STORIA

Un terribile mostro acquatico terrorizza i fiordi attaccando ferocemente i pescatori e ritarda i saccheggi dei guerrieri vichinghi. Il Re ormai stanco decide di pagare Asgard “Piede di Ferro” uno skraëling ora uccisore di mostri in cambio della giusta ricompensa. Formatasi una ciurma inizia un viaggio ma ben presto i cacciatori si trasformeranno in prede…
Xavier Dorison scrive una sorta di Moby Dick nel mondo dei vichinghi, riaggiustando una vecchia sceneggiatura rifiutata per Thorgal.
Asgard “Piede di Ferro”, lo skraëling che doveva morire per la sua menomazione alla gamba, e la giovane schiava Sieglind si guadagnano il centro del palcoscenico senza troppa difficoltà.
Come da programma in ogni buona storia il vincitore, il vero eroe, è colui che combatte la propria ombra e i propri limiti. Asgard oltre alla sua menomazione deve affrontare il suo carattere burbero e accettare gli altri nella sua vita con tutti i rischi che questo comporta, rimodulando la sua narrazione personale non come semplice menomato maledetto dagli Dei, ma come un uomo che si è conquistato la sua gloria e ha trasformato un limite in motore per crescere come persona (c’è un bel dialogo con Sieglind in merito verso la fine, molto nietzschiano e stoico per come benedica il male perchè obbliga gli uomini ad essere più forti).
Ottima prova, anche se in pieno stile francese la storia è flagellata dal numero di pagine estremamente ridotto e per questo in alcune sezioni il ritmo aumenta così tanto che sembra sia stato eliminato un intero volume. In particolare due sono i difetti più rilevanti: gli altri personaggi della ciurma sono piuttosto monocorde (con un amplesso gratuito nella seconda metà della storia); si manca alla grande la lezione di Spielberg che nel suo Lo Squalo (1975) ci narrava con antefatti, studi e fotografie del mostro la sua cattiveria, fame e letalità, e fu proprio in virtù di queste anticipazioni che la successiva comparsa dello squalo risultava molto più dirompente, mentre Dorison solo nella seconda metà del volume ci riempe di didascalie e antefatti che purtroppo non aiutano più.
DISEGNI

Ralph Meyer col suo tratto solido e molto attento alla costruzione cinematografica della tavola rappresenta il mondo dei vichinghi in maniera egregia. E con Caroline Delabie i due optano per una scelta cromatica particolarmente cupa e fredda (dove ogni colore presenta una buona percentuale di grigio), capace di cogliere al meglio quell’atmosfera tipica delle gelide terre del Nord dove l’inverno sembra perenne.
COMMENTO FINALE
Un buon volume onesto e ben disegnato.
Questo volume di Editoriale Cosmo è un brossurato di 112 pagine a colori, formato Bonelli 16x21cm, al prezzo di 5,50€.