“Ondate di calore vibravano sul deserto. Conan il cimmero osservò quella distesa desolata e involontariamente si passò il dorso della mano sulle labbra annerite. Stava ritto fra le dune sabbiose come una statua di bronzo apparentemente insensibile al sole omicida, anche se indossava solo un perizoma di seta sorretto da un’ampia cintura col fermaglio d’oro, dalla quale pendevano una sciabola e un pugnale a lama larga. Sulle membra ben proporzionate erano evidenti i segni di ferite non completamente rimarginate“
Robert Ervin Howard – “L’ombra che scivola” (1933)