Dettagli
Titolo: Alqarf della Valle Nera
Autore: Vincenzo Spataro
Collana: Heroic Fantasy Italia
Editore: Delos Digital
Pagine: 109 pagine
Prezzo: Euro 2,99
Sinossi
Umah e Rami sono due ragazzi che vivono alla giornata nella foresta di Kasab. Sono molto legati, quasi in simbiosi, e la loro esistenza è del tutto aliena alle vicende politiche e alle guerre della terra delle quattro città. Quando Rami ingerisce un misterioso frutto e viene rapito da quattro spiriti provenienti dall’aldilà, Umah è costretta a intraprendere un viaggio che la porta a scontrarsi con gli infernali intrighi di Alqarf, creatura sovrannaturale che ha portato alla guerra e alla miseria una florida civiltà. Con l’aiuto di compagni incontrati sulla sua strada, ciascuno dei quali custodisce un segreto, affronterà orribili creature, visioni oniriche e incantesimi psichici, ma soprattutto dovrà fare i conti con se stessa, scoprire i suoi limiti e le sue capacità, superando prove che non avrebbe mai immaginato di affrontare.
Commento
Iniziare a imbastire una storia costruendo su fondamenta solide non è semplice.
Sembrerebbe banale: quale modo migliore per dare profondità e consistenza psicologica a un racconto se non quello di ricorrere al potere comunicativo di archetipi senza tempo? Eppure, a farlo sono davvero in pochi, e la cassetta degli attrezzi di parecchi autori assomiglia a quella di un falegname che abbia scordato martello, chiodi e non solo.
Ecco perché l’idea scelta da Stefano Spataro di impostare le vicende del suo Alqarf della Valle Nera inserendovi il movimento classico del “rapimento agli inferi” non può che essere lodata. Non solo i richiami a sfondo simbolico e psicologico sono evidenti, ma anche nella veste più semplice, elementare, di spunto avventuroso, per il lettore si aprono subito scenari intriganti.
In quest’ottica, la vicenda è semplice: una coppia di amici è destinata a essere divisa, e il ricongiungimento è il fine ultimo per cui la protagonista Umah si imbarca in un viaggio in apparenza al di là delle sue possibilità. Da Admeto e Alcesti, Orfeo e Euridice, la storia non cessa di ripetersi, perché la Morte, insaziabile, e qui moltiplicata in quattro creature d’oltretomba che rapiscono il giovane Rami, non cessa di percorrere il mondo in cerca di una impossibile sazietà.
Del resto, Rami non è scelto a caso per questa sorte: novello imitatore di Proserpina, anche se in un contesto ovviamente diverso, si nutre di un frutto proibito – rosso come il sangue – che è di per sé stesso porta dell’Altro Mondo. Da lì a venire rapito dagli spiriti, il passo è consequenziale.
Se quindi il racconto dell’impresa di Umah per recuperare l’amico – che come è lecito aspettarsi non segue pedissequamente il percorso dei suoi illustri predecessori – può davvero intendersi come a metà tra weird e onirico, come illustra la presentazione del lavoro, altrettanto certamente lo si può definire (con le dovute misure) “iniziatico”. Lo è per Rami, iniziato suo malgrado in prima persona ai segreti del mondo infero. E lo è per Umah, che nel suo percorso di ricerca, si spoglia di paure e ricordi che come parassiti sconfitti cadono via via per lasciare spazio a una personalità rinnovata, forgiata dalle difficoltà.
A questa corposa e ottima materia, ben articolata, non corrisponde tuttavia una realizzazione altrettanto di livello. Sebbene la scrittura di Spataro sia chiara, mai involuta, e attenta alle esigenze del lettore, manca in Alqarf… il guizzo capace di rendere in maniera adeguata la potenza delle immagini evocate. Un eccesso di linearità pregiudica il risultato estetico, rendendo solo “buono”, quello che poteva essere “ottimo”, quasi che certe scene, comunque avvincenti, soffrano di un appannamento che le fa percepire solo fino a un certo punto.
Non si tratta di un difetto mortale, come detto. La storia è e resta godibile, dotata di un buon finale – cosa rara oggi come oggi – e quindi consigliarla è sicuramente buona cosa. Rimane però l’amaro in bocca per la mancata possibilità di poter leggere gli stessi avvenimenti tramite una scrittura e uno stile più confacenti alla materia. Ma questo, magari, avverrà con la prossima avventura!