pianeta Arrakis per gestire i traffici della spezia per volere dell’imperatore Padisha Corrino e di sostituire l’altra casata regnante degli Harkonnen guidata dal Barone Vladimir. Questa macchinazione politica favorisce i piani dell’alleanza (nascosta) Harkonnen-Corrino, ovvero mettere la casata degli Atreides in un ambiente ostile e arido come Dune per poi schiacciarla e razziare le sue proprietà. Ovviamente questo piano è fomentato da Vladimir Harkonnen che vede nel Duca Leto il suo acerrimo rivale e di porre fine alla secolare faida tra le due casate. Ma il capofamiglia degli Atreides percepisce l’inganno e organizza una strenua resistenza alleandosi con i nativi del pianeta Arrakis, i Fremen tribù di nomadi del deserto che vivono in enclavi nascoste. Gli Harkonnen immaginano che il Duca Leto sarà abbastanza furbo da eludere le trappole e gli attacchi frontali da loro escogitati, così riescono a corrompere un membro (formalmente non legato alla casata) degli Atreides: il traditore dottor Yueh. Egli è incaricato di uccidere il giovane Paul Atreides e sua madre, la Bene Gesserit, Jessica. Yueh riesce a far “esplodere” il mezzo di trasporto dove viaggiano Paul e Jessica e a farli passare per morti, soltanto apparentemente. Nella seconda parte del romanzo Paul e Jessica si uniscono ai Fremen e ne apprenderanno gli usi e i costumi, conosceranno meglio le più grandi risorse del pianeta Arrakis: l’acqua e la spezia. Il giovane Paul da prova di essere un valente guerriero e viene soprannominato Muad’Dib dai Fremen. Veniamo a sapere che le abilità di prescienza e preveggenza di Paul (congenite in esso) si sono sviluppate maggiormente a contatto con i nativi di Dune, i Fremen iniziarono ad acclamare Paul come loro Messia o Mahdi. Paul si ritrova ad incarnare un duplice ruolo in Arrakis: quello politico-formale in veste di principe regnante degli Atreides e quello teologico- profetico del Mahdi. Presa coscienza della sua leadership politica-religiosa il giovane Paul guida gli uomini del deserto contro i battaglioni degli Harkonnen. Il giovane comandante decide di ampliare ulteriormente i propri poteri preveggenti bevendo l’Acqua della Vita, che può essere bevuta solamente da una Bene Gesserit per diventareR everenda Madre (ordine “religioso” matriarcale). Paul cade in un coma di tre settimane ma si risveglia all’apice della sua gloria: egli è diventato il prescelto delle Bene Gesserit, l’unico uomo in grado di possedere tali poteri e resistere all’Acqua della Vita, egli è l’incarnazione di ogni profezia della Sorellanza: lui è il Kwisatz Haderach. Non dico altro per non fare spoiler. Spero che questa sintesi vi incuriosisca a conoscere Dune e soprattutto ad acquistare Dune, tra le sabbie del mito di Filippo Rossi.