Dettagli
Titolo: “Waylander dei Drenai”
Autore: David Gemmel
Collana: TIF extra
Editore: Fanucci
Pagine: 352
Prezzo: 16,50
Data d’uscita: gennaio 2016
TRAMA
La morte del re Niallad, sovrano dei Drenai ed erede del leggendario Orien, il Re Guerriero, getta il regno nel caos. L’esercito, che Niallad aveva incoscientemente disarmato, è allo sbando, alla mercé dei Mastini del Caos, un’orda di guerrieri senza scrupoli che invadono le terre dei Drenai seminando terrore e morte. A ispirare la loro ferale avanzata è l’oscura Confraternita, una setta diabolica che cospira nell’ombra. Tra i guerrieri drenai, asserragliati nella fortezza di Purdol, solo pochi sono in grado di opporsi agli invasori. L’unica speranza risiede nel ritrovamento della gloriosa Armatura di Bronzo che Orien portava in battaglia e che sembra essere andata perduta con la vita di chi la indossava. Toccherà a Waylander il mercenario avventurarsi nelle terre dei Nadir alla ricerca del prezioso cimelio, in compagnia di Dardalion, prete della Fonte, colui che già una volta gli ha salvato la vita e che ora lo guida verso la redenzione, perché Waylander porta con sé un pericoloso segreto…
L’AUTORE
È considerato uno dei più autorevoli scrittori di fantasy britannici, conosciuto soprattutto per la Saga dei Drenai, composta da undici volumi, pubblicati dal 1984 (La leggenda dei Drenai) al 2004 (Le spade del giorno e della notte).
Ha pubblicato anche diverse altre saghe di minor ampiezza, come quella delle Sipstrassi (1987-1994), in cinque volumi, e dei Rigante (1998-2002), in quattro volumi, e vari romanzi autonomi.
Si è cimentato anche con romanzi storici di ambientazione classica, con il dittico Il leone di Macedonia (1990) e Il principe nero (1991) e soprattutto la trilogia sulla Guerra di Troia (2005-2007), della quale il secondo volume è stato pubblicato dopo la morte dell’autore e il terzo è stato completato dalla moglie Stella.
COMMENTO
Questo terzo volume del ciclo dei Drenai è in realtà il primo capitolo in ordine temporale.
Gemmell non ha creato negli anni una saga lineare e la time line non è allineata alle date d’uscita delle pubblicazioni. Oggi, a distanza di molti anni, esiste un ordine di lettura per chi volesse seguire le vicende in maniera cronologica e non editoriale. Essendo tutti i libri del ciclo leggibili anche separatamente, sono portato a credere che l’autore si sia spostato tra le pieghe del tempo della sua creazione alla ricerca di storie e personaggi utili a far progredire l’ambientazione, assicurandosi, però, totale libertà creativa per svincolarsi dal concetto stesso di saga – tipico del Fantasy -, sebbene alla fine non sia potuto sfuggire alle logiche del mercato. Questa visione narrativa ha permesso a Gemmell di trasmettere la propria libertà sui lettori, assolvendoli da ogni vincolo di scelta.
Waylander rappresenta forse l’esempio più fulgido di questo approccio, scavando nel passato ma strizzando l’occhio al presente. E con questo terzo romanzo, l’autore ha creato il protagonista forse più sfaccettato della saga, da alcuni ritenuto più iconico dello stesso Druss.
Waylander è un assassino, divenuto tale dopo aver perso tutto ciò che aveva di più caro, costretto a indurire la propria anima per sopravvivere, perdendo passo dopo passo, omicidio dopo omicidio, la compassione, l’amore e tutto ciò che rende l’individuo un essere umano. Ma proprio grazie al suo passato e a quel bagliore di empatia che ancora alberga nel suo cuore nero, l’assassino è capace dopo tanto tempo di compiere una buona azione: un gesto altruistico che lo porta a salvare Dardalion, un prete della Fonte torturato dai banditi, e una donna e due bambini scampati a un brutale massacro. Questo gesto, apparentemente svogliato ma allo stesso tempo disinteressato, sarà l’inizio di un percorso che farà riaffiorare in lui tremendi ricordi assopiti, celati per non dover vivere quel costante e atroce dolore che lo ha profondamente segnato e trasformato. L’arco emotivo del personaggio cresce col passare delle pagine, in un’indagine personale che non è indice di redenzione, quanto ricerca di ciò che ha smarrito durante il cammino.
Il rapporto conflittuale con Dardalion e soprattutto, quello con Danyal, la donna salvata, gli permetterà di conoscere di nuovo l’amore e di abbracciare quei sentimenti perduti che lo porteranno a mettere gli altri davanti a se stesso. Al punto che, rendendosi conto che l’intero suo popolo rischia la sottomissione da parte dell’esercito di Vagria che imperversa sul continente, accetta una missione suicida per recuperare l’Armatura di Bronzo, simbolo di gloria e rinascita dei Drenai.
La prima parte del romanzo cattura l’attenzione ed è fascinosamente immersiva, focalizzandosi su questi tre personaggi, su cui spicca in primis Waylander, con un mix di azione e introspezione del miglior Gemmell. L’autore ci fa poi conoscere bene anche Dardalion, raccontandoci di come furono costituiti “I Trenta”, paladini della Fonte che senza disconoscere il potere spirituale ne traggono forza per combattere gli invasori e le ingiustizie. E il loro intervento non sarà utile solo contro i Vagriani ma sappiamo come sarà determinante per gli eventi successivi con l’invasione dei Nadir.
Così, mentre Kaem, principe di Vagria, conquista città dopo città, con l’aiuto di bestie mutanti e l’ordine della Confraternita – una sorte di guerrieri mistici e spietati -, le sorti dell’antico e glorioso Impero Drenai sono riposte nel solo Egel: il generale è asserragliato nella foresta di Skultik e in attesa di aiuti da Lentria per tentare un disperato contrattacco. In suo aiuto arriva il generale Karnak che, nel suo cammino verso la fortezza di Dros Purdol, raduna forze per tentare un’ultima resistenza e dare il tempo a Egel di raggiungerlo. Le scelte di Karnak sono in realtà mirate più a un’ambizione personale, in contrapposizione allo stesso Egel, rese ancora più granitiche dalla speranza di proporsi come nuovo imperatore nel caso di successo contro i Vagriani.
Le lotte di potere e l’aspirazione a guidare il popolo Drenai sembrano legate a filo doppio al destino dell’Armatura di Bronzo e a quello che rappresenta.
Mentre l’assedio di Purdol comincia, Waylander viaggia in territorio Nadir per trovare la reliquia, guidato dallo spirito di Re Orien, colui che in passato l’aveva celata ai posteri. Per riuscire nell’impresa si dovrà avvalere di ambigui alleati come il trafficante Durmast e sfuggire alla sua nemesi, il sicario Cadoras, mentre emergerà nel racconto come lo stesso Waylander sia artefice della situazione creatasi, ponendolo ancora di più come l’ago della bilancia della guerra in atto.
Ancora una volta, Gemmell fa sfoggio dei suoi studi di tattica militare per porci davanti a un assedio all’ultimo respiro: una situazione bellica già ampiamente esplorata che potrebbe fare storcere un po’ il naso a chi ha già letto i due romanzi precedenti.
L’azione però non manca, anche al di fuori di questa lunga battaglia, e la maestria con cui l’autore maneggia la materia non fa rimpiangere anche qualche reiterazione.
Il romanzo scorre veloce, asciutto, essenziale nelle descrizioni ma ricco di risvolti umani e con la forza di saper analizzare con arguzia le motivazioni che spingono i personaggi ad agire, rendendoli vivi e imperfetti, quindi reali.
Al contrario dei romanzi precedenti, in Waylander dei Drenai, non ci sono punti morti o dialoghi troppo lunghi ed elaborati, anche se rimane evidente il vizio dell’autore di arricchire la narrazione in corsa d’opera, aggiungendo personaggi che, senza deragliare dalla linea principale, portano a farci sentire la mancanza dei protagonisti sulla scena. Personaggi dotati di punti di vista, non così fondamentali e a volte non curati con la giusta continuità, utili però ad ampliare la scenografia o a presentare altre tele collegate all’opera principale che ci viene mostrata, come a volerci far rendere conto che non stiamo ammirando solo un quadro ma assistendo a un’intera mostra.
Ma la forza del romanzo sta proprio nei protagonisti: Dardalion, Danyal e Waylander su tutti, il cui arco di trasformazione vale un sincero applauso.
Anche gli altri personaggi non mancano di sfumature, vividi e tutti ammantati di una cappa grigia che non li identifica come eroi tradizionali, bensì uomini con pregi e debolezze, persino gli antagonisti. Per questo motivo, difficilmente nei romanzi di Gemmell troviamo descritti villain tradizionali, nonostante che le azioni di tutti sembrano guidate da un’inconsapevole predestinazione.
Il confronto col passato, il viaggio e l’epica sono caratteristiche imprescindibili nelle opere di Gemmell che qui esibisce davvero il suo talento.
La conclusione è un po’ appannata, rivelandola come uno dei punti critici dello scrittore britannico: non approssimativa ma meno efficace del corpo narrativo, con stoccate rapide degne di uno dei suoi duelli, quasi avesse voglia di chiudere la storia senza prendersi il tempo necessario per i giusti ricami. La sorte di alcuni personaggi meritava forse maggior solennità e il finale aperto sul destino di Waylander tradisce per la prima volta le intenzioni del suo creatore nel non volere rinunciare al personaggio che, infatti, riprenderà in romanzi successivi.
Waylander dei Drenai può essere una lieta sorpresa per chi non lo ha mai letto, ai quali consiglio di partire proprio da questo romanzo per farsi affascinare, oppure può rappresentare una felice riscoperta per lettori più navigati e desiderosi di tuffarsi in quello che, a tutti gli effetti, è considerato un classico della letteratura Fantasy.